"Cuando la verdad despierta – La sottile linea della verità", di Angelo Rizzo

Bisogna fare un salto, e guardare oltre la camera, la banalità del girato, la semplicità che avvolge il film rendendolo né documentario né spettacolo. Forse una verità tanto palese, quanto sospesa chissà dove, non arriverebbe troppo lontano sotto la lente esasperante del Cinema

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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C'è forse più cinema nelle strade di Cuba che nell'opera seconda di Angelo Rizzo. Il caldo, l'oceano, la gente – Cuba è soffocata, stretta e quasi invisibile nelle inquadrature che muovono costantemente verso personaggi fin troppo stilizzati, schizzi archetipici sulla pellicola, minima profondità possibile. Cuba è sullo sfondo. La sceneggiatura è anchilosata. La recitazione scivola al ritmo della tv fiction.

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Forse però – vista la complessità dei temi trattati da un film la cui politicità si ferma all'apparenza della locandina – bisogna fare un salto, e guardare oltre la camera, la banalità del girato, la semplicità che avvolge Cuando la verdad despierta rendendolo nè documentario né spettacolo. Niente è romanzato. Tutto è documentato. Nel momento in cui l'equazione terrorismo = diversità sembra assumere contorni quasi irreversibili, il regista mette in scena qualcosa che non è film, né documento, né televisione – ma è palesemente basato sul reale, e riuscirebbe a creare consapevolezza in qualsiasi spettatore. La consapevolezza di quanto è accaduto a Cuba negli anni Novanta – solo un esempio prototipico che potrebbe aprire gli occhi su stanze dei bottoni, manipolazioni mediatiche e realtà costruita, non più reale; e sulla violenza condannata ufficialmente, e ufficiosamente perpetrata con collusioni ben oltre lo scandalo, dagli Stati Uniti e dai loro organi governativi nei confronti del regime cubano. La violenza terroristica e l'odio crasso sono bianchi, ricchi, yankee.

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Il padre di Fabio è un padre qualsiasi. Come suo figlio, dall'Italia a Cuba. Il pianto di un genitore qualunque. Nuove lacrime tornano, dopo l'irreparabile, sullo sfondo di Fidel Castro che recita se stesso e rinnova l'elenco delle bombe subite, destinate a sbarrare la strada al turismo, principale entrata economica del Paese. Forse una verità tanto palese, quanto sospesa chissà dove, non arriverebbe troppo lontano sotto la lente esasperante del Cinema. A volte bisogna sottrarre, ridurre, semplificare per poter veramente parlare. Solo i fatti, un racconto. Un uomo qualunque attraversa il campo medio, una traiettoria liscia e normale, possibile, qualsiasi. Intorno a lui turisti, loro, noi. Colori saturi sul continente, a Miami, bui e blu artificiali e ombra nelle stanze di Washington. Sull'isola, il nero aggressivo dell'esplosione continua. Nient'altro.

Regia: Angelo Rizzo


Interpreti: Carlos Padron, Armando Tomey, Michael Wong, Enrique Almirante, Michel Altieri, Elizabeth Ruiz Riva, Enrique Molina


Distribuzione: Cinematic


Durata: 105'


Origine: Italia, 2006

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