Dal sogno all'incubo italiano: la "sveglia" di Nanni Moretti

''Gli italiani hanno votato Berlusconi inseguendo un sogno e si sono ritrovati dentro un incubo'', così Nanni ha espresso in una sola frase, il senso di una manifestazione di piazza davvero imprevedibile per la sua imponenza, un vero movimento popolare che va decisamente oltre la dialettica destra/sinistra della politica italiana.

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 Se uno che “fa” la televisione ha potuto, ormai quasi dieci anni fa, “scendere in campo e impegnarsi in politica per difendere, a suo dire, gli interessi del Paese, perché non potrebbe farlo oggi chi “fa” cinema? Quello di Nanni Moretti, dal freddo comizio di febbraio di Piazza Navona, quando improvvisando inveì contro la classe dirigente della sinistra, fino ad oggi, è un cammino imprevedibile e straordinario, qualcosa che va oltre un senso di diffuso malessere nell’ambito del cosiddetto “popolo di sinistra”.

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Quella di San Giovanni è stata una manifestazione che non ha precedenti nel nostro paese, ed è proprio questa la sua grande particolarità, non tanto il solito gioco dei numeri. E’ irrilevante che il numero dei manifestanti fossero 200.000 o 500.000, tanto ormai abbiamo capito che i calcoli sulle manifestazioni di massa sono parziali e soggettivi… Colpisce invece il fatto che per una volta non un partito o un sindacato ma dei “privati cittadini”, indignati abbiano potuto coinvolgere così tante persone. 

E pensare che avevano iniziato in poche decine, poi centinaia, al massimo duemila persone, a fine luglio scorso, sotto il Senato per protestare contro il disegno di legge Cirami sul “legittimo sospetto”, (la nuova legge con la quale sarà ora possibile chiedere il trasferimento in un'altra città dei processi, avanzando appunto il "legittimo sospetto" sulla mancanza di imparzialità dei giudici. La decisione definitiva, prevede il disegno di legge, dovrà poi essere presa dalla Cassazione; e nel frattempo il processo sarà di fatto congelato perché non sarà permesso arrivare alla sentenza.)  Era, certo, un movimento piccolo borghese, un sussulto morale di un gruppo di persone, prevalentemente intellettuali, che improvvisamente sulla spinta di quell’uscita critica di Moretti, avevano deciso di esternare pubblicamente la loro contrarietà al governo di Berlusconi. Proprio Nanni nel suo discorso lucido e politico, ma fuori dalle logiche del politichese, ha confessato che "Dopo le ultime elezioni – ha detto – mi ero rassegnato a cinque anni di terribile e tranquillo governo di centro-destra anche perché pensavo che fossero diventati meno peggio, che fossero più politici e più democratici". "Mi ero rassegnato, invece si sono dimostrati più arroganti e incapaci del previsto. Più sfacciati nell'osservare gli interessi di Berlusconi e dei suoi amici. Ma la Costituzione è ancora una miniera preziosa da cui attingere risorse per la convivenza democratica".  Nel Contratto con gli italiani di Berlusconi – ha detto – non c'era la legge sul rientro illecito dei capitali, non quella sul falso in bilancio, non quella sulle rogatorie internazionali. Sono convinto che molti italiani hanno votato Berlusconi inseguendo un sogno e si sono risvegliati dentro un incubo. La cupezza è la nota dominante di questo governo. Noi invece siamo la forza della tranquillità, noi vogliamo difendere le istituzioni democratiche”

 

Ci sembra curioso e strano, ma anche emozionante per certi versi, stare qui a scrivere di un comizio di Nanni Moretti. Ma la politica e i tempi cambiano inesorabilmente e, nella società dell’informazione, forse vanno rivisti gli statuti ordinari del “fare politica”, della selezione della classe dirigente, e in questo va dato atto a Silvio Berlusconi di essere stato un vero precursore. E’ stato infatti proprio Berlusconi a tirare fuori energie nuove dalla società civile, catalizzando quel motto di ribellione, prevalentemente proveniente dal Nord ma molto diffuso, che imputava allo statalismo, all’assistenzialismo catto-comunista molti dei mali del nostro Paese. Il problema della sinistra è che questo imprenditore, che si era fatto strada anche grazie all’appoggio di Craxi negli anni settanta e ottanta, aveva, purtroppo ragione. E tanta, tanta gente ha inseguito questo che Nanni Moretti ha chiamato “sogno”, di un Paese dove si pagano meno tasse, dove i servizi funzionano perché affidati a privati efficienti, dove gli immigrati sono rispediti al confine se non hanno un lavoro già in partenza, dove tutti posso avere un buon posto di lavoro perché il mercato è rimesso in moto dal “popolo delle partite IVA” che, finalmente liberato da tasse e gabelle, poteva creare occupazione e produttività nuova. E’ il sogno del neoliberismo, che Berlusconi insegue insieme a non pochi altri politici della Destra internazionale, con la differenza sostanziale che il nostro Premier si è preoccupato principalmente di liberarsi di tutta una serie di “preoccupazioni personali”, di natura giudiziaria, che potevano in ogni momento rendergli impossibile il suo mandato. Ecco perché mentre Bush rende più severe le pene per falso in bilancio dopo i recenti scandali delle multinazionali, qui da noi il reato viene depenalizzato (Al Capone sarebbe libero qui in Italia!), ecco perché si costruiscono in gran fretta leggi e leggine ad hoc per fermare i “magistrati di sinistra”, di cui a volte è anche lecito dubitare sull’operato, ma certo le nuove leggi modificano violentemente lo stato di diritto del nostro paese, creando situazioni molto preoccupanti e pericolose, soprattutto se pensiamo all’uso che ne potrebbe fare la delinquenza organizzata e la mafia.

 

E oggi, noi che in qualche modo vogliamo continuare ad occuparci di cinema, e che speriamo che anche Nanni continui a farlo nel modo duro, originale ed essenziale che ci ha abituati a vedere, ci ritroviamo a parlare di un comizio di Nanni Moretti…. Viene in mente Ritorno al futuro di Zemeckis, quando Michael J. Fox, tornato indietro negli anni ‘50 racconta al suo amico scienziato che il Presidente è’ Ronald Reagan, e questi gli  risponde ridendo: “Si e il vicepresidente chi è, Jerry Lewis?”

Mani pulite prima e Berlusconi poi hanno profondamente mutato la classe politica italiana e solo la sinistra sembrava rimanere immune da questi cambiamenti epocali. Nanni Moretti e i gruppo di amici e intellettuali che attorno alla sua carismatica figura si è riunito, potrebbero avere lo stesso effetto sulla classe dirigente della sinistra italiana.  Forse, nell’entusiasmo della grande folla accorsa in piazza, gli oratori di San Giovanni hanno dimenticato le grandi colpe della sinistra (anche se Moretti ha chiarito che ai politici non verrà data alcuna delega in bianco), incapace di comprendere la complessità del mondo contemporaneo, e persa sempre e continuamente in battaglie inutili e di retroguardia (contro gli spot nei film, Ricordate?, quando si doveva fare la battaglia contro i monopoli nel settore pubblicitario; legittimando Berlusconi nella bicamerale, invece di realizzare una seria legge antitrust; attaccando continuamente la persona di Berlusconi trasformandolo in un “martire”, quando sarebbe stato sufficiente  realizzare delle leggi che hanno tutti i paesi occidentali, dagli Stati Uniti alla Germania o alla Francia, ecc..)

 

Ma che la sinistra italiana sia povera di idee “nuove”, noi che seguiamo il cinema lo vediamo bene… Il cinema italiano “di sinistra” è qualcosa di terribile e vive solo ed esclusivamente grazie alla propria capacità di riprodursi negli apparati pubblici che elargiscono finanziamenti. Se la sinistra fosse meno ideologica e più attenta ai cambiamenti gia avvenuti (non vogliamo dire a quelli in corso…sarebbe troppo!), saprebbe distinguere tra assistenza a chi ne ha davvero bisogno (e qui la sinistra dove ha potuto ha fatto cose positive che è persino stata incapace di comunicare, soprattutto per persone o famiglie in gravi difficoltà economiche, con aiuti e finanziamenti a volte indispensabili) e assistenzialismo verso caste privilegiate assolutamente incapaci di esistere economicamente al di fuori della logica del finanziamento statale. Anche per questo, oltre perché secondo noi fanno un cinema MIGLIORE, preferiamo i Vanzina e Neri Parenti (che vivono grazie al successo di pubblico dei loro film) ai vari Maselli, Scola e company. E un autarchico come Nanni, che da sempre ha fatto i suoi film liberamente e muovendo risorse economiche non parassitarie, che gestisce la sua sala e distribuzione in completa autonomia, è tutt’altra cosa dai cineasti tristi della sinistra piagnona noiosa e impopolare.

 

Ma questa è un altra storia…   Ma non sarebbe arrivato il momento di dire basta a questo cinema, a questi apparati e mostrare al mondo che la sinistra non è solo e necessariamente vecchiume e parassitismo ma anche innovazione e autonomia politica (ed economica)? Ma come è stato in questi anni (e Prodi lo sa bene…) il peggior nemico della sinistra è la sinistra stessa. Per questo intellettuali come Alberto Abruzzese, Renato Nicolini, Enrico Ghezzi, Massimo Cacciari, non hanno trovato grandi spazi nelle nomenklature di sinistra e hanno ricoperto sempre spazi marginali. La paura del nuovo, di uno sguardo diverso sul reale, chude gli occhi e le orecchie della cultura di sinistra: speriamo che Nanni Moretti sappia catalizzare attorno a sé le energie nuove e non i vecchi marpioni. E se un attore ha potuto fare il Presidente degli Stati Uniti per otto anni, perché un regista non potrebbe farlo qui nella vecchia Europa del cinema d’autore?

Auguri Nanni, ne hai proprio bisogno!

 

 

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