Diva Futura, di Giulia Louise Steigerwalt

Racconta la storia dell’agenzia fondata da Schicchi, capace di rivoluzionare l’immaginario sessuale di un paese intero. Celebrativo e confuso nello sviluppo temporale del racconto. VENEZIA81. Concorso

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In Italia, tra gli anni Ottanta e Novanta, un’agenzia di casting e produzione diretta da un uomo con una visione unica e ben precisa, è riuscita a rivoluzionare totalmente la cultura di massa del paese, trasformando l’utopia dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. L’agenzia si chiamava Diva Futura, e quell’uomo era Riccardo Schicchi. Sotto la sua guida sono nate alcune delle più grandi stelle del panorama hard internazionale, come Ilona Staller, in arte Cicciolina, Moana Pozzi, Milly D’Abbraccio, Barbarella ed Éva Henger. Il boom delle tv private e delle VHS permettono alle stelle di Schicchi di sbarcare nelle case degli italiani: una vera e propria rivoluzione. L’esposizione mediatica negli anni è diventata così travolgente da portare Cicciolina in Parlamento, e in seguito, alla nascita del Partito dell’Amore con cui Moana Pozzi si è candidata a Sindaco di Roma.

Per il suo secondo film da regista, due anni dopo Settembre, Giulia Louise Steigerwalt prende spunto da Non dite alla mamma che faccio la segretaria, libro firmato da Debora Attanasio, segretaria di Schicchi per quasi dieci anni. Attraverso lo sguardo di Debora (Barbara Ronchi), la regista racconta l’ascesa del Re del porno e il rapporto con tre delle sue donne del cuore: Cicciolina, Moana e Éva. In quegli anni di lavoro in Diva Futura, la segretaria si è trovata a fare di tutto: nutrire il pitone domestico con topi vivi, sfamare una miriade di gatti, fingersi un’altra persona per interviste televisive, e soprattutto gestire gli innamoramenti folli e ostinati del suo capo. Tutto tranne spogliarsi, perché a detta del principale “è più facile trovare una pornostar che una brava segretaria”. Un personaggio bizzarro, con i suoi vestiti larghi e l’enorme Nec P3 in mano, capace di trasformare qualunque momento in uno spettacolo da fotografare, anche il coma diabetico, ma sempre fedele a un rigoroso codice d’onore: “amorali sì, immorali mai”.

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Diva Futura ha diversi punti in comune con Supersex, la serie incentrata sulla vita di Rocco Siffredi; non solo il macro argomento del porno e la persona di Matteo Rovere in qualità di produttore, ma soprattutto l’introduzione alla figura del protagonista. Nelle prime sequenze del film incontriamo il piccolo Riccardo Schicchi in preda all’esplosione ormonale preadolescenziale. L’unico sfogo del ragazzino consiste nello spiare le vicine di casa con un binocolo e sfogliare delle riviste erotiche. La costruzione del personaggio e la genesi del suo “superpotere” è molto simile a quella del Rocco di Supersex. La differenza principale si trova nella raffigurazione che Steigerwalt decide di mettere in scena del suo Schicchi, interpretato da Pietro Castellitto. Un personaggio positivo, gentile, pulito, capace di amare con tutto se stesso e caratterizzato, a modo suo, da forti valori morali. Non ci sono ombre, non c’è conflitto, non c’è crisi, se non a livello economico e di salute. Tutto è patinato, impeccabile, divertente, come in una rassicurante sitcom televisiva. L’unica pecca del protagonista è quella di aver contribuito, in qualche misura, a un’immagine distorta del piacere sessuale, in cui la violenza e la mercificazione del corpo femminile hanno sovrastato tutto il resto. Nella medesima grande bolla di positività rientrano anche le tre donne che a turno riempiono il cuore del protagonista, tutte dall’animo gentile, chi più e chi meno.

I continui salti temporali tra gli anni di gloria dell’agenzia Diva Futura e l’ultimo periodo della vita di Schicchi, contribuiscono a rendere il film confuso e sempre meno coinvolgente. Per scongiurare tutto questo si è deciso di inserire la voce fuori campo in diversi momenti, ma il risultato non si può dire dei migliori. L’interpretazione di Castellitto è tutto sommato divertente, gioca molto sull’essere sbadato e dinoccolato di Schicchi, in contrapposizione all’aura incantata che emanano personaggi come Moana e Cicciolina.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.3
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Il voto dei lettori
1 (1 voto)
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