DVD – Belva di guerra, di Kevin Reynolds

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Questo è uno di quei film che all’epoca passarono assolutamente inosservati, segno di come spesso la critica non sa recuperare neppure ciò che di buono il mercato – a volte per motivi misteriosi – trascura. The Beast, la bestia, questo il titolo originale è un film del 1988, secondo lungometraggio di quel Kevin Reynolds che aveva esordito tre anni prima con il sorprendente Fandango, prodotto da Spielberg. Qui si avventura con grande efficacia su di un testo teatrale (di William Mastrosimone) piuttosto “classico” come struttura, ma riesce a trasformarlo in vero, grande cinema.

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Girato nel 1988 (quindi prima del crollo del Muro e del disfacimento dell’Urss) e ambientato nel 1981, secondo anno dell’invasione russa, Belva di guerra racconta la “maledetta guerra” che i sovietici affrontarono in Afghanistan, luogo geopolitico oggi nuovamente d’attualità. Qui però si racconta “il Vietnam” dei russi, e di come le atrocità di una guerra d‘invasione si ritorcano a volte contro chi le commette, soprattutto se i popoli che vengono oppressi hanno una forza e determinazione come quello (di combattenti) afgano. In apertura un villaggio viene massacrato dalle truppe dei russi, il cui capitano fa uccidere con cinismo uno dei capi dei ribelli schiacciandolo sotto un carro armato. Da questa morte parte la vendetta dei mujaedin, che cominciano il loro lungo inseguimento. Uno dei carri, proprio quello che ha schiacciato il ribelle, disorientato dal territorio impervio del deserto afgano, si smarrisce e diviene la preda degli inseguitori ribelli.

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Ma la forza del film di Reynolds sta da un lato nel saper rappresentare entrambi i gruppi contendenti con molta attenzione, sviscerando diversi punti di vista e diverse “moralità” in seno ai due schieramenti; dall’altro riesce a giocare con abilità sul contrasto assoluto tra l’interno del carro armato in cui i russi si rifugiano e gli spazi assoluti del deserto dove si sono perduti e in cui dominano i ribelli. Questo contrasto poi si inasprisce e complica nel momento in cui il soldato Konstantin si ribella al suo cinico comandante e viene lasciato legato dai suoi in pasto ai lupi del deserto. Da lì l’incontro con i mujaedin e il suo passaggio al nemico, dove diventerà il più accanito inseguitore del carro armato russo.

Girato tutto in esterni con una classicità di sguardo incredibile ( le donne afgane che inseguono anche loro il carro, vero “coro greco” della tragedia raccontata; i due nemici Taj e Konstantin che diventeranno amici, uniti dalla stessa forza morale; il feroce comandante russo che rifiuta di salvarsi in elicottero per non abbandonare il “suo” carro – lui che ha combattuto i nazisti a Stalingrado; Konstantin che grida al capitano, nel finale, “perché questa volta i nazisti siamo noi?”), Belva di guerra va recuperato e visto in DVD, che permette di godere meglio la spazialità orizzontale dei suoi campi lunghi (invisibili in videocassetta) assolutamente cinematografici. Inoltre nella versione vhs i dialoghi degli afgani erano senza sottotitoli, cosa che rendeva incomprensibile circa metà del film…

Insomma tra il formato 1.85:1 finalmente rispettato, la densità dell’immagine digitale e la possibilità di sentire la versione originale con i sottotitoli, questo è un DVD da vedere, anche se gli extra si limitano a delle scarne filmografie del regista e del cast. Ma ci sembra già tanto che questo  film sia arrivato in DVD…

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