DVD – Defense d'aimer, di Rodolphe Marconi

Passato anche al Festival del cinema gay lesbico e queer culture di Milano, il secondo film di Rodolphe Marconi è un interessante sguardo sulla diversità sessuale, ambientato in una Roma poco turistica, con tanti riferimenti all’amor fou, Truffaut in primis, ed al thriller sulla falsariga di Chabrol. Il dvd fa parte della collana Cinema Queer, per le edizioni Dolmen Home Video.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Regia: Rodolphe Marconi
Soggetto e sceneggiatura: Françoise Thouvenot, Rodolphe Marconi
Fotografia: Duccio Cimatti
Montaggio: Isabelle Devinck
Musiche: Bruno Alexiu
Produzione: Marconi Films, Zincou Films
Interpreti: Rodolphe Marconi, Andrea Necci, Echo Danon, Orietta Gianjorio, Hervé Brunon, Irene D’Agostino, Maria Teresa de Bellis, Eric Landau, Ermanno Petiti, Tommaso d’Ulizia
Durata: 96’
Origine: Francia, 2002
Distribuzione video: Dolmen Home Video
Formato video: 1.85:1
Audio: francese, italiano e inglese Dolby Digital 2.0; sottotitoli italiani 

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IL FILM
D’accordo, se non ci fosse (stata) una casa di distribuzione video come la Dolmen con la collana queer, non avremmo mai visto il secondo film di Rodolphe Marconi, passato anche al Festival del cinema gay lesbico di Milano, girato in odore di Centro Sperimentale di Cinematografia e quindi a Roma tra gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Francia, la scuola, per intenderci, dove alcuni giovani coltivano ossessioni, disperanti necessità di espressione. Scrittori, attori, registi si ritrovano fianco a fianco come in una scuola qualsiasi, ma si capisce subito che Marconi rifiuta il terreno di scambio aperto. Lo stesso regista incarna il protagonista Bruce. È una posizione narcisa, dal momento che quasi dieci scene su dieci contano la presenza del giovane francese. Che sembra sprofondare nell’amour fou, così tipico della cinematografia francese. Se dovessimo tirare in ballo qualche nome, non potremmo sottrarci dal ricordare Truffaut e Chabrol. Il primo per la vena romantica e l’ostinazione, la voglia di andare sino in fondo dei personaggi loro malgrado, ed il secondo per l’indecifrabile trasformazione dell’essere umano che lo porta al delitto. Non casuale il riferimento al serial killer che serve d’anticipazione (un po’ detestabile per la suspense). La Roma di Marconi è molto austera ancorché non rinunci a qualche scorcio turistico. La freddezza della ripresa digitale è fin troppo spinta nella prima parte, mentre nella seconda, grazie anche alla piega noir thriller, l’ambientazione vira completamente verso il buio notturno o la penombra resa ancora più spettrale da luci degne di Mario Bava. Certo la storia e la recitazione qualche volta sembrano troppo legnosi, però alla fine affiora vividamente il percorso d’incontro tra due esseri spesso viziato, come in questo caso, da aspetti del carattere individuale molto differenti. Certo il titolo “defense d’aimer – divieto d’amare” non può riferirsi all’amore omosessuale, semmai alla dimensione pervasiva del sentimento d’amore qualunque esso sia. Una critica americana, ma ne tacciamo la fonte per rispetto all’autore del testo, afferma che la cupa dissoluzione di Bruce è causata dalla scoperta della propria omosessualità. Al contrario, l’unica scoperta è quella di un sentimento totalizzante che fa paura, ma non si può rifiutare, l’inclinazione e la preferenza sessuale quindi non c’entrano nulla, perché l’amore è sempre, perdonate la sdolcinatezza, un sentimento universale, che “opprime” e trascina.



Il DVD

Niente da dire su questa buona edizione ma basica, non contenente alcun extra, neppure una striminzita filmografia del regista. Né tanto meno sono presenti più tracce audio, in quanto il disco contiene solo la principale che è multilingue, francese, italiano ed inglese, con sottotitoli sempre italiani. La ripresa digitale si comporta come di consueto, vale a dire ci offre una prossimità con il profilmico da videocamera da tutti i giorni. Questo può certamente dare l’impressione di una mancanza di tecnica di messa in scena che invece c’è e si vede nella raffinata articolazione delle sequenze. Nella seconda parte, l’oscurità sempre più fitta è perfettamente equilibrata nel riversamento sul disco che non presenta difetti di sorta. La definizione e il contrasto sono sempre ottimi. Unica aggiunta è il “link” alla collana queer diretta da Giampaolo Marzi, con in vetrina tutti gli altri titoli distribuiti dalla coraggiosa Dolmen Home Video.

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