DVD – Quel motel vicino alla palude

Il secondo horror di Tobe Hooper segna uno spostamento radicale verso una visione del fantastico ancora più grottesca e allucinata, che dà vita a un film con qualche problema nella progressione narrativa, ma sempre potente e malsano. In DVD per Eagle.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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QUEL MOTEL VICINO ALLA PALUDE

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(Eaten Alive)

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REGIA: Tobe Hooper


SCENEGGIATURA: Alvin L. Fast, Mardi Rustam, Kim Henkel


PRODUZIONE: Mardi Rustam


INTERPRETI: Neville Brand, Mel Ferrer, Carolyn Jones, Marilyn Burns, Robert Englund


MUSICHE: Tobe Hooper, Wayne Bell


DURATA: 91'


ORIGINE: Usa, 1977


DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures


FORMATO VIDEO: widescreen 1.85:1


AUDIO: italiano Dolby Digital 5.1 e mono 2.0; inglese mono 2.0


SOTTOTITOLI: italiano, italiano per non udenti


EXTRA:


Trailer


Biografia di Tobe Hooper


 


IL FILM


Se Non aprite quella porta riusciva a mantenersi in sorprendente equilibrio fra realismo e clima allucinato, il successivo film di Tobe Hooper, Quel motel vicino alla palude, segna un netto spostamento sul versante del fantastico e dell'orrore puro: il regista texano, infatti, si dimostra un tipo da scelte radicali e così abbraccia totalmente la descrizione di una realtà grottesca, dove i personaggi sono fortemente tipizzati (sono "maschere" più che persone) e la scansione stessa degli spazi e l'uso aggressivo dei colori rimandano più che alla realtà a una specie di malsano luna park – in una specie di flash forward per il futuro Il tunnel dell'orrore. Non è un caso se certe scelte fotografiche sembrano riecheggiare quelle di Mario Bava, in particolare per l'uso violento dei rossi e per la confusione umani/oggetti che si avverte: il mondo dove si agitano i protagonisti hooperiani è il palcoscenico di un gran-guignol folle e malsano, dove ciò che conta e caratterizza il tutto è soltanto la violenza dissennata, incarnata efficacemente dal coccodrillo che vive nella palude e che uccide senza fare distinzioni. Certo il film è feroce, a tratti davvero disturbante e possiede una forza espressiva tale da renderlo altamente significativo per capire cosa volesse dire l'horror negli anni settanta, quando le esigenze commerciali andavano di pari passo con una visione del mondo disincantata e cinica; ma è anche vero che il film finisce per funzionare più per singole scene che nel complesso, causa una sceneggiatura che a tratti gira a vuoto e preferisce ripiegarsi su stilemi già collaudati: vedere la povera "vittima sacrificale" Marilyn Burns ancora una volta preda del maniaco di turno (che attacca con una falce invece della più potente motosega) chiaramente ispira una certa stanchezza. Un film che non nasconde i limiti di un'opera realizzata dopo un capolavoro, ma che resta in ogni caso da non perdere per appurare la perizia del regista e comprendere la progressione della sua poetica. Da segnalare nel cast un giovane e già perfido Robert Englund.


 


IL DVD


Già pubblicato dalla Eagle nel 2005 in un cofanetto che raccoglieva altri classici del genere, Quel motel vicino alla palude, si guadagna finalmente la sua prima edizione digitale "da solo", che sembra riprendere in tutto le caratteristiche della vecchia vhs della Pulp Video: formato widescreen, versione integrale – quindi con l'audio italiano che presenta dei buchi in prossimità delle scene inedite – e solo il trailer come extra. La qualità video giustamente non è paragonabile a quella del vecchio supporto analogico e perciò l'immagine sa valorizzare i giochi cromatici della fotografia, anche se il master è viziato da alcuni segni e da una grana abbondante che limita la definizione. Molto meno bene vanno le cose dal versante audio, dal momento che la traccia italiana ha una resa pessima, molto chiusa e l'upgrade in multicanale risulta a conti fatti inutile, mentre la traccia inglese è più squillante e realistica. Tutto questo senza considerare come l'adattamento italiano in sé sia carente e mitighi parecchio le espressioni forti presenti nello scipt. Purtroppo dobbiamo a tal proposito rilevare come i sottotitoli in italiano, secondo una cattiva usanza nostrana, non sono ricavati da una nuova traduzione dei dialoghi, ma dal doppiaggio italiano. Pur con queste riserve, comunque, l'edizione è capace di restituire abbastanza la forza del film di Hooper.


 


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