EDITORIALE – Folgorante "lungo addio" dall'Isola dei famosi

aldo busi e l'Isola dei famosi
Con la partenza (e la radiazione dalla televisione di stato) di Busi dall'Isola il talento viene messo sempre più da parte. E di conseguenza, anche quella grazia dell'improvvisazione che ha sempre fatto grande ogni arte (anche la tv) e ci ha fatto vedere il volto della Ventura mai così terrorizzato. Il nuovo motto è "grigiore è rigore". Adeguamoci ed esaltiamoci

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aldo busi e l'Isola dei famosi

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Voleva essere un editoriale classico, di quei bei pezzi giornalistici che annunciano le novità che ci saranno sul sito da qui ai prossimi mesi. Voleva annunciare rubriche nuove, spunti di riflessioni, spazi dove emerge la linea di Sentieri Selvaggi. Poi però, come spesso avviene, i programmi saltano. Non c'è e non ci sarà mai un editoriale di questo tipo. Le novità, se volete, le scoprirete da soli. Questo perché nella scorsa puntata dell'Isola dei Famosi c'è stato uno dei momenti più alti ed emozionanti di questo programma: Aldo Busi decide di lasciare il programma. Lo fa a modo suo, con un balletto dialettico indimenticabile, simile a quello che fece inorridire Giuliano Amato in un programma-tv di diversi anni fa sulla letteratura del quale non mi ricordo neanche il nome ma il corpo televisivo di Busi non  è stato scalfito dal tempo. Ebbene, mercoledì scorso. Inizia con un dialogo in cui non riesce a mettere l'auricolare con doppi sensi degni di una sceneggiatura di un film di Cukor ("Me l'ha messo meglio Rossano" dice Busi) mentre una rigida Ventura replica soltanto ("questo è un gol a porta vuota"). Lo schermo è diviso in due. Uno split-screen più ampio dalla parte dello scrittore piuttosto che della presentatrice. Una scelta di campo, una sorta di preveggenza su quello che stava accadendo? Non credo. Sembra che stavolta invece la Simona nazionale, sicuramente abilissima nella sua capacità di visibilità, abbia cercato di nasconder/si non riuscendo a governare il suo 'indisciplinato' concorrente. Notare poi la distanza che si è creata tra Busi e gli altri partecipanti. Lui è davanti lo schermo, gli altri sullo sfondo, in profondità di campo. Non si vede ma c'è una linea netta che li separa. Forse che li ha sempre separati. Fa prima dell'autoironia, si nomina "mozzo barracula", poi il clima improvvisamente cambia e lui decide di lasciare l'Isola. Il resto lo sapete. Contesta il papa, denuncia l'omofobia e viene radiato dalla Rai. Al di là delle singole valutazioni ideologiche o morali (ognuno ha le sue) due considerazioni: il volto della Ventura ogni volta che Busi apriva bocca era terrorizzato e ha regalato una grazia d'improvvisazione televisiva così spontanea che si vede solo raramente; con la partenza di Busi (simpatico odioso eccessivo divino scegliete voi) comunque il programma ha perso un pezzo da 90. E' come vedere partire Ibrahimovic verso il Barcellona. Le luci abbaglianti dello studio contrastano con quelle sul volto dello scrittore sull'Isola, quasi un riciclaggio di un film di fantascienza anni '50 tipo Viaggio al centro sulla terra di Henry Levin. Dopo Morgan con Sanremo ora Busi sull'Isola. Non è tanto la censura che spaventa o almeno non solo. E' proprio la mancanza di questi fuori programma, questi slanci irrazionali che fanno grandi ogni arte, dalla tv al cinema, dalla pittura al teatro. Ma forse il nuovo motto è "grigiore è rigore". Adeguamoci ed esaltiamoci così. Se ci riusciamo. 


Aldo Busi e l'addio sull'Isola dei Famosi

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    3 commenti

    • trovo busi detestabile dal punto di vista umano. ma è molto interessante ciò che scrive emiliani sullo stato dell'arte della tv e dell'immaginario collegato. c'è da meditarci! complimenti, è importante che una rivista di cinema abbia queste aperture e rifletta su questi temi. grandi selvaggi!

    • Beh a essere ottimisti si potrebbe dire che la dialettica tra il grigio oscurantismo e i picchi fuori dalle righe è un classico. Come niente che dopodomani saltano fuori le gambe delle Kessler :D<br />Cmq condivido: anche se presumibilmente laggiù Busi stava impazzendo, vederlo lasciare l'isola è stato proprio come vedere andare via Ibrahimovic.

    • Martin Pescatore

      Grande Emiliani che da vero blobber ci ha recuperato un pezzo di tv di fine Ancien Régime delizioso! Sembra quasi di assistere all'annunciazione pubblica della morte della supremazia televisiva sull'immaginario collettivo. Come l'Impero Britannico alla fine degli anni dieci, la Tv è dappertutto ma segna il passo alle idee (e pratiche) del nuovo secolo. Nel 900 era l'America, nel 2000 la rete. Addio senza rancore (e bravi i selvaggi a rccontarcelo!)