Euroentusiasmo digitale al Future Film Festival.

Nuove tecniche e soprattutto un nuovo "orgoglio tecnologico" tutto europeo

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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L'Europa punta ad una posizione di primo piano anche nelle nuove tecnologie e nell'animazione, pur senza i mezzi Hollywoodiani. Questo dato è apparso chiaramente all'ultimo Future Film Festival (tenutosi a Bologna dal 16 al 20 di Gennaio 2002), dove diverse compagnie europee del mondo digitale e multimediale hanno avuto modo di confrontarsi.
Grande sicurezza nelle parole di Gabriel White, giovane londinese portavoce della Mill Film (www.mill.co.uk): "Adesso esiste una solida realtà di matrice europea per ciò che riguarda la realizzazione di effetti speciali, come conferma il nostro Oscar per gli effetti de Il Gladiatore". Oltre che nel film di Ridley Scott, la Mill Film è stata coinvolta nella produzione degli effetti speciali di Chocolat, Moulin Rouge, Harry Potter e la pietra filosofale e Tomb Ryder. White spiega che se adesso molti dei talenti di Hollywood sono in realtà degli europei, in futuro questa "fuga dei cervelli" (fenomeno trasversale, che tocca il cinema come l'economia e la ricerca, ndr) presso i grandi centri statunitensi è destinata a cessare, grazie alla vitalità ed alla forza aggregativa delle piccole case Europee. Nel caso londinese è evidente che "le piccole compagnie, che lavorano gomito a gomito nel quartiere di Soho, sono disposte a mettere da parte le rivalità ed a collaborare in un unico team quando hanno a che fare con un progetto veramente valido, come nel caso della Mill Film e di Harry Potter". Gli fa eco Manuel Cristobal della Dygra, compagnia spagnola che si è occupata degli effetti di El Bosque Animato: "In generale è molto difficile per gli animatori europei farsi strada, ma il successo del film prova che sfondare è tutt'altro che impossibile".
Primo lungometraggio spagnolo interamente realizzato in 3d, El Bosque Animato (www.thelivingforest.com) di Angel de la Cruz e Manolo Gomez si è imposto nella top ten spagnola ed è da sei mesi nelle sale. Realizzato in tutte le sue fasi in Spagna e distribuito dalla Buena Vista, si tratta di un film d'animazione caratterizzato da una predominanza della luminosità (grazie al pixel, usato per tutta la durata del film) e da un tipo di animazione "spudoratamente digitale", che non insegue la realtà ma sfrutta tutte le potenzialità informatiche per collocarsi sul piano della fantasia, nella falsariga di successi come Toy Story e Shrek. Ora il film, presentato al festival in anteprima internazionale, è candidato come migliore film d'animazione al Goya Spanish Film Award (Madrid, 2 Febbraio 2002).
Un entusiasmo simile a quello di White e Christobal lo si riscontra nelle parole di Antoine Simkine, portavoce di Duboi, la compagnia francese responsabile degli effetti speciali de "Il Magico Mondo di Amélie". Scopo preciso della casa Duboi (www.dubois.com), che già l'anno passato aveva presentato al Future Film Festival il suo metodo "DuboiColor", è "quello di essere un'officina digitale al servizio dei film, che ne copra tutti gli aspetti tecnici, lasciando al regista solo la responsabilità creativa". E' grazie ad una tecnica chiamata "étalonage" che la magica Parigi di Amélie appare così visivamente vivace e vibrante di colori. L'étalonage interviene infatti sulla calibratura del colore, variandone i parametri e modificandone varietà ed intensità. Ed assistendo al suo making of appare chiaramente quanto la resa visiva (e conseguentemente quella emotiva) del film è in debito con questa tecnica: cieli più azzurri, rossi saturi e più fumettistici, variazioni cromatiche espressioniste. Grazie ad una macchina che "rifilma" il negativo, il metodo messo a punto dalla Duboi lavora sull'anamaforsi dell'immagine ed interviene sul colore. "Se da un lato il cinema è ancora abbastanza arcaico nella sua tecnica e soprattutto nel passaggio dal negativo all copia, le possibilità offerte dal digitale e da officine come la nostra ampliano radicalmente i suoi orizzonti espressivi".
Insomma, anche se mancano ancora i grandi mezzi economici ed i grandi spazi di Hollywood, da quanto è emerso nell'ultima edizione del festival la realtà "tecnico-espressiva" europea sembrerebbe essere alive and kicking, e sempre più determinata a farsi notare su un piano internazionale.

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