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Era stato tra i casi più eclatanti della stagione cinematografica 2023, quando il suo Sound of Freedom aveva sorpreso, diventando, al netto di un film non riuscito, una delle poche opere degli ultimi anni capace di sbancare al botteghino nonostante un budget non particolarmente consistente. Appena un anno dopo Alejandro Monteverde torna con Francesca Cabrini, un progetto molto diverso, ma ugualmente ambizioso.

Il lungometraggio racconta la vera storia di Madre Cabrini, una religiosa che aveva già fondato una rete di orfanotrofi in Lombardia. Nel 1889, dopo aver espresso la volontà di espandere la propria missione su scala mondiale, viene inviata da papa Leone XIII ad evangelizzare le Americhe. Arrivata a New York, si dovrà scontrare con la diocesi locale e con il forte pregiudizio che nel 19° secolo circonda ancora gli immigrati italiani.

Protagonista del film è Cristiana Dell’Anna, che prosegue il suo percorso di crescita dopo le apparizioni in Mixed by Erry e Qui rido io, convincendo anche in questo caso e continuando a segnalarsi come uno dei volti da tenere d’occhio per i prossimi anni. Sulla sua figura è costruito un film per certi versi gigantesco, che si confronta con la storia decidendo di trasporla con toni epici. La ricostruzione, a livello prettamente visivo, è effettivamente ciò che funziona meglio. Spesso nel cinema contemporaneo si vedono opere con un look posticcio, estremamente artificioso. Qui invece la cura sembra essere stata maniacale ed è ancor più apprezzabile perché fatta su larga scala: ambienti vasti interamente ricreati, costumi molto ricchi, tantissime comparse.

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Purtroppo però non si può parlare invece allo stesso modo della ricostruzione storica. Va bene modificare o approssimare alcuni elementi per renderli funzionali rispetto alla drammaturgia. In questo caso il problema però è che tali approssimazioni sembrano dipendere più che altro da un’idea politica che vi sta alla base. Francesca Cabrini sembra essere l’anti-Rapito in tal senso. Se Marco Bellocchio ci ricordava l’enorme scarto tra Stato e Chiesa ai tempi dell’unità d’Italia, la profonda ostilità che regnava tra i due, Monteverde mette in piedi una realtà di segno opposto. Il film è ambientato nel periodo immediatamente successivo alla presa di Roma, quello del non expedit e in cui proprio papa Leone XIII complottava per ripristinare lo Stato Vaticano. Il lungometraggio, in cui la risoluzione avviene grazie anche alla collaborazione pacifica tra le due istituzioni, sembra invece costruito ad hoc per mostrare un mondo diverso e rivendicare una presunta amicizia tra le due istituzioni, presente fin dalle radici.

Nonostante l’ottimo comparto tecnico (il film sembra essere prodotto con un budget molto più alto di quello effettivo) e recitativo (oltre a Dell’Anna, i convincenti John Lithgow, David Morse, Romana Maggiora Vergano e Giancarlo Giannini), Francesca Cabrini è quindi un film che stona nel panorama contemporaneo perché troppo ambiguo.

Titolo originale: Cabrini
Regia: Alejandro Monteverde
Interpreti: Cristiana Dell’Anna, David Morse, John Lithgow, Giancarlo Giannini, Romana Maggiora Vergano, Federico Ielapi, Virginia Bocelli, Rolando Villazòn, Jeremy Bobb, Fausto Russo Alesi, Federico Castelluccio
Distribuzione: Dominus Production
Durata: 142′
Origine: USA, 2024

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