Ci troviamo durante la guerra sino nipponica e Zhang Ga è un ragazzino spinto a diventare un guerrigliero della resistenza cinese a causa della uccisione della nonna, che proteggeva Zhong, un coraggioso capo dell’esercito della Cina, da parte dei soldati giapponesi.

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Zhang ga interviene sull’immaginario infantile trasferendo il gioco della guerra a misura del giovane protagonista che si muove sui fondali multicromatici del conosciuto disegno giapponese del tradizionale manga. L’avvio della storia pare appartenere ad un episodio mensile del libro Cuore con il ragazzino che tenta di difendere l’anziana e coraggiosa nonna dai brutali soldati dell’esercito nemico, ma il prosieguo alleggerisce il senso e pur svolgendosi i fatti, all’interno di una cruenta contesa bellica, il film riesce ad alleggerire i toni e trasformare perfino il coraggio in imprevedibile fortuna e la ingenua baldanza di Zhang Ga in ludica occasione di crescita. La pistola di legno e l’episodio della cattura del giapponese ad opera del giovane protagonista portato sulle spalle dallo stesso prigioniero, testimoniano in tale senso. Fluido e scorrevole, a tratti molto accattivante, per un ritmo che riesce sempre a mantenere alto l’interesse per la trama, Zhang Ga è un film che, proprio per le sue caratteristiche, si dirige volentieri ad un mondo infantile che sarà catturato dalla forza della storia e delle immagini affidate ad un disegno semplice, ma curato, nella sua tradizionale fissità, e potrà trovare interesse anche nel mondo degli adulti per la descrizione semplice, ma di efficacia narrativa immediata, di questo percorso di iniziazione che, senza troppe paludate intenzioni, Sun Li-jun e l’altro sceneggiatore Ma Hua, hanno compiuto nello scrivere la storia. Il ritmo incalzante del film, che nella parte finale raggiunge una vorticosa suspance è, come si diceva l’altro pregio del film che si stempera, nel finale solo parzialmente prevedibile, cioè fin quando non vedremo il giovane Zhang Ga essere diventato un rivoluzionario per la nuova Cina che si andava preparando. Il film, in questo finale da realismo socialista, capovolge le proprie intenzioni e ribaltando i risultati ci racconta, nella sua tipica, luminosa apoteosi finale, il passato non di Zhang Ga, ma di un popolo che si vuole coraggioso e infantile, ma anche determinato e caparbio come solo i bambini sanno esserlo. Ma in fondo è solo un’opera di fantasia ed è solo un disegno animato, nella vita che chiamiamo reale, la storia ci ha insegnato un’altra verità che non sempre appartiene a quel luminoso futuro che il film ci vuole suggerire.

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