"Good as you", di Mariano Lamberti
Gradevole, leggera e per nulla volgare, la prima gay comedy italiana aggira l'ostacolo dello stereotipo perché lo accetta consapevolmente destrutturandolo e rendendolo maschera cosciente e vera, con buona pace di Militia Christi. Peccato per l'eccessiva chiusura nel proprio circolo narrativo, che lascia fuori la realtà, rendendo Good as you evanescente e meno efficace di quanto avrebbe potuto essere
Lo spettacolo può cominciare. Good as you si autoproclama la prima gay comedy italiana e ci tiene ad essere puramente gay: a non utilizzare cioè, come ha dichiarato il regista Mariano Lamberti, gli schemi narrativi e i contesti eterosessuali in cui di solito si svolgono le vicende dei gay. Così, tra innamoramenti e disinnamoramenti, feste in maschera, scoperte sconvolgenti, liti, accoppiamenti occasionali, pianti e scenate, gli otto si incontrano, si prendono e si lasciano per poi, più o meno, riprendersi.
Le intenzioni di regista e autori sono realizzate nell’adesione alla visione della normalità gay, – Adelchi, Claudio, Francesca e tutto sommato Marina: belli, professionisti e non appariscenti –, che confina con l’esuberanza dello stereotipo – la checca isterica Marco, la butch Mara –, che però è o vuole essere, come lo stesso Lamberti ha dichiarato, stereotipo per scelta, maschera consapevole e fiera di esserlo. In questa caratterizzazione e nell’(auto)ironia che ne consegue sta l’aspetto più coraggioso di Good as you.
Astutamente confezionata su criteri visivi – il montaggio, i furbi titoli di testa e quelli di coda –, giovanil-anglicizzanti, che strizzano l’occhio a Mtv e insieme alla commedia sentimentale italiana di ultima generazione, e tuttavia gradevole, divertente e per niente – con buona pace di Militia Christi – incline a scene o situazioni banalmente scandalose, Good as you però paga il prezzo di un’inconsistenza subdola che la rende facilmente dimenticabile: godibile durante la visione, evapora troppo presto. E il problema è, come spesso accade, la mancanza di rapporto con la realtà, con la Storia e il mondo circostante.
È vero che di problemi sociali, crisi, lavoro e affini si parla tanto e spesso male e a sproposito, ma fa un certo effetto guardare un film italiano del 2012 in cui non viene nemmeno sfiorato il discorso. Altro dato mancante è la realtà eterosessuale: va bene evitare il tracciato usuale dei film sui gay raccontati da un punto di vista o in un contesto eterosessuale, ma Good as you non contempla nemmeno l’eterosessualità, se non come confusione – Silvia, il medico-amante di Claudio –, o passatempo occasionale – Marina e Nico.
Importante il messaggio finale sulle famiglie arcobaleno, ma rischia di essere banalizzato da un discorso sulla libertà che può passare come settario. La scelta coraggiosa è quella di puntare sull'autoironia, sulla consapevolezza dello stereotipo e Good as you riesce a far passare, con ritmo sapiente, il messaggio universale che ci vuole tutti in difficoltà quando siamo alle prese con l'amore. Con un po' più di coraggio e di realtà sarebbe stato un film molto più efficace.
Regia: Mariano Lamberti
Interpreti: Enrico Silvestrin, Lorenzo Balducci, Daniela Virgilio, Lucia Mascino, Elisa Di Eusanio, Diego Longobardi, Micol Azzurro, Luca Dorigo
Origine: Italia, 2012
Distribuzione: Iris Film
Durata: 100'
L'HO VISTO IERI!!!!! MI SONO SPACCATO DALLE RISATE! E' UN FILM INTELLIGENTE DOVE SI RIDE E CI SI COMMUOVE ANCHE! CAST ECCEZIONALE! CI VOLEVA IN QUESTO PAESE!
C O N S I G L I A T I S S I M O !!!!
A me ha fatto molto ridere! E poi nessuna retorica o patetismo. Luoghi comuni na come esistono. Bello