I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio, di Keiichi Sato
Il reboot della serie classica condensa l’intera prima stagione di episodi animati in appena un’ora e mezza di durata, risultando un riassunto frenetico e vorticoso. Una tecnica di animazione stupefacente ma fredda, che fallisce nel tentativo di rendersi fruibile dalle nuove generazioni con un universo narrativo qui semplicemente abbozzato
Il risultato purtroppo sembra non riuscire pienamente in nessuno dei due intenti: il film di Keiichi Sato condensa l’intero arco narrativo della prima stagione (circa sessanta episodi) in appena novanta minuti di durata, sacrificando la chiarezza narrativa sull’altare della spettacolarità visiva. Spettacolarità che non viene mai messa in discussione, certo, grazie a una tecnica di animazione stupefacente in grado di proiettare i combattimenti, le armature e i dettagli direttamente nel futuro dell’immagine, con buona pace di tutti i nostalgici che mal sopportano le innovazioni in CGI; ma è anche, inevitabilmente, un’animazione fredda e distante, forse troppo debitrice della grafica dei videogiochi per poter creare volti ed espressioni in grado di emozionare davvero. In questo riassunto frenetico e vorticoso, quindi, i primi a farne le spese sono proprio i personaggi, abbozzati se non addirittura inesistenti; in questo modo non solo si dà per scontato che lo spettatore medio li conosca già a menadito, ma si esclude inevitabilmente il neofita dal piacere della visione, perso nei meandri di una vicenda affrettata e confusa nella quale appare impossibile riuscire ad orientarsi. Un’occasione parzialmente sprecata, e certamente molto meno coraggiosa rispetto a Capitan Harlock 3D di Shinji Aramaki, che non era solamente un prodotto più compiuto dal punto di vista narrativo, ma anche e soprattutto il tentativo (riuscito) di rifondazione di un immaginario – con tutte le influenze e le contaminazioni del caso.
Titolo originale: Legend of Sanctuary
Regia: Keiichi Sato
Distribuzione: Key Films
Durata: 95'
Origine: Giappone, 2014