I FILM IN TV – Film della settimana: LA PATTUGLIA SPERDUTA di John Ford
Il grande sentiero di John Ford è dentro e fuori il western, negli spazi infiniti dove lo spirito si apre all'insondabilità dell'essere, tra percorsi più accidentati, profetiche pulsioni sotterranee e il mistero inesauribile della gratuità del suo mondo che avrebbe potuto non volere o volere diversamente. Sabato 23 a Fuori Orario.
Durante
Non è certo il titolo più amato dai "fordisti/fordiani", ma restare indifferenti al regista americano per eccellenza è assai arduo. Il grande sentiero è dentro e fuori il western, negli spazi infiniti dove lo spirito si apre all'insondabilità dell'essere, tra percorsi più accidentati, la maturità più patetica e il mistero inesauribile della gratuità del suo mondo che avrebbe potuto non volere o volere diversamente. Quella pomposa "artisticità" (il film è girato nel deserto di Yuma e ha vinto l'Oscar per la migliore colonna sonora grazie a Max Steiner), di La pattuglia sperduta non intacca minimamente il suo atto di passione univoco che combatte la divinizzazione del relativo, in ogni inquadratura e per ogni metro di pellicola. Ford ha inseguito un sogno senza mai mitizzarlo e dilatandolo nella realtà sofferente fino a farci perdere in essa. La pattuglia è sperduta, incapace di giungere al fondo dell'abisso, i cui lamenti ci prendono e ci avvolgono, senza lasciare scampo. Chi ha deciso di eliminarci una alla volta, poco a poco, usando l'arma del terrore e la storia della salvezza come realtà oggettiva e letterale? Tempi di cronica paura, in cui la pattuglia smarrita e senza radici, ai margini di una civiltà o comunità isolanti, negli ingranaggi della paranoia, o dell'annullamento culturale, quando il pericolo è sottoterra da sempre (vedi Spielberg) e non in superficie dove si subisce una pulsione suicida collettiva. Essere presi di mira da una falsa coscienza collettiva, dai fallimenti del nostro primo mondo in cui si è costretti a privatizzare perfino i propri credi. Cinema d'autorità visiva che non mortifica la ragione delle parole e della retorica, ma la eleva, contestandole l'onnicomprensività, l'autosufficienza. Sotto assedio senza comprendere le ragioni, i comandi, ma convinti che andare avanti come se niente fosse successo trascenda il pensabile e salvi dal non pensare. Altri tempi, altri spazi, ma sempre, come oggi, un'ambigua morale: ogni tanto si deve e si può essere allegramente amorali con la macchina da presa. Di solito, però, prima di muoverla, è meglio pensarci bene, e Ford è stato sempre il più veloce del west…
Con Victor McLaglen, Boris Karloff, Fallace Ford, Reginald Denny, J.M. Kerrigan, Billy Bevan, Alan Hale
USA, 1934,
Sabato 23 Luglio, ore 01:00, Raitre