I semidei, di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta

Un racconto che mette un punto fermo su una città vittima di molte sventure, ma anche erede storica di una cultura antica. VENEZIA80. Giornate degli Autori. Notti Veneziane

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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La bellezza dei Bronzi di Riace, la loro storia ad oltre 50 anni dal loro ritrovamento e insieme i tratti della storia di una città complessa e difficile come Reggio Calabria. Alessandra Cataleta e il regista di Il padre d’Italia firmano questo film che compone il cartellone delle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia. Per quanto riguarda Fabio Mollo è questo un film con il quale torna nella sua città d’origine e forse salda un conto aperto, prova a lenire ferite che assomigliano a quelle della sua città.
Il racconto è legato alle vicende che riguardano i Bronzi di Riace, il loro diventare messaggeri di un messaggio di pace in quegli anni che per Reggio Calabria furono di sangue, ma il racconto si allarga anche per ricordare le polemiche che seguirono al loro ritrovamento e i procedimenti giudiziari per intestarne in via definitiva il rinvenimento tra le sabbie bianche dei fondali di Riace.
I semidei è un’escursione nel passato di Reggio Calabria e della sua provincia per fermare i ricordi e attraversare il presente, tra affiliazioni ‘ndranghetiste e storia recente dimenticata con un occhio trasversale e mai diretto all’accoglienza della Riace di Mimmo Lucano e uno sguardo a quel passato che resta utile strumento per interpretare il presente. Su tutto però i Bronzi e la loro bellezza nelle fattezze dei due guerrieri, le ipotesi della loro origine legata alla tradizione greca e le altre affidate allo studioso Castrizio sul loro essere giunti fino alle sponde del Mediterraneo calabrese con le alternative di un viaggio che le restituisse alla Grecia o la possibilità che le due statue bronzee fossero state concepite e realizzate proprio nell’antica Reggio. Tutte ipotesi affascinanti come lo è l’archeologia così somigliante ad un libro mai scritto che completa man mano il suo profilo e la direzione del suo racconto.
I semidei nel raccontare le vicende delle due statue, il loro travagliato restauro e la loro conseguente fragilità, si fa racconto personale di una città cui il regista è legato per nascita e per crescita prima del salto – che sembra obbligato da quelle parti – per dare corso alle proprie aspirazioni. Costruito con materiali di repertorio, alcuni davvero preziosi e rari come alcune sequenze che raccontano i dimenticati fatti di Reggio Calabria del 1970 tra spinte neofasciste del “boia chi molla” e incompresa rivolta di popolo o altrettanto pregevoli interviste come quella ad Adele Cambria altra rappresentante di quella città vittima di una diaspora infelice che la obbliga malamente ad un ruolo secondario, I semidei diventa riflessione sulla controversa città dello Stretto.
Sono i recenti fatti di Cutro con la strage dei profughi annegati nelle acque della cittadina ionica del catanzarese, a dimostrare la solidarietà che negli anni è stata costruita come pensiero collettivo per il dolore che quella vicenda ha sparso restando un’altra pagina nera aperta sul territorio calabrese.
Su queste suggestioni si sviluppa il film di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta che contrappone all’efficacia e pregnanza della sua prima parte, una minore compattezza e un più lento ritmo narrativo verso il finale con un rallentamento del racconto nel quale trovano spazio le sequenze della processione religiosa dei Santi Cosma e Damiano a Riace. Un racconto che mette un punto fermo su una città vittima di molte sventure, ma anche erede storica di una cultura antica che i due guerrieri di Riace hanno saputo testimoniare e portare come dote con il loro ritrovamento. I due autori credono a questa rinascita culturale e affidano queste speranze ai sogni di una giovanissima donna, figlia calabrese di immigrati cui auguriamo di vederli realizzati mentre volano alti sul cielo di Riace.

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La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.2
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Il voto dei lettori
3.38 (8 voti)
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