Il bel matrimonio, di Éric Rohmer

Pur rimanendo apparentemente in superficie, il regista rivela un talento unico nel fare intravedere le profondità dell’animo umano. Secondo capitolo della serie “Commedie e proverbi”.

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Quale mente non divaga? Chi non fa i castelli in aria? Eric Rohmer passa dai colori freddi de La moglie dell’aviatore a quelli caldi autunnali (rosa antico, rosso e marrone) per narrare l’educazione sentimentale di una venticinquenne provinciale che ha un temperamento d’artista. Sabine (una magnifica Béatrice Romande che ha vinto il Premio Fenice come migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia del 1982) passa letteralmente da una posizione libertaria (è amante di Simon, un pittore sposato e con figli) ad una apparentemente convenzionale (la scelta di un matrimonio lampo). Lo shock è provocato da una telefonata della moglie del pittore Simon che interrompe il loro amplesso. Sabine è una studentessa d’arte che si mantiene facendo la commessa in un negozio di antiquariato: il suo temperamento d’artista la fa spesso guardare fuori dalla finestra alla ricerca di un altrove impossibile. Punta il maturo avvocato Edmond (André Dussolier), lo seduce, lo invita alla festa dei suoi 25 anni. Ma la differenza di caratteri e di aspettative è evidente, come anche la posizione sociale. Sabine gli mostra una riproduzione di Millet (Le Parc à Moutons-Clair de Lun) ma Edmond non conosce l’arte anche se apprezza il valore delle porcellane del Jersey. Sabine al contrario adora Man Ray, l’arte gotica e il grafismo pittorico di Alberto Valli che intravediamo nell’atelier del suo amante pittore. Anche quando Sabine lascia ad Edmond un suo disegno in regalo, lui lo dimentica. Edmond è pragmatico, dedito al lavoro e in una posizione di potere. È in fuga da qualsiasi legame duraturo e lontanissimo dalle aspirazioni artistiche della giovane Sabine.

Éric Rohmer costruisce i suoi personaggi facendoli evolvere attraverso i dialoghi. Fondamentali sono le conversazioni di Sabine con l’amica Clarisse (Arielle Dombasle) la quale sembra prima agevolarla ma poi manipolarla per i suoi giochetti alto-borghesi. Gli scambi con il primo amore Claude (Vincent Gauthier che rivedremo ne Il raggio verde) all’interno di una chiesa con splendide vetrate gotiche e la resa dei conti nell’asettico studio dell’avvocato sono il manifesto di un gap socioculturale incolmabile. Éric Rohmer si occupa personalmente della scenografia della camera di Sabine arricchendola di poster e di motivi sferici (il sole, la luna, il disegno della lampada): il colore rosa dominante riflette il carattere della giovane inquieta. Distaccata dalla bellezza del suo universo artistico, Sabine si scontra con il cinismo del mondo degli adulti cui contesta la ipocrisia. Troppo matura per potere avere amiche coetanee e troppo giovane per capire i compromessi degli adulti, Sabine ha una esplosione nevrotica che rivela la sua frustrazione nel cercare di cambiare sé stessa.

Pur rimanendo apparentemente in superficie, Éric Rohmer rivela un talento unico nel fare intravedere le profondità dell’animo umano. Riesce anche a rendere naturali tutte le interazioni dei personaggi immergendoli perfettamente sia nel contesto cittadino (Parigi) che in quello provinciale (Le Mans).

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Girato in 35 mm, secondo capitolo della serie “Commedie e proverbi”, Il bel matrimonio è un acquerello dai colori caldi che esalta le vertiginose oscillazioni sentimentali di una giovane artista. Sabine scandisce bene le parole anche quando dice cose terribili, la sua recitazione ricorda quella di Fernandel (è lo stesso Rohmer a dichiararlo in una intervista) ma con la prevalenza del drammatico sul comico. Sabine parla di differenze sociali, di maschere di convenienza, di paura di donarsi troppo, di coerenza con la ricchezza del proprio universo interiore: qualcuno è disposto ad ascoltare tutte queste verità? Forse bisogna tornare a guardare gli altri senza aspettarsi troppo: sul treno il giovane passeggero è immerso nella lettura come nell’incipit del film. Forse è l’uomo giusto per riprovare a divagare, a costruire castelli in aria.

 

Titolo originale: Le beau mariage
Regia: Éric Rohmer
Interpreti: Béatrice Romand, André Dussolier, Féodor Atkine, Arielle Dombasle, Huguette Faget, Thamila Mezbah, Sophie Renoir, Hervé Duhamel, Pascal Greggory
Distribuzione: Academy Two
Durata: 97′
Origine: Francia, 1982

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
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