Il caso Talk To Me: l’horror australiano in Italia è V.M. 18

L’horror degli YouTuber australiani è attualmente in sala con la pesante etichetta già adottata per i nostrani La scuola cattolica e Piove. Hanno ancora senso i divieti per queste uscite?

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Nel 2021 in Italia un intervento ai sensi della Legge Cinema che introduce il sistema di classificazione, superando apparentemente una volta per tutte la desueta pratica di poter “censurare” le opere cinematografiche.

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Tale procedimento, firmato dall’ex Ministro della cultura Dario Franceschini e dal Presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, reca evidenti lacune ed angoli bui.

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Sempre nel 2021 infatti, a soli sei mesi di distanza dal “Decreto Censura”, l’uscita in sala de La scuola cattolica di Stefano Mordini viene arrestata a seguito di un inatteso provvedimento della Direzione generale “Cinema e Audiovisivo” che ne prevede l’immediata classificazione come titolo Rated R (divieto agli under 18), dopo la sua presentazione ufficiale alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Subito il produttore del film, Warner Bros, denuncia la natura profondamente politica, limitativa e lesiva del gesto, rispetto alla libertà artistica e di espressione dei suoi autori.

Il film di Mordini sui fatti del Circeo non resta un caso isolato e ad appena un anno di distanza, un altro titolo italiano che nessuna previsione avrebbe potuto problematizzare come controverso e tacciabile di divieto ai minori, subisce la medesima sorte. Si tratta di Piove, l’horror sulla rabbia giovane, la disfunzionalità familiare e l’isolamento, diretto da Paolo Strippoli.

La motivazione ufficiale dell’improvviso Rated R che si abbatte su Piove, indicato dalla neo-istituita Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, afferma che “in ragione della presenza di scene estremamente cruente, che rappresentano atti violenti in modo dettagliato e prolungato, inducendo nello spettatore uno stato emotivo di turbamento, risulta doverosa l’applicazione di un ulteriore divieto”.

Così come La scuola cattolica però, anche Piove di Paolo Strippoli, ancor prima di giungere in sala, passa per un circuito festivaliero (17° edizione della Festa del Cinema di Roma) permettendo a moltissimi spettatori di osservarne e discuterne i contenuti, dimostrando in seguito l’inadeguatezza e la fragilità delle decisioni ministeriali, considerata soprattutto l’immediata ed inevitabile presenza dei due titoli in questione sul catalogo web preso d’assalto dalla cosiddetta pirateria.

Tutto sembra destinato a ripetersi oggi con il caso Talk To Me, l’elevated horror dei gemelli australiani Philippou, prodotto da A24 e distribuito nel nostro paese da Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures.

Dopo un grandissimo successo negli Stati Uniti, dove ha incassato 47 milioni di dollari (72 milioni in tutto il mondo) a fronte di un budget molto ridotto, Talk To Me sbanca in questi giorni anche il botteghino italiano.

Il caso Talk To Me - La censura si abbatte sull'elevated horror

Il film dei Philippou passa infatti dal divieto ai 14 anni al Rated R, a fronte di motivazioni che non soltanto condurranno prevedibilmente ancor più pubblico in sala, ma ne aumenteranno anche e soprattutto l’afflusso di download illegali, considerata la sua ferrea presenza, precedente alla distribuzione al cinema, sui maggiori siti Torrent globali.

Illegali eppure non censurabili, così come le piattaforme social, che ancor prima delle sale lo hanno debitamente pubblicizzato, mostrandone liberamente gli elementi di terrore e violenza.

Nonostante la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche abbia affermato che “la violenza è mostrata in maniera esplicita e insistita in numerose scene e può essere pericolosa per gli individui; inoltre, essendo mostrata e contestualizzata nell’ambito di un gruppo di amici che si divertono di fronte al pericolo che corrono alcuni di essi, tale violenza può generare emulazione ed apparire come desiderabile”, quella che può che sembrare una punizione, apparirebbe però, osservandola da una prospettiva differente, come una spinta capace di generare ulteriore curiosità e dibattito.

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