Il mistero di Dante – Incontro con Louis Nero, F. Murray Abraham, Valerio Massimo Manfredi, Gabriele la Porta e Franco Nero
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Il film è un viaggio alla ricerca del contenuto esoterico dell'opera del sommo poeta Dante. 'Un'indagine poliziesca negli innumerevoli cunicoli d'interpretazione dell'opera del più grande genio italiano del Trecento', come ha dichirato il regista nel pressbook.
Presenti in sala, oltre al regista, alcune delle 'guide virgiliane', esperti studiosi che hanno cercato di aiutare lo spettatore a muoversi all'interno del groviglio delle interpretazioni simboliche della Divina Commedia che si sono succedute nel tempo, Valerio Massimo Manfredi e Gabriele
L'uscita del film in occasione della festa di San Valentino è una scelta dell'autore in omaggio al gruppo iniziatico fiorentino 'I fedeli dell'amore' di cui lo stesso Dante faceva parte.
Quale è stato il tuo approccio a Dante?
Louis Nero: Io volevo trasporre in forma cinematografica il mio viaggio all'interno del mondo di Dante. Quando ho iniziato ad affrontare Dante non conoscevo bene questo aspetto della simbologia, volevo provare ad attuare il messaggio cercando di cambiare i miei stessi punti di vista. Conoscendo le persone questa idea si è capovolta. Ognuno deve partire dalle idee che ha, per poi distruggerle e trasformarle. Io ho portato la testimonianza di persone che sono riuscite a cambiare idea.
Com'è stato coinvolto in questo progetto, quanto conosce Dante?
F. Murray Abraham: La questione non è tanto come Dante ci parla oggi ma penso che bisogna esaminare il perchè sia ancora e sempre un classico e cosa lo rende universale. Siamo sopravvissuti come civiltà alla peste nera che è stata l'esperienza più brutta per l'umanità. Oggi possiamo distruggere tutto con le armi nucleari e allora la domanda è: dove si trova la speranza? Noi siamo stati lì e siamo sopravvissuti. Com'è possibile che il frutto di un lavoro come
Prossimamente farò un musical tratto da Bertolt Brecht, il mio ruolo è la voce di Brecht stesso. Una delle canzoni che canterò l'ha cantata davvero lui, si chiama 'la canzone inutile' e le parole dicono: “e all'inizio non riesci devi provare ancora e ancora e se non hai successo, ancora. Ma se è inutile, è inutile”. La nostra vita è troppo dura. È inutile, provare non vi basta. Sono affermazioni molto ciniche ma se fosse stato veramente cinico non avrebbe scritto la canzone. Accetta il mondo e cerca di cambiario. Il cuore a un certo punto si unisce con l'intelletto. Dante ha visto il purgatorio e l’inferno e ha deciso che c'è un modo di uscirne. In questo momento storico serve questo tipo di immaginazione. Un esempio di oggi è quello di Papa Francesco.
Qual è il vostro rapporto con la cultura esoterica?
Valerio Massimo Manfredi: L'esoterismo è sempre esistito, nel mondo classico c'erano i misteri per gli iniziati ed era così rigorosa la custodia del segreto che violare o profanare comportava la pena di morte. In ogni società coloro che ritenevano di aver raggiunto gradi di conoscenza superiore non volevano inquinarla. Non l'ingresso in una nuova era ma l'uscita da un era difficile è sempre segnata da uno di questi grandi uomini. Per esempio l'Epopea di Gilgamesh è l’uscita del genere umano dal neolitico e ha manifestazioni così alte e vertiginose che lasciano senza fiato. Ciò significa che c'era un gruppo di persone che coltivava quella forza e capacità di andare oltre. Un verso di quest’opera dice: “la vita dell'uomo è come la libellula che vola sulla superficie del fiume. Per un attimo leva gli occhi verso la luce del sole e poi non è più nulla”. Il verso “Ed è subito sera” della nostra letteratura è la stessa cosa. Omero a sua volta è l'uscita dall'età del bronzo, età di massacro che termina con cataclismi, ma l'uscita è Omero che non è altro che la punta di un iceberg di cui fanno parte migliaia di cantori di strada che hanno prodotto il ciclo troiano, 120 mila versi. Dante è l’uscita dalla peste, dalla fame e dalla guerra e rappresenta l’ingresso nel Rinascimento. Ma prima di lui, prima di morire Roma aveva prodotto uomini come Seneca che andavano oltre. Ogni volta c'è sempre un uomo più avanzato e sofisticato, spirituale e intenso, capace di guidare i fratelli verso la speranza. Attorno a questi uomini c’è sempre un gruppo. Il pericolo è pensare che questi gruppi di uomini generosi e colmi di speranza siano delle sette di piccoli uomini gelosi dei loro piccoli segreti.
Il film fa venire voglia di rileggere
Gabriele
Il film utilizza la classica forma del documentario, con varie interviste, ad eccezione della parte iniziale in cui è un mockumentary a tutti gli effetti? Come mai questa scelta?
Louis Nero: Il film è a metà tra documentario e fiction, il simbolismo è superiore alla realtà. Ho voluto ripercorrere il viaggio Dante, dall’inferno alla luce. Prima di aprire gli occhi bisogna eliminare i preconcetti, noi siamo ciechi. La sensazione di confusione è come quella che ha la protagonista nella parte iniziale. La confusione persiste finchè non ci mettiamo in discussione.
Qual è il ruolo della musica nel film? Ci sono atmosfere (soprattutto percussioni) che si ripetono.
Louis Nero: Il suono, non tanto musica, è importante quanto l’immagine. È il primo elemento con cui si attrae lo spettatore. Gli autori delle musiche Steven Mercurio e Ryland Angel avevano una visione precisa, hanno contribuito. La percussione iniziale che sembra ripetersi è tamburo sciamanico che porta chi ascolta in uno stato rem, ha un ritmo crescente e quando si va verso lo svelamento arriva a coinvolgere tutti i sensi. Nel film ritorna canzone di Barberino che ci ha dato tante informazioni sul simbolismo di quel periodo.
Nel film sono presenti delle animazioni di vari cerchi e gironi della Commedia. Ti sei ispirato a qualcuno?
Louis Nero: Certo, mi sono ispirato al lavoro Gustave Doré che aveva realizzato in immagini esattamente ciò che Dante dice in parole. Io ho aggiunto il movimento alle persone e agli ambienti, niente di più.
In quanto tempo è stato girato il film e in quante copie sarà distribuito?
Louis Nero: Le riprese sono durate tanto tempo, 2 anni, perché sono stati coinvolti tantissimi attori che avevano impegni vari.
Sarà distribuito in 30 copie.
Cosa l'ha spinta a produrre un progetto così?
Franco Nero: Abbiamo già fatto 4 lavori insieme è continueremo, c’è un certo feeling.
Certamente un film da vedere e sentire