Il mistero scorre sul fiume, di Wei Shujun

Tratto da un racconto dello scrittore cinese Hu Ya, un noir che cerca dei riferimenti classici per poi decomporli. Notevole terzo lungometraggio del cineasta cinese con lampi alla Minnelli.

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Un noir carico di turbamento che potrebbe arrivare dall’universo di Albert Camus, citato in apertura. Wei Shujun ha citato anche le influenze wagneriane di Tristano e Isotta proprio per il modo in cui esplorano l’animo umano anche se poi Il mistero scorre sul fiume è un polar apparentemente stilizzato ma in realtà sporco, che galleggia attorno al precipizio dell’abisso.

Tratto dal racconto Errore in riva al fiume, edito in Italia da Einaudi nella raccolta dal titolo Torture (1997) del celebre scrittore cinese Yu Hua, Il mistero scorre sul fiume è ambientato negli anni ’90 nella cittadina di Banpo dove sono stati commessi tre omicidi. A occuparsi del caso viene incaricato il capo della polizia criminale Ma Zhe. I sospetti sono diversi dopo le testimonianze rese dai passanti ma restano le molte zone oscure.

Dopo il road-movie Striding into the Wind (2020) e la commedia nera sulla lavorazione di un film Ripples of Life (2021), al terzo lungometraggio il cineasta cinese affronta le forme del noir non seguendo un percorso tradizionale. L’obiettivo non è solo la risoluzione del caso ma l’esplorazione delle più nascoste e oscure dell’animo umano che lo avvicina, nello spirito, ai polar francesi fine anni ’60/inizio ’70. Il 16 mm, con cui è stato girato gran parte del film, contribuisce non solo a rendere l’atmosfera realistica ma anche a disegnare delle precise geografie dello spazio segnati da interni umidi, palazzi in costruzione dove la mutazione rimanda al cinema di Jia Zhang-ke mentre le zone noir guardano più direttamente a Fuochi d’artificio in pieno giorno di Diao Yinan.

I luoghi del cinema e del teatro sono determinanti, proprio a livello di messinscena: l’insegna di una sala che viene smontata, la struttura-palcoscenico della centrale di polizia. Wei Shujun mostra già una maturità e una consapevolezza sorprendenti nell’affrontare il genere seguendo anche le strade meno battute. Anticipa la tensione anche con il dettaglio di un coltello ma soprattutto fa vedere gli effetti degli omicidi sulla comunità: personaggi sinistri, dove ognuno potrebbe nascondere qualcosa. La pioggia batte incessantemente e il suo rumore diventa parte dei suoni ricorrenti assieme alle voci dei nastri registrati che contribuiscono a rendere il film ancora più opprimenti. Le ricerche vicino al fiume hanno dei lampi alla Minnelli (La tela del ragno), che forse è il segno di un possibile approdo alla classicità del genere che poi deve essere decomposta. Una rivelazione.

Titolo originale: He bian de cuo wu
Titolo internazionale: Only the River Flows
Regia: Wei Shujun
Interpreti: Zhu Yilong, Chloe Maayan, Hou Tianlai, Tong Lin Kai
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 101′
Origine: Cina, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
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Il voto dei lettori
4.2 (5 voti)
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