in nomine Satan, di Emanuele Cerman

Partendo da un intento documentaristico, la vicenda di cronaca nera legata alle Bestie di Satana, la storia sfocia in un realismo dalle pieghe oniriche e metafisiche. Che però non è supportata da una valida rappresentazione di quel male presunto e mai rivelato, che resta accennato negli sguardi diabolici dei personaggi. E nei loro incubi

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Dopo il ritrovamento di Antonio Lepre in stato di shock e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, due agenti dell’antidroga scoprono che il ragazzo è coinvolto nell’omicidio di una sua amica, Angela De Rosa. Dietro quello che sembra un delitto passionale o un massacro dettato da un impeto di rabbia, si nasconde il fenomeno del satanismo giovanile. Gli inquirenti iniziano a indagare portando alla luce altri casi di persone scomparse o che si sono suicidate, sempre attribuibili alla setta.
Opera prima di Emanuele Cerman, in nomine Satan è un film indipendente che nasce dalla collaborazione con Stefano Calvagna. Inizialmente il prodotto doveva avere una destinazione televisiva, ma in fase di pre-produzione si è deciso per il passaggio al grande schermo. Da qui l’esigenza del regista di riscrivere interamente la sceneggiatura per adattarla alle potenzialità espressive del mezzo cinematografico.

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Questa premessa aiuta a comprendere il carattere ibrido della storia che, partendo da un intento documentaristico – la vicenda di cronaca nera legata alle Bestie di Satana –, sfocia in un realismo dalle pieghe oniriche e metafisiche. Il merito della pellicola è di fornire una rappresentazione credibile degli eventi, senza il bisogno di ripiegare su scelte visive eccessivamente macabre e cruente. Attraverso una narrazione lineare, intervallata da flashback utili a ricostruire l’accaduto, i protagonisti, e insieme lo spettatore, approdano lentamente a una verità soffocata dall’omertà e dalla reticenza delle famiglie delle vittime coinvolte. Il film procede quindi su un doppio binario razionale-emotivo: da una parte abbiamo un thriller dal sapore classico con il giudice Roberto Pozzo (interpretato dallo stesso Calvagna) e il suo scettico collega Zeno Maselli (Mattia Mor, che è anche tra i finanziatori del progetto) che tentano di risolvere un mistero oscuro e complesso; dall’altra riviviamo gli eventi passati dalla prospettiva sensoriale dei ragazzi indagati, in un flusso atemporale caotico, con immagini distorte e fuori fuoco, azioni reiterate, cromie sanguigne. E alla fine i due piani arrivano a incontrarsi in un inserto lynchiano che getta un senso di inquietudine sollevando ulteriori interrogativi.

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In nomine Satan lascia volutamente aperte alcune questioni, offrendo giustamente una lettura incompleta dei fatti. Che però non è supportata da una valida rappresentazione di quel male presunto e mai rivelato, che resta accennato negli sguardi diabolici dei personaggi. E nei loro incubi.

Regia: Emanuele Cerman
Interpreti: Stefano Calvagna, Mattia Mor, Federico Palmieri, Tiziano Mariani, Emanuele Cerman, Francesca Viscardi
Origine: Italia, 2013
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Durata: 96’

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