Io sono matto… e tu?, di Dario D’Ambrosi

Costruito come un saggio, ha un ritmo alternato ma efficace e ha il potere di semplificare il tema dei problemi comportamentali di chi soffre di queste patologie e di chi ne deve gestire la diversità.

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Il Teatro Patologico è stato messo in piedi nel 1992, con fini soprattutto terapeutici, dallo stesso regista del film Dario D’Ambrosi. In questo scopo è compreso un percorso integrativo per tutte le persone che soffrono di forme di disagio mentale in quel confine, sempre più labile e sfumato, con ciò che viene detta normalità. I dati che il film porta a conoscenza del pubblico ad inizio del film sono impressionanti. Almeno 17 milioni di italiani hanno a che fare con la malattia mentale.
Il film di D’Ambrosi tra l’informativo, il didattico e il rappresentativo, combinando le tre opportunità che lo strumento gli offre, fa interagire gli attori del suo teatro con la partecipata presenza di alcuni attori molto popolari del nostro cinema (Claudio Santamaria, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Vinicio Marchioni, Stefania Rocca, Marco Bocci, Raul Bova, Edoardo Leo, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi), in un gioco di rimandi tra disagio mentale e normalità. Si tratta di episodi della vita quotidiana dove il confronto tra questi due stati avviene a parti invertite e dove i cosiddetti matti diventano guida e vademecum per i normali per affrontare i problemi della ludopatia o della balbuzie, dell’ossessione sessuale, della pulizia o di quella paranoica e via via continuando. Il filo che lega gli episodi è la vicenda personale di D’Ambrosi stesso, alle prese con una crisi coniugale dovuta al suo dedicarsi quasi esclusivamente ai suoi matti del teatro trascurando ogni attenzione nei confronti della moglie.
Costruito come un saggio, il film raggiunge il suo risultato con un ritmo alternato ma efficace e soprattutto ha il potere di semplificare, con i suoi episodi necessariamente elementari e perfino didascalici, il tema dei problemi comportamentali di chi soffre di queste patologie e di chi ne deve gestire la diversità. Io sono matto… e tu? non interviene e non giudica, non analizza e non avverte, mette in scena quel quotidiano possibile per destabilizzare anche la stessa diversità e l’episodio con Santamaria, il più gioioso tra tutti, ne è un esempio.

A suo modo il film diventa esso stesso materiale visivo inclusivo insinuandosi, coraggioso, con tutta la sua semplicità d’approccio, in un mondo, come quello del cinema, in cui tutto va messo perfettamente a fuoco, nel quale, si auspica, si arrivi ad un incorreggibile perfezionismo. Ebbene Io sono matto… e tu? con la sua parola d’ordine di riconoscimento di una diffusa diversità, non è un film perfetto, ma chi ha mai detto che per stare al mondo (anche del cinema) bisogna essere perfetti?

Regia: Dario D’Ambrosi
Interpreti: i ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico, Claudio Santamaria, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Vinicio Marchioni, Stefania Rocca, Marco Bocci, Raul Bova, Edoardo Leo, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone, Dario D’Ambrosi
Distribuzione: Notoroius Pictures
Durata: 79’
Origine: Italia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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