Kenneth Anger Babilonia

Quello dell’autore di Scorpio Rising e di Hollywood Babilonia è un mondo ancora oggi imperscrutabile di dissolvenze magiche e brutali. Il sacerdote notturno e decadente dell’underground americano.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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ELEFANTI BIANCHI: il dio di Hollywood esigeva elefanti bianchi e gli furono dati – otto mastodonti di gesso appollaiati su piedistalli a megafungo, che sovrastavano l’immensa corte di Belshazzar, la Babilonia di cartapesta costruita ai margini della vecchia pista polverosa chiamata Sunset Boulevard.
Griffith, il regista, nei panni di Dio, dominava dall’alto – un’altezza che non avrebbe mai più raggiunta – la Città dell’illusione, sfrecciando in ascensore su per una torre di trenta metri, verso la macchina da presa con un gigantesco microfono pronto per urlare alle moltitudini ai suoi piedi: “Ciak! Motore”. E a dar vita a tutto quanto” (Hollywood Babilonia)

Se Kenneth Anger non avesse “fatto” film e si fosse soltanto limitato a scrivere Hollywood Babilonia sarebbe comunque (anzi, inevitabilmente) entrato nella storia del cinema e della letteratura. L’attacco prodigioso di cui sopra è chiaramente solo un assaggio della modernità narrativa e cronachistica che contraddistingue uno dei più grandi libri di cinema mai scritti. Il testo, che di fatto anticipò il gonzo journalism e che l’establishment holliwoodiano a lungo censurò per le rivelazioni scabrose, le orge, i suicidi e le tossicodipendenze con tanto di nomi e cognomi, fu pubblicato in Francia nel 1958, ma in Italia uscì solo nel 1979 con la straordinaria traduzione di Ida Omboni. E di fatto questa contro-storia di Hollywood sniffata, dattiloscritta e liberamente “inventata” è sempre stata in realtà l’esibizione onirica in letteratura delle visioni cinematografiche di Anger, scomparso pochi giorni fa a 96 anni. 

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Quasi un secolo di vita e di mitologia: 1927-2023. E nel 1935 la sua precoce partecipazione, mai dimostrata dalla storia ufficiale, in Sogno di una notte di mezza estate di Max Reinhardt. La nonna costumista a Hollywood gli fornisce aneddoti e frequentazioni in celluloide. Da subito cinema e occultismo diventano passioni indiscernibili. Fireworks (1947), girato a soli vent’anni in bianco e nero in 16mm, è una sorta di incubo surrealista sull’attrazione e sull’autodistruzione omoerotica, ha per protagonista lo stesso regista e piace molto a Jean Cocteau, che insieme a Buñuel è, a detta dello stesso Anger, una evidente fonte di ispirazione. E’ l’opera che avvicina il giovane autore agli ambienti parigini e che inaugura tematiche e stile della sua poetica anticonformista. Nei primi anni ‘50 realizza altri cortometraggi sperimentali tra cui Puce moment, Rabbit’s moon, Eaux D’Artifice, girato a Villa d’Este a Tivoli e considerato da Anger “un film perfetto” e soprattutto lo sgargiante Inauguration of the pleasure dome dove proliferano gli omaggi all’esoterismo, al culto di Aleister Crowley e al cinema muto. Sono gli stessi anni in cui inizia anche la stesura di Hollywood Babilonia. Scorpio Rising del 1963 è probabilmente la sua opera più famosa e una pietra miliare per il cinema underground. Uno studio semi-documentaristico sul mondo dei bikers diventa un viaggio delirante e accelerato tra incontri omosessuali, iconografie pop, adulazioni religiose e neonaziste e una colonna sonora di canzoni juke-box del periodo (Bobby Vinton, Rick Nelson, Martha Reeves and the Vandellas, The Crystals) che avrebbe influenzato profondamente il cinema americano successivo. Qualche anno dopo Lucifer Rising diventerà il suo film maledetto. Iniziato nel 1966, è completato solo nel 1972 e distribuito nel 1980 dopo diverse vicissitudini produttive e legali e una colonna sonora scritta da Bobby Beausoleil inizialmente coinvolto nel progetto e poi finito in carcere per aver partecipato ai massacri della Manson Family.

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Gli anni ‘80 scoprono così Anger già dentro la leggenda della storia del cinema e nel 1984 esce una seconda parte di Hollywood Babilonia che prosegue il viaggio dentro gli scandali privati delle stelle del cinema fino a concludere sulla scalata di Ronald Reagan alla Casa Bianca (titolo del capitolo: Il cowboy dell’Apocalisse). Il mito dello scrittore e filmaker sovrasta poi la produzione filmografica successiva e il personaggio si ritira a una vita privata misteriosa che attraversa tre, quattro decenni che annullano i confini spazio temporali. Fino all’11 maggio 2023 che sancisce la fine della sua vita terrestre.

Non sono un satanista. Sono un pagano!” dichiarava in un’intervista al Guardian nel 2010. Nella stessa intervista affermava che la terza parte di Hollywood Babilonia era scritta ma non ancora pubblicata per un capitolo su Tom Cruise e Scientology. Kenneth Anger è stato il Dorian Gray psichedelico di Hollywood. Il suo cinema e la sua letteratura hanno rappresentato un continuo esorcismo tra la vita e la morte, tra l’immagine e l’inconscio. Un mondo ancora oggi imperscrutabile di dissolvenze magiche e brutali. E se Jonas Mekas del cinema sperimentale americano è innegabilmente lo stratega e il principale propulsore, Kenneth Anger ne è stato il sacerdote notturno e decadente. Il visionario e solitario traghettatore verso portali sconosciuti.

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