LA FOTO DEL GIORNO – Morte nel pomeriggio

È stata assassinata all'ingresso della sua abitazione, a Mosca, la giornalista russa Anna Politkovskaya, autrice di reportage molto critici verso la politica del Cremlino nella guerra in Cecenia. La Politkovsakya, 48 anni, era famosa per aver svelato gli abusi sui diritti umani commessi dalle truppe russe e, già in passato, aveva ricevuto minacce.

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La notizia dall'Agenzia Reuters


La giornalista russa Anna Politkovskaya, autrice di reportage apertamente critici verso la politica del Cremlino nella guerra ai ribelli in Cecenia, è stata trovata cadavere questo pomeriggio nel condominio in cui viveva nel centro di Mosca. La Politkovsakya, madre di due bambini, era famosa per aver svelato gli abusi sui diritti umani commessi dalle truppe russe ed aveva mantenuto la sua linea critica malgrado le pressioni subite dal governo. I suoi reportage di guerra l'avevano posta sotto l'attento esame dei politici e qualche volta ei servizi di sicurezza. Era stata arrestata e si era lamentata di aver subito a volte minacce.


"La prima cosa che mi è venuta in mente è che sia stata uccisa per le sue attività professionali. Non vediamo nessun altro motivo per questo terribile crimine", ha detto a Reuters Vitaly Yaroshevsky, vice direttore di Novaya Gazeta, il quotidiano dove lavorava la giornalista. Yaroshevsky ha detto a Reuters che fonti della polizi e il fratello di Politkovskaya hanno confermato la morte della donna.


L'agenzia di stampa russa Interfax ha riferito che secondo la polizia il suo corpo è stato scoperto dai vicini nell'ascensore in cui gli agenti hanno trovato una pistola e quattro bossoli. Politkovskaya lavorava per Novaya Gazeta, giornale noto per la sua opposizione al Cremlino, ed era aveva svolto il ruolo di mediatrice con i ribelli ceceni che avevano sequestrato gli spettatori di un teatro a Mosca nel 2002.


La giornalista non aveva potuto scrivere due anni fa dell'incursione in una scuola di Beslan in cui i ribelli avevano preso in ostaggio centinaia di scolari: era stata portata in ospedale per un avvelenamento alimentare dopo aver bevuto un tè sull'aereo che la stava portando sul posto.


UNA REPORTER PREMIATA PER IL SUO CORAGGIO


Gruppi per i diritti dei giornalisti hanno condannato l'omicidio. "Era una giornalista coraggiosa e valorosa che aveva ripetutamente rischiato la vita per mandare notizie da quella regione. Si tratta di una svolta devastante per il giornalismo in Russia", ha dichiarato Abi Wright, portavoce del Comitato per la Protezione dei Giornalisti.


"Questa notizia straziante è in sintonia con un quadro più ampio che abbiamo documentato in Russia con più di una dozzina di giornalisti che lì sono stati assassinati. Il fatto che sia stato uccisa una con la sua reputazione è un colpo terribile", ha aggiunto parlando da New York.


"La Russia è un Paese violento che usa la violenza sui giornalisti", è stato invece da Parigi il commento di Jean-Francois Julliard, di Reporter Senza Frontiere.


Gli omicidi su commissione non sono rari a Mosca dove dopo la caduta del comunismo nel 1991 le bande criminali spadroneggiano. Altri giornalisti sono stati presi di mira. Il reporter americano Paul Klebnikov è stato assassinato a Mosca nel 2004. Direttore dell'edizione russa di Forbes, era stato colpito quattro volte mentre nel luglio di quell'anno lasciava il suo ufficio da killer che non sono mai stati identificati.


Una fonte informata aveva detto a Reuters che le indagini si stavano concentrando su un possibile collegamento dell'omicidio di Klebnikov ed il suo interesse per una possibile appropriazione indebita di fondi russi per la ricostruzione della Cecenia.


Alcuni degli articoli di Anna Politkovskaya, premiata nel 2002 a New York per il suo lavoro in Cecenia col Courage in Journalism Award (premio per il giornalismo coraggioso) dall'International Women's Media Foundation, erano stato proposti dalla rivista "Internazionale" anche in Italia, dove la giornalista aveva pubblicato "Cecenia. Il disonore russo" (2003 Fandango) e "La Russia di Putin" (2005 Adelphi).


L'ex presidente russo Boris Eltsin inviò truppe in Cecenia nel 1994 dopo che questa aveva proclamato l'indipendenza. Ma la cattura di ostaggi in massa da parte dei ribelli e feroci combattimenti avevano portato ad una tregua. Il presidente Vladimir Putin, allora primo ministro, ha rimandato l'esercito nel 1999 dopo che i ceceni irriducibili avevano invaso una regione adiacente. I ribelli attaccano ancora le truppe russe malgrado gli sforzi compiuti da una serie di leader locali sostenuti da Mosca. La campagna cecena ha provocato la devastazione di vaste aree del Paese ma è stata fortemente sostenuta dai leader russi che la ritengono essenziale per mantenere l'unità della Federazione russa.


 


Un articolo di Anna Politkovskaya


CECENIA: ANNO NUOVO, VECCHI METODI


 

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7/9/2004 – La libera stampa russa…
Costretto alle dimissioni il direttore di Izvestija, aveva pubblicato le foto della strage di Beslan


VENEZIA 61 – "Tout un hiver sans feu", di Greg Zginski (Concorso)
E' un film di corpi silenziosi, sulle scelte e i destini Tout un hiver sans feu, delicato ed essenziale, dolce/amaro e doloroso. E il lutto interiore per quella perdita impossibile oggi non può che fatalmente rimandarci a quei piccoli corpi di Beslan, dove l'orrore ha superato l'ultimo tabù possibile, quello della vita spezzata di un bambino.


LA FOTO DEL GIORNO – Il silenzio degli innocenti
Solo un minuto, in sala Grande ieri, per le centinaia di vittime di Beslan. Lo spettacolo della Mostra va avanti, come sempre. E perdonateci se non ce la sentiamo di trovare il film del giorno. Noi chiudiamo gli occhi, oggi.

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