La programmazione di Fuori Orario dal 13 al 19 ottobre

Joseph Conrad e Francis Ford Coppola in attesa di Megalopolis. E poi Federico Fellini e Vittorio Cottafavi. Da stanotte.

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Domenica 13 ottobre dalle 2.20  alle 6.00

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

LA VOCE DELL’INCONOSCIBILE. 100 ANNI (SENZA) JOSEPH CONRAD

  1. Viaggiatori conradiani: Edoardo Anton, Vittorio Cottafavi, Giorgio Moser (I)

a cura di Lorenzo Esposito

Scomparso il 3 agosto 1924, poco più di un secolo fa, Joseph Conrad si è rivelato nel corso degli anni uno scrittore altamente cinematografico. L’oscura e avvincente ambiguità dei suoi personaggi, nonché la sua tensione visionaria e quasi folle verso l’avventura, viene rielaborata da alcuni grandi cineasti interessati alla linea d’ombra dell’immagine: Francis Coppola, Vittorio Cottafavi, Albert Serra, Giorgio Moser, Nicholas Roeg solo per citarne alcuni. “Fuori Orario” prova in queste notti a tuffarsi nella mareggiata di questo lascito imponente di abissi, idee e visioni

SOPRALLUOGO FILMATO PER UNA LETTURA DEI RACCONTI MALESI DI JOSEPH CONRAD (prima e seconda puntata)

(Italia 1970, b/n, durata totale 77’)

Prima puntata: LA SCOPERTA DELL’ORIENTE (durata 34′)

Seconda puntata: STORIE DI FIUME ORIENTALE (durata 43’)

Regia: Giorgio Moser

Realizzazione: Edoardo Anton, Giorgio Moser

Fuori Orario, in una notte del 2003 pensata attorno a dei grandi viaggiatori cineasti, programmò la prima puntata del Sopralluogo filmato per una lettura dei racconti malesi di Joseph Conrad, che ora presentiamo qui, per la prima volta dopo più di cinquant’anni, nella sua interezza. Alle prime due puntate faranno seguito Sabato 13 ottobre la terza e la quarta.

Edoardo Anton e Giorgio Moser giungono in Indonesia nel ruolo di registi, scrittori e antropologi di stirpe conradiana. Sulle tracce del grande scrittore, navigano fra isole e arcipelaghi alla ricerca della parola e del passaggio di Conrad. Come accecati da una visione – persone volti e luoghi richiamano in continuazione i racconti di Conrad – cercano di recuperare il senso dell’avventura psicologica scevro d’ogni esotismo che era una delle massime qualità conradiane.

Documento estremamente affascinante, Sopralluogo filmato per una lettura dei racconti malesi di Joseph Conrad, non può essere definito propriamente documentario né saggio antropologico o letterario. Le stesse parole ‘sopralluogo’ e ‘filmato’ usate per il titolo, sembrano alludere all’anima molteplice di questo lavoro. Il viaggio, la reminiscenza letteraria, l’attenzione alla mappatura del territorio e l’incontro con l’umanità che vive in quei luoghi, a loro volta ridisegnati dalla lettura evocativa e mai didascalica dei racconti malesi di Conrad, tutto contribuisce a esaltare la libertà cinematografica e televisiva di quegli anni spumeggianti.

Edoardo Anton e Giorgio Moser hanno a lungo collaborato insieme fino alla scomparsa di Anton. Edoardo Anton, sceneggiatore di film di registi come Matarazzo, Risi, Genina, Comencini, Lattuada, ha fra l’altro ha incrociato i suoi destini anche con quelli di Vittorio Cottafavi (altro autore essenziale per Fuori Orario e per queste notti) lavorando alla riduzione TV da Chesterton de I racconti di Padre Brown.

CON GLI OCCHI DELL’OCCIDENTE (seconda puntata)

(Italia, 1979, col., durata 65′)

Regia: Vittorio Cottafavi
Con: Gerardo Amato, Raoul Grasselli, Franco Branciaroli, Augusto Esposito, Gianni Rubens, Daniele Pagani, Giancarlo Fantini, Anna Carena, Grete Nais

Con gli occhi dell’Occidente è tratto dall’omonimo romanzo di Joseph Conrad con cui il grande scrittore cercava, insieme al precedente L’agente segreto, di raccontare le catene della colpa del dispotismo europeo 

L’azione ha inizio nella russa zarista quando un giorno, rientrando a casa, il giovane studioso  Razumov scopre che un suo compagno di studi, Victor Haldin, si nasconde nel suo appartamento. Accusato di essere un terrorista anarchico, Victor chiede a Razumov di raggiungere un suo contatto che dovrebbe aiutarlo a fuggire. Razumov, impaurito, collabora ma quando incontra l’uomo che dovrebbe salvare Victor e lo trova completamente ubriaco perde la testa: lo percuote con forza e, lasciatolo, va a denunciare Victor, che verrà catturato e giustiziato.

A questo punto, la narrazione si sposta a Ginevra, dove Nathalie, la sorella di Victor, riceve la tragica notizia della morte del fratello. Nelle sue ultime missive alla sorella, Victor aveva parlato proprio di un amico – Razumov – che si era comportato in modo gentile nei suoi confronti. La donna riesce a sapere che Razumov ha previsto di recarsi in Svizzera, e ne attende l’arrivo con ansia, pensandolo un caro amico del suo defunto fratello. Gli ‘occhi dell’Occidente’ sono quelli, imparziali, di un anziano professore di inglese che vive a Ginevra e che entra in contatto con i fuoriusciti dalla Russia zarista raccontando la loro storia.

Riportiamo qui la testimonianza diretta di Cottafavi tratta dal volume Ai poeti non si spara. Vittorio Cottafavi tra cinema e televisione a cura di A. Aprà, G. Bursi e S. Starace: “[…] In questo romanzo Conrad appare rappresentato dal narratore, il professore inglese di Ginevra, che interviene nella storia, che pensa, valuta e parla a nome dell’autore. Questo ha facilitato il mio lavoro di adattamento. Lo ha facilitato anche il fatto che sia una storia, diciamo, sotto l’egida di Dostoevskij. Conrad detestava Dostoevskij, lo considerava uno scrittore di pessimo gusto, un megalomane sfrenato. Però finì per esserne influenzato perché è ovvio che c’è un delitto e un castigo dietro queste pagine. Decisi di farlo anche perché trovai l’attore giusto. Lavori di questo tipo non si possono fare con un attore qualunque. Qui serviva un attore che avesse dentro di sé una grande carica emotiva, una grande capacità di rappresentazione, perché l’intera sotria si regge sul personaggio; se l’attore non ci fosse riuscito, il lavoro sarebbe stato un fiasco. Qui avevo questo attore, Franco Branciaroli – che in I Persiani era Serse -, che a mio parere ha dato un’interpretazione eccezionale. Non solo è un grande attore, ma dispone anche di un’ampia gamma di qualità. È un po’ l’Enrico Maria Salerno che io scoprii tanti anni fa, lo rivedo oggi in lui […]”

 

Venerdì 18 ottobre dalle 1.40 alle 6.00

MEGALOPOLIS O GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ

a cura di Fulvio Baglivi e Lorenzo Esposito

Una notte che vuole festeggiare e e accompagnare l’uscita di un film grandioso, Megalopolis di Francis Ford Coppola, presentato a Cannes lo scorso maggio e nelle sale cinemotografiche da metà ottobre.

BACKSTAGE DA IL RITORNO DI CAGLIOSTRO            primavisioneTV

(Italia, 2024, col., dur. 5’)

Immagini: Mario Bellone

Montaggio: Francesco Guttuso

Con: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Franco Scaldati, Luigi Maria Burruano

Cinque minuti di Ciprì e Maresco al lavoro sul set del film Il ritorno di Cagliostro, storia di una casa di produzione votata all’insuccesso, messa su dai Fratelli La Marca, interpretati da Luigi Maria Burruano e Franco e Scaldati, due figure chiave della Palermo del ‘900. Come Megalopolis, ovviamente con le ambientazioni e lo stile unico di Ciprì e Maresco, Il ritorno di Cagliostro mostra la fine di un cinema fatto di invenzioni e piccoli trucchi, girato in set ricercati o costruiti con maestria, così come racconta il folle sogno che è stato il cinema per produttori, registi, attori e comparse nel secolo scorso. Una storia fatta di enormi successi ma anche di epocali fallimenti, di sfarzo ma anche di disperazione.

TWIXT                            

(USA, 2011, col., 85’, v.o. sott. italiani)

Regia: Francis Ford Coppola

Con: Val Kilmer, Bruce Dern, Elle Fanning, Ben Chaplin, Alden Ehenreich, David Paymer, Joanne Whalley, Tom Waits

Ultimo film di Coppola prima di Megalopolis, due opere molto diverse ma accomunate da una riflessione su ciò che è stato e che potrebbe ancora essere un cinema “artigianale”, personale, d’invenzione.

Hall Baltimore è uno scrittore sfortunato, specializzato in romanzi basati sulla caccia alle streghe. Durante la presentazione di un libro in una piccola città, viene avvicinato dallo sceriffo Bobby LaGrange, un eccentrico ammiratore, che gli chiede di leggere il suo ultimo lavoro e di accompagnarlo all’obitorio per vedere il cadavere di una recente vittima di omicidio, poiché Bobby ritiene che sarebbe un’ottima storia. Hall accetta con riluttanza e all’obitorio scopre che la persona è stata uccisa da un serial killer. Nel frattempo viene a conoscenza di un hotel locale che un tempo ospitava Edgar Allan Poe. Questo, insieme agli omicidi e ad altre stranezze della città, spingono Hall ad annunciare alla moglie Denise di voler scrivere un pezzo basato sulla città.

Dopo essersi addormentato, Hall si trova a vagare in una versione onirica della città, dove incontra V, una giovane ragazza di nome Virginia, soprannominata “Vampira”. Il mattino seguente Hall si sveglia e decide che vorrebbe collaborare con Bobby alla storia che gli ha proposto, incentrata sui vampiri. Ma Hall ha a che fare con un vero e proprio blocco dello scrittore, così decide di affidarsi ai suoi sogni per trovare ispirazione. Qui ha inizio il viaggio onirico di Twixt in cui Coppola esplora tecniche di ripresa 3D e mescola cinema letteratura e reminiscenze autobiografiche.

“Il film è nato da un sogno che ho fatto – più che altro un incubo che sembrava avere l’immaginario di Hawthorne o Poe. Mentre lo stavo facendo mi sono reso conto che forse era un dono, perché avrei potuto farne una storia, forse un film horror. Poi un forte rumore all’esterno mi ha svegliato, e volevo tornare al sogno e trovare un finale, ma non riuscivo a riaddormentarmi, così ho registrato quello che ricordavo lì per lì sul mio telefono. Mi sono reso conto che si trattava di un’ambientazione gotico-romantica, quindi in realtà avrei potuto realizzarla in tutta la mia zona di residenza, invece di dover andare in un paese lontano.

Mi sono reso conto che tutta la storia era situata in una foresta, come nei magnifici racconti di streghe di Nataniel Hawthorne. Avevo letto tutti i racconti di Poe e mi trovavo dunque nella tradizione del romanzo gotico, il che mi ha divertito pensando che in gioventù avevo lavorato con Roger Corman., che faceva esattamente questo genere di film. Ho lavorato intorno a qualcosa che io e Poe condividiamo, cioè la perdita tragica di qualcuno. Sapevo che tutto il film avrebbe parlato della perdita. Il soggetto del film era la perdita” (Francis Ford Coppola)

LA BATTAGLIA A ELDERBUSH GULCH

(THE BATTLE AT ELDERBUSH GULCH, U.S.A., b/n, muto, 1914, 28’)

Con: Mae Marsh, Lesli Loveridge, Alfred Paget, Lillian Gish

Due sorelline vengono mandate a vivere dagli zii nell’ovest insieme a una nidiata di cuccioli di cane. La famiglia del west accoglie le bambine ma vuole che i cani dormano fuori, una serie di peripezie porta i Nativi pellerossa ad attaccare la famiglia di coloni. Si salveranno proprio grazie ai cuccioli che potranno essere accolti in casa. Megalopolis di Coppola è anche un film sulla fine di un cinema nato con Griffith, colui che ha inventato un modello “autoriale” a livello produttivo, registico, tecnico durato decenni e ormai praticamente scomparso.

ROMA

(Italia-Francia, 1972, col., dur. 115’)

Regia: Federico Fellini

Con: Peter Gonzales, Fiona Florence, Britta Barnes, Pia De Doses

Diviso in nove episodi, che coprono un arco temporale dal 1930 al 1971, il film racconta la relazione con Roma di Federico Fellini e allo stesso tempo coglie alcune delle essenze più profonde della Città Eterna.

Roma è la città a cui guarda Megalopolis, la città che osserva Fellini somiglia alla città inventata da Coppola. Due film distanti 50 anni, due grandi cineasti della catastrofe, che si parlano e si sovrimprimono nella loro danza decadente.

 

Sabato 19 ottobre dalle 0.30 alle 7.00

LA VOCE DELL’INCONOSCIBILE

100 ANNI (SENZA) JOSEPH CONRAD

  1. Viaggiatori conradiani: Edoardo Anton, Vittorio Cottafavi, Giorgio Moser (II)

a cura di Lorenzo Esposito

SOPRALLUOGO FILMATO PER UNA LETTURA DEI RACCONTI MALESI DI JOSEPH CONRAD (terza e quarta puntata)

(Italia b/n durata totale 77’)

Terza puntata: RACCONTI DI CLANDESTINI (durata 39’)

Quarta puntata: NELLA RISACCA (durata 38’)

Regia: Giorgio Moser

Realizzazione: Edoardo Anton, Giorgio Moser

Fuori Orario, in una notte del 2003 pensata attorno a dei grandi viaggiatori cineasti, programmò la prima puntata del Sopralluogo filmato per una lettura dei racconti malesi di Joseph Conrad, che ora presentiamo qui, per la prima volta dopo più di cinquant’anni, nella sua interezza.

Edoardo Anton e Giorgio Moser giungono in Indonesia nel ruolo di registi, scrittori e antropologi di stirpe conradiana. Sulle tracce del grande scrittore, navigano fra isole e arcipelaghi alla ricerca della parola e del passaggio di Conrad. Come accecati da una visione – persone volti e luoghi richiamano in continuazione i racconti di Conrad – cercano di recuperare il senso dell’avventura psicologica scevro d’ogni esotismo che era una delle massime qualità conradiane.

Documento estremamente affascinante, Sopralluogo filmato per una lettura dei racconti malesi di Joseph Conrad, non può essere definito propriamente documentario né saggio antropologico o letterario. Le stesse parole ‘sopralluogo’ e ‘filmato’ usate per il titolo, sembrano alludere all’anima molteplice di questo lavoro. Il viaggio, la reminiscenza letteraria, l’attenzione alla mappatura del territorio e l’incontro con l’umanità che vive in quei luoghi, a loro volta ridisegnati dalla lettura evocativa e mai didascalica dei racconti malesi di Conrad, tutto contribuisce a esaltare la libertà cinematografica e televisiva di quegli anni spumeggianti. 

UN REIETTO DELLE ISOLE        

(Italia 1980, col., durata tot. 159’)

Puntata 1: durata 54’48’’

Puntata 2: durata 51’55’’

Puntata 3: durata 52’26’’

Regia: Giorgio Moser

Con: Sergio Fantoni, Maria Carta, Massimo Girotti, Graziano Giusti, Mervyn Gordon, Thomas Kurishingal, Mario Weelborn, Rani

Il secondo romanzo di Joseph Conrad scritto nel 1896 (in originale An Outcast of the Islands) già delinea quelle caratteristiche di amoralità e ambigua ritrosia verso il mondo (a metà fra ricerca della solitudine e delirio di onnipotenza) che ritornano in tutta la sua opera e che toccano l’apice nel capolavoro Cuore di tenebra di tre anni successivo.

Un reietto delle isole racconta la vita immorale e dissoluta di Peter Willems, un viaggiatore di origini olandese che arriva in Indonesia da disertore e finisce per morire per un colpo di pistola sparato da una delle sue (due) amanti. Reietto, senza meta, ladro e truffatore, ma soprattutto delirante visionario soggiogato da luoghi e usanze che non capisce e che incombono soprattutto sulla sua mente. In una parola: conradiano. Interessante notare come a raccontare la storia di Willems (e a combatterlo aspramente) è Almayer, personaggio protagonista del romanzo d’esordio di Conrad, La follia di Almayer, che tanta parte ha nella storia del cinema (da Vittorio Cottafavi a Chantal Akerman).

Fuori Orario, che già nel 2003 ha mostrato una versione cinematografica (più breve) approntata da Giorgio Moser per ricordare la scomparsa dello sceneggiatore – e suo compagno di viaggio e ossessione conradiana di lunga data – Edoardo Anton (che fra l’altro ha incrociato i suoi destini anche con quelli di Vittorio Cottafavi lavorando alla riduzione TV da Chesterton de I racconti di Padre Brown, oltre che essere stato sceneggiatore di film di registi come Matarazzo, Risi, Genina, Comencini, Lattuada) trasmette in questa notte la versione lunga televisiva in tre puntate.

CON GLI OCCHI DELL’OCCIDENTE (terza puntata)

(Italia, 1979, col., prima puntata, durata 65′)

Regia: Vittorio Cottafavi
Con: Gerardo Amato, Raoul Grasselli, Franco Branciaroli, Augusto Esposito, Gianni Rubens, Daniele Pagani, Giancarlo Fantini, Anna Carena, Grete Nais

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