La programmazione di Fuori Orario dal 28 luglio al 3 agosto

Le luci dell’Africa, i 100 anni dalla nascita di Raffaele Andreassi e tutti i colori del noir. Da stanotte

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Domenica 28 luglio dalle 1:40 alle 6:00

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Fuori Orario cose (mai) viste

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di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

INCONTINENTE NERO. LUCI DALL’AFRICA (5)

a cura di Fulvio Baglivi

PRIMO PIANO HAILÈ SELASSIÈ

(Italia, 1965, b/n, dur. 49’)

Primo ritratto del negus Hailé Selassié realizzato dalla televisione italiana. Il discendente della stirpe salomonide, ultimo imperatore di Etiopia, costretto all’esilio dall’invasione fascista tra il 1936 e il 1941, quando rientra nel suo Paese dopo la liberazione delle Forze alleate. Nel 1965 Selassié, considerato un nuovo messia per il rastafarianesimo, è ancora in carica, l’impero di Etiopia finirà nel 1974, un anno prima della sua morte.

LE MONTAGNE DELLA LUCE      puntate 1,2,3 (durata complessiva 172’06’’)

(Italia, 1976, col., 6 puntate in totale)

Di: Giorgio Moser

Con: Stefano Maestri

Andato in onda in sei puntate a partire dal 5 maggio del 1976, Le montagne della luce, sottotitolo “Diario africano di un viaggio nel cuore delle tenebre”, è il racconto di un viaggio tra le montagne dell’Africa, ideato e realizzato da Giorgio Moser, con l’alpinista, partigiano e scrittore Stefano Maestri. Il viaggio del documentarista Moser e lo scalatore Maestri, entrambi nati a Trento, risale le vette del continente seguendo le piste della mitologia e delle leggende, senza tralasciare la cultura antica delle diverse popolazioni che incontrano durante il cammino. In questa notte le prime tre parti:

L’albero dove è nato l’uomo, Il trono di ghiaccio, I pascoli del sole.

 

Venerdì 2 agosto dalle 0:55 alle 6:00

TUTTI SIAMO PADRONI DI UN CIELO. PER I 100 ANNI DI RAFFAELE ANDREASSI

a cura di Fulvio Baglivi

CASSINARI: MAGIA DEL COLORE                primavisioneTV

(Italia, 1984, col, dur. 39’)

Regia, produzione, montaggio: Raffaele Andreassi

Testo: Enrico Crispolti

Un documentario dedicato al pittore Bruno Cassinari, già protagonista di un cortometraggio dello stesso Andreassi, che in questo caso è produttore e autore quindi totalmente libero di raccontare la vita e l’arte del pittore. Il documentario è parte dello sconfinato lavoro di Andreassi su pittori e scultori italiani del dopoguerra, che ha filmato anche per la Rai (diverse puntate per la serie Le grandi mostre) e per Mondadori.

“Dalla finestra dello studio, posto nel cuore di Milano, ci accostiamo a Cassinari che sta lavorando a una “guache”, seduto a un basso tavolo. Dal pittore andiamo sul dettaglio, del disegno, del cavallo. Vediamo sequenze di cavalli dipinti da Cassinari che è stato uno dei protagonisti del periodo milanese di “Corrente”, il movimento che raccoglieva artisti di varia estrazione che volevano ricreare, nell’Italia del dopoguerra, nuovo interesse e vigore per l’arte.” [Raffaele Andreassi]

100 ANNI DI RAFFAELE ANDREASSI

(Italia, 2024, b/n e col., dur. 100’ circa)

A cura di: Fulvio Baglivi

Nato a L’Aquila il 2 agosto del 1924, Raffaele Andreassi, a cui Fuori Orario ha dedicato diversi cicli nel corso degli anni, è stato un cineasta appartato, marginale se non del tutto assente dalle narrazioni del cinema italiano del dopoguerra. Pur essendo riuscito a realizzare soltanto tre lungometraggi – L’amore povero (distribuito tagliato me col fuorviante titolo I piaceri proibiti), Flashback e I lupi dentro – Andreassi è stato autore di centinaia di cortometraggi e altrettanti servizi, inchieste e reportage per la Rai. A lui si deve la scoperta del pittore Antonio Ligabue, a cui ha dedicati diversi lavori tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’60, sempre di Andreassi sono due lunghi reportage sugli USA, Vita in U.S.A. e Aspetti di vita americana, la prima inchiesta sul calcio prodotta dalla TV pubblica, La palla è rotonda. Altri lavori molto noti di Andreassi, benché a molti resti ignoto l’autore, sono due servizi realizzati a Londra nel 1977 per la trasmissione Odeon: L’uomo illustrato, dedicato al mondo dei tatuaggi, che presentiamo integralmente, e Punk nella giungla, che fece vedere per la prima volta agli adolescenti italiani il fenomeno punk che era esplodo in Inghilterra. Non a caso uno studio sulle origini del punk in Italia è stato intitolato “Figli di Odeon”. Innumerevoli sono le interviste e i servizi per trasmissioni di diverso genere, da Sprint a Le grandi mostre.

Non va dimenticato che Andreassi è stato anche giornalista e poeta, nonché pittore e fotografo. Questo montaggio mette insieme pezzi diversi di quest’opera frastagliata.

CAPITALI A CONFRONTO

1° puntata COPENAGHEN

3° puntata PARIGI, IL VENTRE DELLA CITTA’

4° puntata PARIGI E LONDRA, LE PERIFERIE

(Italia, 1982, col., dur. 195′)

Di: Raffaele Andreassi

Tra il 1981 e il 1982 Raffaele Andreassi gira per la RAI il ritratto di tre città: Londra, Parigi, Copenaghen più una quarta parte sulle periferie di Londra e Parigi. Nonostante sia un lavoro su commissione, finalizzato al confronto tra organizzazione economica e sociale e gli stili di vita in diversi punti d’Europa, Andreassi riesce sempre a mettere sé stesso, innanzitutto attraverso il testo fuoricampo che ha sempre voluto scrivere o controllare nel dettaglio. In questa notte il ritratto di Copenaghen, il più forte e il più personale dei quattro segmenti girati da Raffaele Andreassi e del centro di Parigi seguito racconto delle periferie delle due capitali più abitate d’Europa.

 

Sabato 3 agosto dalle 1:25 alle 6:30

VICOLI BUI, INCUBI NERI tutti i colori del noir (3)

a cura di Paolo Luciani 

“… la rivista LIFE, allora punto di riferimento della media borghesia, etichettò la tendenza come la profonda predilezione post-bellica di Hollywood per il dramma morboso. Stilisticamente questi film costituiscono uno dei periodi più ricchi del cinema americano. Dapprima film noir designò solo gli adattamenti dalla serie noir, una collana di tascabili nota sotto questo nome per la caratteristica copertina nera.   Come questi, il film noir  aveva origine nella letteratura pre-bellica, ma delineava le realtà del crimine post-bellico.  Gli storici ed i sociologi non troveranno quasi nessun rapporto tra la mala descritta nei film noir  – non esattamente una classe, un gruppo o un ambiente – e gli avvenimenti che segnarono il crimine  americano dall’esecuzione di legale di Lepke Buchalter nel 1944 all’assassinio da gang di Bugs Malone.

Nessun criminale realmente esistito fu rappresentato in film americani da

LO STERMINATORE del 1945 a BABY FACE NELSON (FACCIA D’ANGELO, 1957), all’incirca il periodo di splendore del film noir: “…non sarà mai approvato nessun film che tratti della vita di un noto criminale di tempi recenti che usi il nome, il soprannome o altro di tale noto criminale nel film, né sarà approvato un film basato sulla vita di questo noto criminale a meno che il personaggio mostrato nel film non sia punito per i  crimini, parimenti mostrati nel film, da lui compiuti”

La logica alternativa al gangster – film maschilista e violento era il thriller psicologico, di solito centrato su una protagonista depravata. Il secondo tipo di film diventò una tendenza che esplose nel periodo post-bellico e fornì titoli di film noir.

Qualche osservatore straniero, come Ado Kyrou, vide in questa nuova esplosione di misoginia un’espressione del risentimento verso le donne, una reazione ai quattro anni di idealizzazione della guerra, durante i quali alle donne erano consentiti due soli ruoli, la moglie in attesa o la ragazza nubile che faceva la sua parte nel grande sforzo bellico.

Ma non c’era di più. La guerra e le sue conseguenze psicologiche contribuirono a rendere popolari la teoria ed il linguaggio freudiano. Un interesse crescente per la psicoanalisi fornì ai registi un nuovo approccio su tutto quello che il Codice reputava discutibile. Per trattare di argomenti proibiti la migliore cosa era far deviare il comportamento sessuale verso un comportamento criminale, che era più facile da giustificare agli occhi del Codice.

Secondo questa logica, un criminale che andava verso il suo destino poteva indulgere ad atti sessualmente illeciti, dato che comunque era predestinato e la punizione per un atto criminale implicava la punizione per un atto sessuale inaccettabile.

Prendiamo ad esempio un film noir minore, ma tipico, PERFIDO INGANNO (BORN TO KILL, 1947), in cui il motivo centrale era costituito dal desiderio frustrato della protagonista per un assassino e i personaggi secondari costituivano un campionario di depravazione.

… uno Studio di produzione più modesto come quello della RKO-Radio era disponibile alla sperimentazione delle aree scure per nascondere i limiti di un set modesto e per mascherarne la ripetitività. Il film noir venne più naturale alla RKO e le prime impressioni nere erano avvincenti nei primi film minori come LO SCONOSCIUTO DEL TERZO PIANO,  IL BACIO DELLA PANTERA, LA SETTIMA VITTIMA, cui il tema unificante sembra essere il terrore e l’ossessione.

(da Carlos Clarens GIUNGLE AMERICANE  1980)

 

AGENTE FEDERALE X3 (Dangerous Mission)

(Usa, 1954, colore, dur. 72′)

Regia: Louis King

Con: Victor Mature Mature, Piper Laurie, William Bendix, Vincent Price, Dennis Weaver

Louise assiste casualmente ad un omicidio, impaurita fugge in una località sperduta del Montana, dove trova lavoro in un negozio di souvenir del Gracier National Park. Qui viene raggiunta da due sconosciuti che cercano tutti e due di entrare nelle sue grazie. Uno dei due è un killer incaricato di farla tacere per sempre, l’altro un agente inviato nella remota località per difenderla. Girato in 3D anche per sfruttare al meglio la suggestiva location, il film innesta su una storia più volte ripresa, alcuni momenti che prefigurano atmosfere da film catastrofico.

IL DILEMMA DI DICK TRACY (Dick Tracy’s Dilemma)

(Usa, 1947, bianco e nero, dur. 60′)

Regia: John Rawlins

Con: Ralph Byrd, Lyle Latell, Jack Lambert. Kay Christopher, Ian Keith

Il furto di alcune pellicce di valore ed il conseguente assassinio di un guardiano notturno portano Dick Tracy a fare luce su una truffa assicurativa in cui è coinvolta una banda guidata da The Claw, uno spietato criminale con un uncino al posto della mano destra, il quale lascerà dietro di se’ una scia di cadaveri prima di essere fermato da Dick Tracy. Terzo film della serie dedicata al celebre poliziotto, IL DILEMMA DI DICK TRACY vede un cambiamento importante nel cast, con l’addio di Morgan Conway nel ruolo principale e il subentro, ma forse sarebbe meglio chiamarlo ritorno, di Ralph Byrd nelle vesti del protagonista. …l’attore, che negli anni Trenta aveva prestato il suo volto al detective in un serial cinematografico di grande successo e che per tutti era l’unico a poter impersonare sullo schermo il personaggio creato da Chester Gould, si era da poco ristabilito dalle conseguenze di un terribile incidente d’auto che lo aveva coinvolto nella metà degli anni Quaranta e che aveva rallentato di fatto la sua carriera…. Oltre ad una somiglianza incredibile con la versione a fumetti, Byrd aveva dalla sua una innata simpatia, un fascino ed una prestanza fisica che lo rendevano adattissimo al ruolo.

(da LO SPAZIO BIANCO – nel cuore del fumetto di Carlo Coratelli 2017)

STERMINATE LA GANG! (Armored Car Robbery)

(Usa, 1950, bianco e nero, dur. 68′)

Regia: Richard Fleischer

Con: Charles McGraw, Adele Jergens, William Talman, Steve Brodie

Dave Puris, noto nell’ambiente della malavita come esperto pianificatore di rapine, si vanta di averla sempre fatta franca. Ma viene il giorno in cui un colpo, da lui messo a punto nei minimi dettagli, fallisce: un poliziotto e due dei tre compici di Purvis perdono la vita. Il tenente Jim Cordell, amico dell’agente ucciso, tallona i superstiti, mentre Purvis si nasconde portando con sé il malloppo: il suo progetto di fuga sembra funzionare, ma presenta qualche piccolo difetto… (da FILMTV)

L’AVVENTURIERO DI MACAO (Macao)

(Usa, 1952, bianco e nero, dur. 77’)

Regia: Josef von Sternberg (non accreditato Nicholas Ray)

Con: Robert Mitchum, Jane Russel, William Bendix, Gloria Grahame, Brad Dexter, Thomas Gomez

Nella colonia portoghese di Macao arriva una nave con il suo solito carico di problematici passeggeri, tra questi tre cittadini americani: un   commesso viaggiatore con le sue mercanzie, una cantante in cerca di una nuova occasione di vita, un ex soldato che, oltre alle pendenze che ha lasciato in patria, scopre alla dogana di essere per di più senza passaporto, rubatogli proprio dalla cantante  durante un tentativo di approccio avvenuto  sulla nave. Saranno tutti e tre coinvolti nell’avventura di smascherare e catturare un pericoloso contrabbandiere, re della malavita dell’isola; ognuno si troverà a decidere del proprio destino…

Peter Bogdanovich” … che cosa è stato cambiato in MACAO? Da quanto ho saputo, Nicholas Ray ha rigirato diverse scene?”

Josef von Sternberg” Non lo so. Non l’ho mai rivisto”.

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