Les enfants rouges, di Lotfi Achour

Un buon film che racconta un terribile fatto di sangue avvenuto in Tunisia, il bisogno di giustizia, lo stato assente, l’ombra del terrorismo. LOCARNO 77. Cineasti del presente

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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“Noi siamo meno di niente, lo stato è assente”. Si esprime così uno dei personaggi del film, spiegando il senso di abbandono e di impotenza in una zona montuosa della Tunisia, dove l’isolamento e l’aridità dei luoghi costringono gli abitanti ad un’esistenza durissima. Achraf è un tredicenne che fa parte di una comunità di pastori. Un giorno, mentre spinge il gregge fino ad una sorgente nascosta tra i monti Mghila insieme a suo cugino Nizar, viene assalito da un gruppo jihadista e picchiato a sangue.

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La vicenda raccontata da Les enfants rouges è tratta da una storia vera, avvenuta nel 2015. A Nizar tocca la sorte peggiore. Viene decapitato e filmato dai mujaheddin. Tornato a casa nel clan familiare insieme alla testa, tra i pianti e le scene di cordoglio di un dramma funerario, prende coscienza dell’inutile attesa della giustizia e decide di tornare in montagna a cercare il corpo per donargli la rituale sepoltura.

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Campi lunghi, corpi abbronzati al sole, sangue polvere ed insetti. Un fantasma che si agita come un albero in mezzo al deserto, inquieta vittima del terrorismo, a guidare i passi dei superstiti verso una speranza. Studiare, andarsene o altrimenti ibernarsi. Lotfi Achour parte da un fatto raccapricciante per formare un ritratto onirico di resilienza, di tenerezza in mezzo alle rovine, ascoltando il rumore di un temporale in arrivo. In mezzo a tanta povertà, trova delle mani che cercano conforto una nell’altra, spiriti galleggianti in un contesto dal quale scappare con ogni strumento disponibile, e rimarca il valore dell’educazione come principale via di fuga. Una pedagogia della sofferenza, il racconto di formazione in un ambiente circondato da pareti rocciose, ostili quanto il mondo esterno, descritto con una grammatica cinematografica che guarda alla superficie, alle nuvole ed agli occhi dei protagonisti in cerca di un senso, per trovare il coraggio di affrontare l’orizzonte pieno di nemici e di minacce oscure e malvagie.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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