"Lezione Ventuno", di Alessandro Baricco
Lo scrittore sale in cattedra e spiega, declama, pontifica, anche con un linguaggio apparentemente colloquiale, fintamente attraente nell’eleganza formale ma soporifero nei contenuti. Con Seta si può forse mettere in luce un ‘Baricco’s Touch’. Così formalista che, al confronto i calligrafici pre-neorealisti sembravano dei registi specializzati in action-movie
Non si può certo dire che un film come Lezione Ventuno abbia il dono della modestia. E, al tempo stesso che Baricco abbia quella timidezza e quel pudore tipico del regista alla sua opera prima, brutta o bella che sia. Del resto, più che nel contatto dello scrittore con Tornatore (La leggenda del pianista sull’Oceano), è da Seta che il mondo visivo di Baricco sembra prendere pienamente forma. A posteriori, confrontare l’opera diretta dall’anonimo e irritante regista canadese François Girard con Lezione Ventuno, porta ad evidenziare, forse abbagliati chissà da cosa, una continuità di stile. Esagerando, ma neanche troppo, si può parlare per questi due film di un ‘Baricco’s Touch’. Confrontando gli inizi si passa dalla nebbia di Seta alla neve di Lezione 21. Poi lo sguardo, in entrambi i casi, si rifugia su un decadentismo così calligrafico che film come Piccolo mondo antico o Un colpo di pistola (con Soldati e Castellani che avevano fatto invece un moderno e innovativo lavoro sull’uso della parola letteraria nel cinema) potrebbero apparire degli action-movie.
Il film rievoca le vicende relative all’eccentrico e geniale professor Mondrian Killroy e alla sua ‘lezione
Regia: Alessandro Baricco
Interpreti: John Hurt, Noah Taylor, Clive Russell, Leonor Watling
Distribuzione: 01 Distribution
Durata:
Origine: Italia/Gran Bretagna, 2008