"Mari del Sud" di Marcello Cesena

Una “storia” che non parte da trentenni neolaureati e ideologie in crisi, quanto piuttosto dal materialismo che esce dal segreto indicibile dell’omertà per diventare materia di riflessione. Senza essere per forza d’impegno civile

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Comicità formato surreale quella di Cesena. Se il surrealismo appare di questi tempi ingiallito, l’ex Broncoviz ha però "in mente un’atmosfera anni Sessanta, qualcosa alla Doris Day, evitando soprattutto le solite fotomodelle delle commedie italiane”. Sarà. Ma un corpo come Abatantuono sembra legato al doppio filo del divertissement populista e sofisticato. E Cesena non è un comico sui generis, avendo la ventura di uscire nella ripresa stagionale dei blockbusters con una serie di trovate dirette con un accattivante ritmo che si concede il lusso della satira borghese, dove la vita assume davvero tinte fosche, quando si perde nella sicurezza economica. Come precipitare in una cantina, in un “the hole”, attraverso (finalmente!) una “storia” che non parte da trentenni neolaureati e ideologie in crisi, quanto piuttosto dal materialismo che esce dal segreto indicibile dell’omertà per diventare materia di riflessione. Senza essere per forza d’impegno civile. Un film che fin dal titolo denuncia l’efficientismo della sociologia più spicciola del consumismo: quello della vacanza organizzata. Che a causa della carta di credito azzerata resterà semplicemente pura iconografia da depliant. La famiglia sviluppa dubbi sugli stereotipi della pubblicità, compiendo le ferie d’agosto al chiuso. Una sociologia che ha ragioni pratiche: la cantina si configura come la regressione della famiglia senza i comfort. Tant’è che l’idromassaggio improvvisato dai fidanzati crea la catastrofe dell’allagamento invece che il puro passatempo erotico. Citando quindi testualmente i Vanzina, ogni vacanza è bestiale. Anche quella domestica. Inducendo a pensare che gli agi siano contro di noi, in un cortocircuito narrativo dove il film non si preoccupa di mostrare l’umanità ritrovata davanti alle traversie ma l’impudica arte di arrangiarsi e l’italica cialtroneria che la perizia di Diego Abatantuono trasfigura sovente in infantilismo esasperato da Peter Pan. Ruba la spesa al supermarket col diversivo della caduta di Cannavale, poi rifila al collega le scopate con la moglie hard-core sul floppy, infine incassa l’assicurazione per tirare a campare con moglie e figlia dopo aver presumibilmente sterminato mezzo quartiere in una deflagrazione immane. Un svuotamento dell’individualità e dell’emotività che gli permette la vacanza. Ma non è necessariamente una cura esteriore e interiore, questa che comporta l’acquisizione della saggezza come avviene per la vecchiaia.Regia: Marcello Cesena
Sceneggiatura: Marcello Cesena
Fotografia: Regis Blondeau
Montaggio: Florio Sampieri
Musica: Bernardo Bonezzi
Scenografia: Gianni Giovagnoni
Costumi: Val Ery
Interpreti: Diego Abatantuono (Alberto), Victoria Abril (Sabina), Giulia Steigerwalt (Sandra), Stefano Scandaletti (Rocco), Antonio Stornaiolo (Giacomo), Chiara Saini (Melania), Clara Modugno (sig.ra Ines), Vivian De La Cruz (Mai Van), Valerio Capitolino (Carlo), Enzo Cannavale (Sciallero)
Produzione: Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini
Distribuzione: Medusa
Durata: 100’
Origine: Italia, 2001

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