MOVIEGAMES – Che ci fanno Squall e Paperino nello stesso videogioco?

“Kingdom Hearts” tenta di proporci il meglio di due universi: il gioco di ruolo nipponico della Squaresoft e l'universo cartoon made in Disney.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Con Kingdom Hearts la Squaresoft, casa ideatrice della saga di Final Fantasy e dominatrice incontrastata (almeno in ambito occidentale) del genere "gioco di ruolo" elettronico, tenta un'operazione decisamente originale, almeno all'interno dell'ambito in cui si muove: la fusione del proprio universo fantastico con i mondi e i personaggi creati nei cartoon Disney.

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Si tratta sicuramente di un'operazione commerciale per avvicinare alla saga d'origine giapponese un pubblico più ampio dei pur non pochi fedelissimi. Il segno più evidente di ciò è l'abdicazione dal sistema a turni, tradizionalmente adottato da Squaresoft per la gestione dei combattimenti, con uno "in tempo reale" che rende sicuramente il gioco più arcade ed immediato. Rispetto inoltre alla serie di FF, in cui lungo lo sviluppo del gioco si controllano diversi protagonisti, in KH viene controllato sempre il personaggio principale, Sora: espediente che risponde alle necessità d'identificazione di un pubblico più giovane, rispetto alla capacità di gradire stravolgimenti della trama tipici di un pubblico più adulto.

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E tuttavia non si tratta "solo" di un'operazione commerciale. E' evidente infatti in KH tutto il know-how fin qui espresso da Squaresoft in termini sia brutalmente tecnologici (la grafica, i video, il dettaglio dei personaggi), sia narrativi (tramite l'intreccio di storie che riescono a coinvolgere il giocatore). Ed in questo senso la sfida più interessante di KH è stata quella di far entrare ed integrare pienamente i personaggi disneyani nel complesso e coerente sfondo etico/narrativo di FF senza però snaturarli. Sfida questa pienamente riuscita: l'amicizia virile che spesso si confonde/diventa rivalità, i primi amori adolescenziali, le responsabilità nei confronti di chi ci è caro, sullo sfondo di un mondo in bilico sull'orlo della catastrofe (ecologica, militare, ecc.) sono in KH mantenute intatte, ed il confronto del protagonista Sora con vari personaggi disneyani – trasformati in una sorta di archetipi – diventa un modo per comprendere se stesso ed il proprio rapporto con gli altri. Questa crescita è necessaria a Sora per riuscire a fronteggiare l'invasione di mostri d'ombra che "divorano" i mondi. Da una situazione di partenza "edenica" (un'isola, abbondante di cibo e tempo libero e carente invece del tutto di adulti e dei loro problemi, dove Sora trascorre il tempo giocando con gli amici e tentando senza troppa convinzione di ricordare un passato vissuto altrove) il protagonista – preavvertito da incubi – viene scagliato dall'attacco degli "heartless" in un mondo sconosciuto dove Paperino e Pippo stanno cercando un campione che possa aiutarli a ritrovare lo scomparso re Topolino, l'unico che possa tenere in equilibrio mondi e dimensioni. Ovviamente quel campione è Sora, a cui è stata affidata la spada a forma di chiave in grado di aprire i portali dimensionali e di sconfiggere i nemici d'ombra. Tale responsabilità cade si Sora non imprevista, grazie agli incubi premonitori, ma non per questo meno pesante. Ed il simbolo della chiave è più palese del solito: si tratta dell'oggetto che, correttamente usato, permette di sconfiggere le paure (l'ombra senza cuore) e, attraverso gli insegnamenti nascosti nell'apparente banalità delle fiabe, permette di affrontare i nodi ed i conflitti dell'essere adulto.

Chiaramente tutto ciò è reso meno intrigante dall'impostazione arcade che impone di concentrarsi piuttosto sulla frenesia degli scontri che sul dipanarsi dell'intreccio. Ulteriori giochi nel gioco tipici della saga di FF sono presenti anche in KH: la costruzione di un'astronave in stile "Lego" e la sezione sparatutto durante il viaggio tra i vari pianeti. Tutto sommato si tratta di divertissement che non aggiungono nulla di sostanziale al titolo e possono servire al più per prolungare il piacere del gioco. Nondimeno tale esperimento di "crossover" è assai interessante, e non è un caso che a proporlo sia la stessa software house che ha realizzato quella vera e propria pietra miliare cinematografica (per quanti difetti possa avere) che è Final Fantasy. Dalla Squaresoft dunque quali altri meraviglie dovremo aspettarci in futuro?

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