Never Let Go – A un passo dal male, di Alexandre Aja

Il regista francese torna al cinema con una fiaba oscura e ben confezionata, che semina banali allegorie e infinite possibili letture che si perdono nella confusione del finale.

-------------------------------------------------------
Come utilizzare l’AI per l’insegnamento, corso online dal 4 ottobre

-------------------------------------------------------
-------------------------------------------------------
LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO DI SENTIERI SELVAGGI

-------------------------------------------------------

Una madre senza nome interpretata da Halle Berry (anche produttrice) vive isolata insieme ai figli Nolan (Percy Daggs IV), Samuel (Anthony B. Jenkins) e al cane Koda, in una casa di legno “benedetto” immersa tra i boschi. La loro è una vita di costrizioni e sacrifici, poiché il mondo – stando ai racconti della Mamma – è ormai caduto preda del Male e loro tre sono gli ultimi esseri umani rimasti in vita. L’unico modo per sopravvivere e non essere toccati dal maligno è tra le mura di casa, dove la famiglia recita ossessivamente una filastrocca che rende omaggio alla dimora per la sua protezione: “casa benedetta di antico legno…”. Ogni mattina quando parte la spedizione alla ricerca di cibo, Mamma e i due ragazzi legano una corda attorno alla propria vita per mantenere sempre il contatto con la casa, in modo da rimanere protetti dalla minaccia malefica. Ciò che stravolge l’insolita routine della famiglia nasce proprio dall’interno: “e se quello che dice Mamma non fosse vero?”. Un semplice dubbio che una volta insinuatosi nella casa di antico legno non può che rovesciare gli equilibri, portando all’inevitabile taglio del cordone ombelicale.

Lo spunto narrativo alla base di Never Let Go – A un passo dal male, il nuovo film di Alexandre Aja, è piuttosto interessante e si presta a numerose interpretazioni e “profonde” elucubrazioni circa il reale significato dell’opera. Siamo parecchio lontani da alcuni dei titoli migliori del cineasta francese, tra cui Alta tensione, Crawl e Piranha 3D. Film molto meno pretenziosi ma di sicuro più onesti con il pubblico fin dal proprio incipit. La sceneggiatura di KC Coughlin e Ryan Grassby, scritta durante gli anni di reclusione del Covid, ha grandi similitudini con l’horror “sensoriale” degli ultimi anni, come Bird Box e A Quiet Place, e alcuni dei film più “claustrofobici” di Shyamalan, come The Village e il recente Bussano alla porta. Al contrario dei titoli citati, Never Let Go semina una grande quantità di banali allegorie e possibili letture senza dare realmente seguito a nessuna di queste.

Il film di Aja attinge a piene mani dall’immaginario biblico, non solo per le preghiere e la contrapposizione simbolica tra Bene e Male, ma per l’utilizzo del serpente come primo portatore del maligno nel mondo, sebbene la figura del demonio non venga mai invocata apertamente. Ma Never Let Go è innanzitutto una fiaba oscura sul tema della maternità, dell’infanzia e di quel momento in cui un bambino inizia a farsi delle domande sulla propria esistenza. Il grande cordone ombelicale che lega i figli alla casa nel bosco non è altro che il controllo materno sulla prole, un legame che ha un raggio ben specifico e che per sua natura non potrà mai essere eterno. Un altro elemento piuttosto importante nell’economia della storia è la sacralità della proprietà privata, un concetto fondante della retorica isolazionista USA che pone la casa come ultimo baluardo da difendere contro la minaccia dello “straniero”, a costo di creare un nemico invisibile e sparare per uccidere. Un tema più che attuale, che lega in maniera indissolubile repubblicani e democratici.

L’intuizione degli autori è di quelle giuste: cos’è che ci spaventa di più se non quello che non riusciamo a percepire? Ciò che resta fuoricampo, nell’ombra, invisibile agli occhi e agli altri sensi. Questo terrore ha mantenuto al “sicuro” i due fratelli per tutta la loro vita. Il problema nasce quando il Male e i mostri con cui si manifesta sono costantemente visibili a noi spettatori. Si perde completamente ogni tipo di tensione e, oltre a qualche ovvio jumpscare, non si entra mai realmente nel clima da incubo voluto dal regista, a parte qualche sequenza più riuscita come nel caso dell’estremo “sacrificio”.

L’ambientazione della casa antica e polverosa immersa nella fitta boscaglia fa sempre il suo effetto e la fotografia di Maxime Alexandre impreziosisce anche la sequenza più insignificante. La camera vaga per i boschi in continuo e lento movimento, come a suggerire un’oscura presenza nascosta e pronta ad attaccare in qualsiasi istante. Le premesse narrative e stilistiche c’erano tutte, il cast è più che convincente, a cominciare da Halle Berry (brillante, nonostante l’opera di imbruttimento) e il piccolo Percy Daggs IV (vero protagonista del film). Quando in un film del genere si arriva a un finale così confuso, aperto e assolutamente prevedibile, non può che venire in mente il cinema di M. Night Shyamalan, un autore che nelle risoluzioni finali non ha mai disatteso le aspettative.

Titolo originale: Never Let Go
Regia: Alexandre Aja
Interpreti: Halle Berry, Percy Daggs IV, Anthony B. Jenkins, Matthew Kevin Anderson, Christin Park, Stephanie Lavigne
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 101′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative