OMBRE ELETTRICHE – La mente allo specchio: "Neighbor no. 13"

L'esordio nel lungometraggio di Inoue Yasuo è un assalto disconnesso alla razionalità. Da un fumetto di culto, un film schizzato, meditativo, disturbante. Tra il fragore della rabbia e la narcosi della speranza.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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La schizofrenia come virus anomalo che livella le differenze tra gli individui e porta lo scontro sociale nei meandri della psiche. Nel precario panorama mentale degli esclusi non esistono più bulli, perdenti o loser, solo un chiasma di sopraffazione e violenza che si ripete senza tregua, fino a confondere i piani tra aguzzino e vittima. Ai tempi della scuola, Juzo ha subito ogni genere di sopruso da parte dei compagni di classe, spavaldamente guidati da Akai. Oggi, passati gli anni, Juzo non porta più i segni fisici del terribile incidente avvenuto allora, ma lotta ancora contro gli spettri che popolano i ricordi. Appena trasferitosi in un nuovo appartamento e iniziato un nuovo lavoro, quegli stessi ricordi hanno modo di riesplodere: il suo datore di lavoro è proprio Akai, il quale non ha abbandonato i modi vessatori e la gioia nell'umiliare il prossimo. Juzo cede le armi contro la rabbia repressa e la sua personalità si scinde: da un lato il ragazzo timido e introverso che è sempre stato, dall'altro 13 (altro modo con cui si possono leggere gli ideogrammi che compongono il nome Juzo), il suo gigantesco e violento angelo custode. Quando 13 prende il sopravvento, nulla può arrestarlo, solo il sangue.

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Una storia tutto sommato risaputa, fatta di doppie personalità angelico-demoniache e vendette di antichi torti subiti. A fare la differenza è la narrazione. L'ispirazione viene da un manga di culto di Inoue Santa, serializzato nel 1994 e raccolto in tre volumi. Il fumettista, nonostante il successo dell'opera, si era sempre rifiutato di concedere i diritti per un rifacimento cinematografico. Fino a quando a chiederglielo non è Inoue Yasuo (nessuna relazione di parentela tra i due), conosciuto regista di videoclip dallo stile sulfureo e vibrante. La visione dei due artisti coincide e Santa, dopo dieci anni di dinieghi, trova il suo alfiere. Ma Neighbor no. 13 non diventa, come spesso capita in casi del genere, un concentrato disordinato di scelte visive estroverse assommate fino al parossismo. Piuttosto Yasuo stratifica lo svolgimento, rallentando il ritmo fino al grado zero. In questo modo la sofferenza di Juzo diventa percepibile sottopelle, come un costante borbottio di una pentola in ebollizione, facendosi strada negli spazi angusti e marcescenti degli appartamenti e dello squallido quartiere proletario nel quale abitano lui e Akai. La macchina da presa rimane di regola immobile, riprendendo dalla distanza con cipiglio documentarista. Anche gli squarci di violenza, improvvisi, brutali, deraglianti, non sono presentanti dall'interno, convulsamente, ma con un distacco che li rende ancora più glaciali. Solo nelle parentesi di sogno, quelle in cui Juzo si trova rinchiuso nelle gabbie che si è costruito, il punto di vista diventa tormentato e partecipe. Dal realistico si passa allora al fantastico, con predominanza di rossi e grigi plumbei. L'ingresso nella baracca isolata in mezzo al niente, con la stanza deserta in cui convulsamente Juzo cerca rifugio, è un'immersione negli spasmi disperati della rinascita, in cui è reciso il cordone ombelicale con la realtà.

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Riservandosi pochi mirati scarti in avanti, come la divertente scena animata che accompagna la conversazione tra Juzo e un compagno di lavoro, Inoue Yasuo compone un'elegia tragica sulla coazione alla violenza, tanto più disturbante quanto più (in apparenza) sottotono. Ad aggiungere gusto, la presenza inquietante di Nakamura Shido, anche attore di teatro kabuki, che riempie lo schermo con il suo sguardo deturpato e denso. Tra le comparse da segnalare Yoshimura Yumi, metà del gruppo j-pop Puffy, e soprattutto Miike Takashi, nella parte di un vicino rompiballe. Presenza non casuale, considerata l'attiguità tematica con i film di Miike più famosi, come Ichi the Killer. Ma dove Miike si dimostra esuberante, senza limiti, inventivo, esagerato, Inoue Yasuo preferisce rilanciare al ribasso. Come un rumore di fondo continuo, che finisce con il trapanare il cervello in forza della sua ineliminabile alterità.

FILMOGRAFIA


paese: Giappone


anno: 2005


regia: Inoue Yasuo


sceneggiatura: Kado Hajime da un manga di Inoue Santa


cast: Oguri Shun (Juzo), Nakamura Shido (no. 13), Arai Hirofumi (Akai Toru), Yoshimura Yumi (Akai Azumi), Miike Takashi


 


LINKS


http://www.ihmagazine.it/articoli/no2241.html (in italiano)


http://www.midnighteye.com/reviews/neighbour13.shtml (in inglese)


http://www.sancho-asia.com/article.php3?id_article=1170 (in francese)


 


DOVE ACQUISTARE


Neighbor No. 13 è disponibile il dvd nella versione giapponese (regione 2, ntsc). Audio originale giapponese in Dolby Digital 5.1, formato dell'immagine letterboxed, sottotitoli in inglese. Esistono due versioni: una regolare, priva di extra, l'altra speciale, contenente interviste, making of, filmati di Mtv e soprattutto una action figure!


http://global.yesasia.com


http://www.cdjapan.co.jp

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