Protti VS Bondi, nuovo round

Il presidente Agis torna a commentare la proposta di prelievo fiscale sugli incassi delle sale 

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"Condividiamo l’affermazione del ministro Bondi secondo la quale le misure di agevolazione fiscale per il cinema hanno contribuito alla crescita di spettatori e incassi che si registra negli ultimi mesi. Pertanto riteniamo pericoloso e controproducente da parte del governo portare ora avanti una proposta (né condivisa né discussa) basata su un prelievo sull’incasso delle sale, come unico strumento per trovare le necessarie risorse per il cinema."
Paolo Protti, presidente Agis, risponde così alle recenti dichiarazioni del ministro Sandro Bondi sul buon andamento del cinema in Italia.  

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"Questa ipotesi – continua Protti graverebbe in modo sproporzionato ed esclusivo sulla sala, che oggi è l’unica a dare certezza di rientro economico al prodotto cinematografico ed è il luogo dove il film viene valorizzato. Un prelievo forzoso non sarebbe un approccio liberale bensì la riedizione di atti di indirizzo di natura dirigistica e clientelare".

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"Dalla dichiarazione del ministro Bondi raccogliamo positivamente il riconoscimento che il cinema è una delle principali industrie culturali del Paese. Dunque, il sostegno che esso necessita deve venire da tutti coloro che utilizzano il prodotto film. La esclusiva penalizzazione dell’esercizio porterà ad un gravissimo indebolimento del cinema italiano, ad un aumento dei prezzi e ad una contrazione di pubblico. Ecco perché ci opponiamo con tutte le nostre forze ad un prelievo forzoso e unilaterale, dannoso soprattutto per il Paese, che ne uscirà impoverito".

"Quanto al fatto che per il ministro la manovra intende 'liberare maggiori risorse per settori dello spettacolo finora sacrificati' – conclude Protti – sappiamo bene che lo spettacolo è stato sacrificato da questo governo, incapace di investire su di esso e ridottosi, come dimostra oggi, a innescare una insensata guerra tra poveri alla quale opponiamo la nostra ferma dignità e la nostra assoluta consapevolezza di meritare molto di più di quanto stiamo ricevendo in termini economici, normativi e soprattutto istituzionali". (i.f.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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