Rascal Does Not Dream of a Sister Venturing Out, di Souichi Masui

A primo impatto sembra portare a maturazione le soluzioni del primo film. Ma scegliendo il realismo in luogo dell’allegoria, disperde insensatamente la cifra distintiva su cui si fonda l’intera storia

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C’è un scena, in Rascal Does Not Dream of a Sister Venturing Out, che racchiude in sé tutto il senso e le istanze (tematiche, narrative e linguistiche) del film, e della trilogia di cui rappresenta il segmento intermedio. Qui la giovane Mai guarda fugacemente il petto del protagonista, per rimanere colpita dall’assenza di quelle lacerazioni che lo avevano accompagnato lungo tutto il corso della pubertà. “No, non ci sono più cicatrici” le risponde con un tono rassicurante Sakuta, a segnalare la presa di coscienza di un processo di maturazione/evoluzione che è arrivato, in questo momento, al suo culmine esistenziale. Ecco, allora, che le parole del ragazzo risultano così illuminanti ed emblematiche non tanto perché sottolineano il superamento di quel fenomeno soprannaturale, noto come “Sindrome della Pubertà”, che nel franchise di Rascal Does Not Dream determina l’emersione improvvisa di ferite corporee in concomitanza con le instabilità emotive dell’adolescenza: quanto per la naturalezza con cui il racconto lega qui la neutralizzazione di una crisi adolescenziale (e del suo simbolo tattile) all’acquisizione, da parte del protagonista, di un maggiore grado di maturità: su cui si fonderanno tutti gli intrecci del lungometraggio.

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Adattato dall’omonima light novel di Hajime Kamoshida, a sua volta tradotta in una popolare serie anime prodotta da CloverWorks (lo studio di Spy x Family e Bocchi the Rock!) questo secondo film del franchise prende le mosse a partire dalle soluzioni “iperboliche” su cui si era concluso il precedente lungometraggio del 2019, per affogarne in parte l’elemento soprannaturale in un’ottica maggiormente realistica. Laddove, infatti, le istanze da realismo magico murakamiano servivano, in tempi pregressi, a rivelare delle realtà più profonde e nascoste – sia sui personaggi che sulle relazioni che intrecciano – in un contesto comunque verosimile, adesso lo spettro espressivo appare perlopiù mutato. Tanto che Sakuta, dopo aver compreso lo status della relazione sentimentale che lo lega a Mai grazie all’avvento improvviso nelle loro vite della “versione futuristica” della sua prima fidanzata, ha raggiunto in Rascal Does Not Dream of a Sister Venturing Out una condizione di equilibrio assoluto, che lo spinge a riversare le proprie attenzioni non più alle “problematiche del cuore”, ma alla fortificazione del rapporto fraterno con la fragile, ed insicura, sorella minore, nel suo tentativo (invano?) di entrare nella scuola dell’amato fratello, malgrado la sua situazione (scolastica e forse anche emotiva) non glielo permetta. Portando così una narrazione nata come iperbolica ad incunearsi negli orizzonti del realismo più intelligibile.

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Se Rascal Does Not Dream of a Sister Venturing Out fa passare con lucidità le evoluzioni interne al protagonista attraverso i cambiamenti linguistici del racconto (con l’elemento trascendente che così sparisce in faccia alla maturazione di Sakuta) è pur vero che a causa dell’improvvisa eliminazione dello spirito allegorico, il film perde la sua singolarità. Ciò che permette(va) al racconto di astrarsi dalle solite dinamiche degli anime slice-of-life omologhi, e di ritagliarsi un suo spazio nel novero delle (tante e spesso superiori) narrazioni adolescenziali codificate soprattutto negli ultimi anni dalla Kyoto Animation, era proprio questa commistione di realismo e magia, di logiche sci-fi e linguaggi della romance. Una contaminazione che questo capitolo intermedio inspiegabilmente disperde. Fino a decentrare quegli elementi che un tempo permettevano, alla saga, di fondare le sue stesse strutture portanti.

Titolo originale: Seishun Buta Yarō wa Odekake Sister no Yume wo Minai
Regia: Souichi Masui
Voci: Kaito Ishikawa, Asami Seto, Yurika Kubo, Nao Toyama, Atsumi Tanezaki, Maaya Uchida, Inori Minase
Distribuzione: Crunchyroll
Durata: 74′
Origine: Giappone, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
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Il voto dei lettori
2 (1 voto)
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