Ricchi a tutti i costi, di Giovanni Bognetti
Il sequel di Natale a tutti i costi è insospettabilmente divertente e, fiero della sua natura popolare, cinico, amabile e mai volgare. Su Netflix
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Che si tratti di vita, o che si tratti di morte, i soldi sono sempre una costante, talvolta per chi resta, talvolta per chi se ne va. Nel primo caso una vera fortuna, mentre nel secondo, un enorme peccato. Sembra essere questo il motto dell’ormai affezionata famiglia Delle Fave, disfunzionale, folle e gigiona, oltreché protagonista assoluta di Ricchi a tutti i costi, per l’occasione unita più che mai, ancora una volta esclusivamente per questioni di denaro e così di morte. Quest’ultima intesa non più come burla, né tantomeno come accadimento desiderato, piuttosto come fine ultimo, dapprima remoto e poi sempre più concreto, di un piano familiare tanto buffo, quanto spaventosamente crudele.
In Ricchi a tutti i costi viene pianificato un omicidio per mandare a rotoli la pericolosa storia d’amore e sesso tra l’anziana ereditiera Giuliana (Fioretta Mari) e Nunzio (Ninni Bruschetta), noto arrampicatore sociale dal passato turbolento. Il plot narrativo di Ricchi a tutti i costi, smarcato dal primo capitolo Natale a tutti i costi, spinge sempre più in là limiti e linguaggi di un franchise dal primo capitolo rigidamente convenzionale – remake di un titolo francese piuttosto noto – ed ormai sempre più sregolato, divertente e politicamente scorretto.
Se due anni fa avevamo lasciato i Delle Fave in occasione del Natale, li ritroviamo questa volta in prossimità dell’estate. Qualcosa è andato storto. Non soltanto in termini economici, piuttosto di benessere psico/fisico. Emilio (Claudio Colica) infatti si è ammalato di depressione, la sorella Alessandra (Dharma Mangia Woods) ha messo fine alla sua relazione e i genitori dei due, Carlo (Christian De Sica) e Anna (Donatella Finocchiaro), sembrano non riuscire più ad amarsi come prima. Dunque cosa potrebbe esserci di meglio di un omicidio per riaccendere l’amore e tornare a vivere?
Giovanni Bognetti realizza per Netflix il secondo capitolo di un franchise insospettabilmente divertente che, fiero della sua natura popolare, non smette di esplorare registri alti e bassi, riuscendo a non farsi mai volgare, piuttosto caustico, nero e infine disperatamente cinico e amabile. Si rivolge a tutti noi trovando il nostro peggio e così il nostro meglio. Si pensi alla tenacia con la quale manteniamo saldi tutti quei legami familiari evidentemente mal sopportati, eppure per qualche ragione utili in termini di vita futura e così anche a quell’inevitabile e genuino amore nutrito nei confronti di genitori, fratelli e figli, che nessun omicidio o menzogna potrebbe mai realmente cancellare. Ha ragione Christian De Sica quando dice che il film secondo lui di buonista non ha proprio niente. Quanto è vero. Così com’è vera e notevole la sua interpretazione di Carlo, elegante e aggraziata sia di fronte alla gentilezza, che di fronte alla cattiveria. La speranza è che nei prossimi anni si spinga sempre più là, ma staremo a vedere. Per il momento la risata è assicurata.
Regia: Giovanni Bognetti
Interpreti: Angela Finocchiaro, Christian De Sica, Fioretta Mari, Ninni Bruschetta, Dharma Mangia Woods, Claudio Colica, Darko Peric, Fernando Albizu, Irma Carolina di Monte
Distribuzione: Netflix
Durata: 90’
Origine: Italia, 2024