RoFF19 preview: Flow, il gatto che incantò Cannes

Flow verrà presentato in concorso ad Alice nella città della Festa di Roma dopo il trionfo a Un Certain Regard, è il nuovo film d’animazione del talentuoso lettone Gints Zilbalodis

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Il cartone animato lituano Flow – Un mondo da salvare, diretto da Gints Zilbalodis sarà tra i titoli che verranno presentati in anteprima nazionale in concorso nella sezione autonoma Alice nella Città dell’imminente Festa del Cinema di Roma. Reduce dal grande successo ottenuto al Festival di Cannes 2024, dove è stato presentato nella sezione Un Certain Regard, c’è già chi parla di capolavoro e chi ne decanta le doti poetiche e politiche.

Flow – Un mondo da salvare ci proietta in un mondo senza umani, dove un gatto nero è costretto a trovare rifugio in una barca con altri animali, perché sta arrivando un’inondazione. Se non vogliono fare la fine degli uomini,  gli animali dovranno superare le loro differenze e collaborare. Il cartone animato è opera dell’enfant prodige lettone dell’animazione, Gints Zilbalodis, che a soli 25 anni ha esordito con Away, storia di un ragazzo in fuga da un mostro senza nome in una terra postapocalittica scritta, girata, montata e musicato da lui, presentata al Festival di Annecy.

Flow ha invece avuto più possibilità produttive ed è una co-produzione lettone, belga e francese. L’autore si focalizza nuovamente sulle tematiche ambientali, ponendo l’accento su un messaggio universale che passa anche attraverso la mancanza di dialoghi, l’animazione totalmente in CGI ed uno sguardo costantemente in simbiosi con la natura. Il cartone ha già vinto numerosi premi in giro per il mondo (Festival di Annecy, Anima Mundi e FEFFS).

Tra le immagini della sua narrazione distopica, che racconta gli sforzi di una comunità di animali per costruire una nuova arca di Noé per scappare dal disastro, si nasconde una metafora sull’integrazione e della comprensione, che si lega ovviamente ad alcuni dei maggiori (e più urgenti) temi del contemporaneo, a partire dal cambiamento climatico e dalle migrazioni forzate.
Il regista parla della realizzazione del film, a Fred – The Festival Insider, che lo ha intervistato durante il Festival di Cannes: “Per prima cosa ho pensato al movimento della macchina da presa e poi a cosa succede nella scena. In un film senza dialoghi, ho dovuto trovare un modo per trasmettere le emozioni dei personaggi, e uno di questi è il movimento della macchina“. Quando gli è stato chiesto cosa spera che gli spettatori si portino a casa dal film, Gints Zilbalodis dice: “Ho la mia idea di cosa significhi il film, ma è difficile spiegarlo a parole perché il film non ha parole. Direi che è importante fidarsi degli altri, ma anche rimanere indipendenti“.

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