"Rumore bianco" di Alberto Fasulo

Il documentario di Fasulo è soprattutto un raffinatissimo trattato di estetica cinematografica, dove è il suono a calibrare il tappeto ritmico e visivo della narrazione attraverso spazi, ambienti, abitanti del luogo. Una sinfonia di immagini, rumori, voci disperse, degna del cinema di Piavoli, che però allo stesso tempo non disdegna la fisicità alienante dei docufiction di Herzog, con sospensioni narrative sorprendenti

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rumore bianco

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Presentato in concorso all’ultimo Festival dei Popoli di Firenze, Rumore bianco ha per protagonista il fiume Tagliamento, lingua d’acqua frastagliata che ricopre una lunghezza di circa 170 Km, attraversando Friuli Venezia Giulia e Veneto. Un bacino dal fascino spettrale e ipnotico, paesaggio mutevole fatto di paludi e rocce, montagne alpine e pianure nebbiose. Dentro questo spazio Fasulo, già collaboratore di Francesca Comencini e Agostino Ferrente, fa coincidere tante microstorie di quotidianità eterogenea con frammenti fotografici di grande poesia e spingendo a livelli altissimi le potenzialità rumoristiche della presa diretta.

Dichiarazione d’amore compiuta dal regista in omaggio alle sue terre, il film è infatti soprattutto un raffinatissimo trattato di estetica cinematografica, dove è il suono a calibrare il tappeto ritmico e visivo della narrazione attraverso spazi, ambienti, abitanti del luogo. Una sinfonia di immagini, rumori, voci disperse, degna del cinema di Piavoli, che però allo stesso tempo non disdegna la fisicità alienante dei docufiction di Herzog, con sospensioni narrative sorprendenti (il gruppo di  ragazzi che si fa il bagno, gli improvvisi materiali di repertorio a unire passato e presente in un unico flusso percettivo, la solitudine gelante della facinorosa vecchietta a inizio film). Rumore bianco segna una tappa fondamentale del documentarismo italiano, in grado di ristabilire un ruolo prioritario al linguaggio filmico, senza rinunciare alla finezza di un racconto sociale – meglio ancora, territoriale – fondamentale per comprendere la cultura, il rapporto viscerale con la terra e, per certi versi, la violenta estraneità e “indipendenza” tipici del nord-est italiano.

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Regia: Alberto Fasulo

Distribuzione: Tucker Film – Faber Film

Durata: 90'

Origine: Italia 2008

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