Sempre, di Luciana Fina

La Rivoluzione dei Garofani del 1974 raccontata da un toccante documentario, con un autorevole lavoro sull’archivio e la memoria. VENEZIA81. Giornate degli Autori – Notti Veneziane

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La Rivoluzione dei Garofani nel piccolo e periferico Portogallo del 1974, cozza il mondo di sorpresa. Una rivoluzione anomala, anticolonialista, capeggiata da giovani militari di sinistra e per giunta incruenta. Fu l’inizio del crollo degli ultimi fascismi europei. Molti giovani raggiunsero Lisbona per osservare quello che stava accadendo e per partecipare all’entusiasmo popolare di quel 25 Aprile, data di Liberazione che il Portogallo condivide con l’Italia. Proprio dal nostro Paese partirono in tanti e questo toccante documentario tocca anche questo aspetto, oltre a riuscire a ricostruire nei suoi punti cardini, l’evento di portata mondiale. A cinquant’anni, Luciana Fina, artista visiva pugliese, trapiantata lusitana dal 1991, rivisita le immagini della Rivoluzione provenienti dagli archivi della Cineteca nazionale.

Lo fa con grande maestria documentaristica e di montaggio, riportando alla luce l’influenza diretta avuta anche dal cinema di quegli anni nel Paese. È, a tutti gli effetti, un omaggio al cinema che ha interferito nella storia (tra gli altri, c’è anche la voce di Moretti nel finale, con brani tratti da Bianca del 1984…), contro il Salazarismo, attraverso gesti di grandi autori che entrano concretamente in azione. Impeccabile riuso dell’archivio, che si fa appunto strumento in mano al montaggio, capace di mettere nuovamente in circolo l’essenza della memoria, espandendo i suoi significati più reconditi. Le parole di Robert Kramer, sui titoli di cosa, centrano in pieno il senso: “Tanti anni dopo è come dar notizie di un luogo che non esiste, informazioni su un tempo che in realtà è esistito”. La riflessione sul passato è fonte rigenerativa per il presente, questo è probabilmente la forza delle immagini recuperate che non dovrà mai esaurirsi.

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Con i fiori nei fucili, due soli slogan di liberazione cantati per le piazze, a favore del nuovo Primo Ministro Marcelo Caetano, pochi striscioni politici, tutti i balconi della capitale in festa, Sempre, innesca con suoni e immagini del presente, rende davvero vivo il tentativo di rimescolare le coordinate spazio/temporali. Mettere alla radio della chiesa la canzone di opposizione antifascista per antonomasia, Grȃndola vila Morena, di Zeca Alfonso, diede il là al golpe, un sogno. Bisognava assolutamente scendere in piazza, perché quei garofani nelle armi imponevano la deposizione della forza. Il Paese più libero d’Europa, almeno per qualche anno, esempio di internazionalismo non sanguinoso, come in Spagna, trentacinque anni prima, lascia ancora il diritto di immaginarsi il futuro.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
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