Skylight, di Stephen Daldry
Due forme di spettacolo. Un unico palco. E se in passato il teatrale in TV risultava astratto ed impalpabile dalla ripresa analogica, oggi il mezzo è cambiato. Vero teatro in un vero cinema, narrazione frontale in una molteplicità di punti di vista. Oggi in sala
Il risultato è davvero interessante, perché nonostante la longevità del testo, il tutto si rivela più che mai attuale, creando un divario tra due aliene scuole di pensiero: la Mulligan incarna “necessariamente” una sinistra militante, il caratterista Nighy “crea ricchezza”, e in breve riflette la tipologia più dinamica di una nuova classe impreditorial-conservatrice. Ciò che un tempo avremmo potuto definire thatcheriano, ed oggi browniano senza che praticamente nulla sia cambiato. In apertura ed in finale di testo, Hare immette anche un terzo polo dialettico vagamente liberatorio. È il diciottenne figlio di Tom (Matthew Beard), mediazione tra le solitudini di due ex intimi ora così concettualmente distanti. Curioso e significativo che non sia mai in gioco, in questo inquisitorio faccia a faccia tra due separati e memori amanti. Come se Hare voglia privare al giovane, l'assillo del dover o meno classificare politically correct, un sostanzioso divario di età dei partners.
E se la scrittura è poco dedita all'abuso di psicologie private, la regia di Daldry è altrettanto refrattaria a una cultura sbilanciata nel sociale (“sulla scena avrebbe un effetto irreale”). Scavando sui gesti e sulle espressioni degli attori, il regista inglese crea così un teatro digitale impastato di realismo visionario. Con la consapevolezza che il mezzo cinematografico consente quella molteplicità dei punti di vista, che la poltroncina in pelle rossa non può permettere. Skylight sembra quasi lo spettacolo che il Birdman di Iñàritu non ci fa mai vedere. Una vecchia arte in un mezzo oggi altamente definito. Solo un caso l'uscita ravvicinata dei due?.
TItolo originale: Id.
Regia: Stephen Daldry
Interpreti: Carey Mulligan, Bill Nighy, Matthew Beard
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 165'
Origine: Gran Bretagna 2015