«Cari giovani, fate sentire la vostra voce! Se non vi ascoltano, gridate ancora più forte, fate rumore, avete tutto il diritto di dire la vostra su ciò che riguarda il vostro futuro». Queste sono le parole di Papa Francesco nel messaggio alla “EU Youth Conference”, manifestazione svoltasi a Praga lo scorso anno.

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Ogni società ha tradizionalmente stabilito delle fasi di passaggio che segnano l’ingresso nell’età adulta. Tuttavia, a causa della crescente distanza tra le generazioni e l’influenza predominante della tecnologia digitale nella vita quotidiana, sembra che questi riti di passaggio siano diventati sempre più rari. Nei contesti delle società occidentali, diventa sempre più complicato stabilire l’età in cui un individuo diventa effettivamente adulto.

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Rappresentiamo il futuro della società, della classe dirigente, e ogni giorno siamo chiamati ad affrontare le sfide e le opportunità che si presentano in un mondo in continua evoluzione.

Ma l’Italia non è un Paese per giovani: l’Italia è un Paese di giovani per sempre. Da una parte vediamo gli adulti che esibiscono una gioventù perenne; mentre chi è giovane davvero fa fatica a oltrepassare quelle soglie che definiscono la crescita. La nostra è la prima generazione convinta di andare incontro ad un futuro non migliore, ma peggiore del presente.

I nuovi adolescenti, dagli 11 anni in poi, tendono sempre più ad essere distaccati, poco interessati, superficiali, disorientati, senza ideali e valori, incapaci di dare valore alle cose e di esserne soddisfatti. Spaesati… Da adulti che vogliono essere sempre giovani, e da giovani-adulti costretti, loro malgrado, a biografie irregolari ed acrobatiche.

Ripartiamo da ciò che vogliamo dalla vita e non da quello che la realtà ci offre. Non adattiamoci più al ribasso perché altrimenti non ci sarà più limite. Abbiamo necessità di sentici parte attiva del cambiamento. Spesso veniamo definiti una generazione “bruciata” e senza principi, ma che tenta con ogni forza di far valere ciò che pensa nel tentativo di far conoscere le proprie idee sul mondo, nonostante la nostra voce non sia mai presa in considerazione perché “siamo solo ragazzi”.

Questo è un mondo che si sta sgretolando, soprattutto a causa della mediocrità e incoerenza, ipocrisia e violenza, dagli sbagli dell’uomo. Sbagli che per troppo tempo sono stati ignorati, e ai quali troppo tardi hanno tentato di porvi rimedio… E ora proprio la nostra generazione dovrebbe prendere in mano un mondo in declino e ricostruirlo.

L’attrice Emma Watson ha lanciato la campagna HeForShe per promuovere l’uguaglianza di genere,

Billie Eilish affronta apertamente nelle sue canzoni questioni come la salute mentale, l’ansia, le insicurezze, offrendo un sostegno emotivo per molti giovani che si trovano ad affrontare queste sfide. Kendrick Lamar si impegna a dare voce ai giovani attraverso la sua musica, affrontando temi come la violenza, l’ingiustizia sociale e la disuguaglianza.

La parola libertà è stata separata dalla parola responsabilità, ma il nostro mondo ha bisogno di una vera apertura, ha bisogno di persone in grado di far percepire e sperimentare misure alte del vivere. E se tutto ciò, grazie alla poesia, alle emozioni, al comprende appieno l’ “altro da sé”, ripartisse dal Cinema?