The Crow – Il corvo, di Rupert Sanders

Ha il coraggio di usare l’opera di originale solo come palinsesto ma non di abbracciarne il nichilismo, divenendo un fiacco action dalle tinte melò fatto a misura della TikTok Generation

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Fallisci ancora, fallisci meglio, diceva Beckett. E in effetti si parte da uno scartamento estremo. Come se dopo il caos produttivo, che ha visto questa nuova iterazione al cinema del fumetto di James O’Barr languire nel limbo per quasi vent’anni prima di vedere la luce per mano di Rupert Sanders sopravvivesse comunque una scheggia di disordine che ha finito per attecchire e riscrivere lo spazio narrativo.

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Eric Draven, giovane smarrito, appassionato di musica, con un passato turbolento e sul baratro della depressione, incontra la giovane Shelly in una comunità di recupero. I due si innamorano e decidono di scappare proprio quando un gruppo di killer è arrivato per cercare Shelly. La ragazza è infatti in fuga dal gangster Roeg, che rivuole da lei un video compromettente che potrebbe svelare un suo tremendo segreto. Da qui, tutto torna nei binari noti: la morte violenta dei due amanti, il ritorno di Eric dall’oltretomba per fermare coloro che hanno ucciso lui e Shelly, il confronto finale che però, forse, lascia aperte più domande che risposte.

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Ma tutto accade senza mai sentire troppo il peso dell’originale, che rimane come una traccia in cui infiltrarsi, come uno scheletro su cui costruire un racconto che respira come un classico action anni ’90 ma è ben fermo nella contemporaneità e nelle sue forme, dalla clinica in cui si trovano rinchiusi i personaggi che è in fondo uno spazio in cui si discute e si preoccupa soprattutto di salute mentale all’onnipresente impostazione gamificata di The Crow. Il corvo, che torna nel “Limbo” in cui rinasce a intervalli regolari che sanno di checkpoint e che deve espressamente “uccidere chi lo ha ucciso” come si farebbe in un Soulslike. Eppure c’è qualcosa che affanna sotto la superficie, qualcosa, in fondo, non tiene. Il problema del film forse è a monte, al di là della scrittura, al di là, soprattutto, dei problemi produttivi che hanno rallentato la sua lavorazione. Il punto, semmai, è nella lingua che sceglie di parlare, nel modo in cui sceglie di rivolgersi al suo target.

È contemporaneo ma mai davvero “al tempo presente” il film di Sanders, cerca un canale per raccontare lo spazio emotivo del film alla Gen Z ma piuttosto che puntare alla concretezza, al reale, usa evidentemente la declinazione che di quelle emozioni hanno fatto social come TikTok e Tumblr, tutta di superficie, di pancia, vuota. Desidera incontrare lo sguardo dei giovanissimi ma non li guarda mai negli occhi, non li fa mai confrontare con il non senso, con la disperazione del film originale che forse, in quest’opera di riattraversamento era l’unico dettaglio che sarebbe dovuto sopravvivere. Piuttosto The Crow. Il corvo è un film ben più rassicurante, leggibile delle attese, in cui anche il male di vivere finisce per fare capo ad un qualche mostro soprannaturale da fermare con i giusti poteri.

Prevedibile che il passo del film di Sanders possa così reggere solo fino ad un certo punto. Lentamente il racconto si ingolfa, temporeggia, impiega un tempo in apparenza infinito per entrare davvero nel vivo, come se nel lungo sviluppo della storia d’amore tra Eric e Shelly e, successivamente, nelle indagini che condurranno il protagonista ai suoi bersagli il racconto cercasse un’emotività, un’empatia sincera con lo spettatore senza trovarla mai davvero.

Meglio, allora, in prospettiva, quando il Draven di Bill Skarsgård viene colto poco prima della sua definitiva maturazione, perché lì, in quei colpi dati disordinatamente agli avversari, in quei fiatoni, c’è quella disperazione che il film prova con tutto sé stesso a censurare. Poi, però, tutto cede, a partire, forse, proprio da uno Skarsgård in realtà sempre più svogliato e smarrito ed The Crow. Il corvo di Sanders si rivela soprattutto efficace epitome di quanto, in un certo cinema pop, un progetto davvero fedele al lavoro di O’Barr sia difficilmente fattibile, oggi.

Titolo originale: The Crow
Regia: Rupert Sanders
Interpreti: Bill Skarsgård, FKA Twigs, Danny Huston, Laura Birn, Jordan Bolger, Sami Bouajila, Isabella Wei, David Bowles, Josette Simon, Karel Dobrý
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 111′
Origine: UK, Francia, USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
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