“Ti ho cercata in tutti i necrologi”, di Giancarlo Giannini

ti ho cercata in tutti i necrologi

Ventisei anni dopo Ternosecco, Giannini torna alla regia in un film insolito e sconfinato che mescola generi diversi sfidando eccessi e contraddizioni. Recitazione anomala, dialoghi grotteschi e situazioni paradossali rispecchiano l'istrionismo di un attore che continua a mettere in gioco se stesso e il cinema.

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ti ho cercata in tutti i necrologiInsolito e sconfinato il film di Giancarlo Giannini. Insolito perché si distingue dal cinema italiano attraverso una manipolazione dell’immagine che diventa altro da sé. Sconfinato perché esplora luoghi fisici e metafisici nei quali i protagonisti si perdono e si ritrovano, in un continuo scambio di ruoli alla ricerca (forse) di un senso nella loro vita.

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La storia segue da vicino il personaggio di Nikita (Giannini), che lavora in Canada come autista per un’agenzia di onoranze funebri. Ha il vizietto di giocare a poker, e durante una partita in una villa fuori Toronto perde tutto. I creditori gli propongono una sfida per estinguere il debito, la caccia all’uomo: venti minuti separano il suo destino dalla vita (o la morte). Nikita riesce a superare la prova, ma ormai quell’insostenibile leggerezza (dell’essere) lo trascina in un desiderio irrefrenabile di mettere in gioco se stesso, al limite della follia.

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Magnifica preda verrebbe da dire. Se non fosse per un sottobosco di temi profondi che il film evoca senza, giustamente, dare una risposta. La morte è solo un passaggio obbligato nel destino di ognuno o può anche essere sublimazione di un sentimento universale come l’amore? Del resto Eros e Thanatos sono forze inscindibili che regolano i comportamenti della psiche umana. In questo senso Nikita è ancora a uno stadio primitivo, e non sa distinguere tra bene e male. Il suo viaggio mistico viene complicato dall’incontro con una donna misteriosa, Helena. Una predatrice che studia la vittima come un assassino prima di compiere un omicidio. Fredda e provocatrice, è l’incarnazione di un inconscio che non ha alcun contatto con la realtà. Il rapporto tra i due è costruito sulla farsa e il grottesco: “Ti ho cercata in tutti i necrologi” le dice Nikita. Lei ride, consapevole di possedere un corpo immateriale in quanto inafferrabile.

E allora il cinema diventa quella macchina in grado di indossare diverse maschere senza svelare mai la sua vera identità. Come Nikita, che nel finale calza un costume da coniglio e vaga nel deserto in un sogno allucinato e allucinante che rievoca certi fantasmi di lynchiana memoria. Allo spettatore non resta che abbandonarsi a quest’opera catartica in una volontaria sospensione dell’incredulità.

Regia: Giancarlo Giannini
Interpreti: Giancarlo Giannini, F. Murray Abraham, Silvia De Santis, Jeffrey R. Smith, Jonathan Malen ?
Origine: Italia, 2012 ?
Distribuzione: Bolero Film ?
Durata: 110'

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