Con la sua carica di gradevolezza e accattivante messa in scena, Crude fa la sua comparsa nella competizione principale del festival.

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Paxton Winters è il regista, americano, trapiantato in Turchia e gira con mano spigliata la storia di Gab e Bryce che, squattrinati e derubati, per far cassa, si inventano reporter d'assalto col progetto di intervistare terroristi turchi. Trovano la complicità di Alì che li accompagna in questo lungo tour attraverso le regioni più remote dell'oriente turco.

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Il film non riserva alcuna sorpresa e pur non suscitando sentimenti di noia, non produce alcuna emozione, limitandosi a svolgere la sua funzione di film "per tutti".

I protagonisti hanno i caratteri tipici dei soliti americani in vacanza alla ricerca di forti emozioni: ironici, spaesati, vigliacchi, presuntuosi e arroganti quanto basta. Insomma, i due soliti guasconi fortunati e benestanti e tanto simpaticoni.

Alì è il turco: ricco, occidentalizzato, però memore della propria cultura il che ne fa l'ideale guida per i due tontoloni.

Meglio sorvolare, invece, sul trattamento riservato ai personaggi turchi, tutti baffutissimi e incazzatissimi, sembrano dei mangiafuoco un po' usurai e un po' stupidotti, tanto da essere sempre gabbati dai tre amiconi al Marlboro Country.

Il film sarà presto un titolo tra i tanti, di quelli che nulla aggiungono al catalogo delle emozioni al cinema. Probabilmente sarà pure distribuito (chissà a scapito di chi), e farà la sua bella figura sulle riviste patinate che saranno orgogliose di presentare il "nuovo" film esotico. Il pubblico sarà pure felice di contribuire alla causa e ne gioveranno i turchi, quando la ricaduta del film si farà sentire. Si, perché Crude,è anche un eccezionale spot turistico per le bellezze naturali di quel Paese. Ma la Turchia ha molto di più da raccontare e mostrare che non quanto ci abbia fatto vedere Paxton Winters.

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