Torino Underground CineFest 2024 – I premi

Cuase Of Death: Unknown vince il premio come miglior lungometraggio, tra i documentari vince Tornadoes, Anthony Moudin e Freddie Mosten-Jacob sono invece Miglior Attore e Miglior Attrice del Concorso

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Si è da poco conclusa l’11^ edizione del Torino Underground CineFest. Dopo la consegna del Premio Sooner a Bonifacio Angius e del Premio Streeen! a Das rad – Viaggio di una bicicletta, le giurie delle tre sezioni in concorso hanno proclamato ufficialmente i vincitori.

La Giuria del concorso lungometraggi ha assegnato il Premio Miglior Film all’iraniano Cause Of Death; Unknow di Ali Zarnegar. La storia vede come protagonisti sette passeggeri in un furgone che improvvisamente devono confrontarsi con il ritrovamento del corpo di un uomo all’interno del mezzo. Dopo aver preso atto di come nessuna ambulanza o volante della polizia verranno ad aiutarli, scopriranno da soli la vera identità dell’uomo, e quello che scopriranno cambierà il loro destino. La giuria ha motivato così la sua scelta: “Considerando l’ambiente desolato del deserto in cui si svolge la vicenda, il regista riesce a trasmettere un senso pervasivo di atmosfera e di minaccia imminente. Questo contribuisce anche a risolvere la storia in modo efficace, con una svolta generale sorprendente“.

Aurélia Mengin conquista la sezione Miglior Regia con il suo film Scarlet Blue (Francia – La Riunione), “per la sensibilità con cui ha filmato i suoi personaggi e le loro azioni, riuscendo a comunicare, tramite audaci scelte di inquadratura e dinamici movimenti di macchina, l’angoscia indispensabile per far entrare lo spettatore nel mondo surreale e artificioso che ha costruito“. Il Premio come Miglior Attrice va a Freddie Mosten-Jacob per il film svedese Suicide Tuesday di Joakim Paronen, anche vincitore Premio per il Miglior Montaggio affidato a Jean Apa. Freddie Mosten-Jacob, si legge nella motivazione, è stata premiata “per la fragilità e la sensibilità che ha saputo trasmettere anche solo con uno sguardo. Che sia sbavata dal trucco o senza una macchia, la sua immedesimazione nel personaggio è stata così profonda da averle permesso di portare sempre la verità ogni qualvolta la macchina da presa la inquadrava”.

Miglior Attore tra gli interpreti dei lungometraggi è invece Anthony Moudir per Orso di Bruno Mercier, “per la capacità di esprimere il suo tormento d’animo di fronte alla confusione che si manifesta nella sua esistenza“. L’opera vince anche il premio Miglior fotografia e Miglior Sceneggiatura, grazie all’accurata drammaturgia. Infatti, il rapporto tossico tra Orso e Louison, e successivamente con la gemella Mara, dà il via a una trama ricca di inganni e apparenze che catturano l’attenzione dello spettatore.

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Nella seconda sezione, Concorso documentari, esce vincitore Tornadoes di Annabelle Amoros. “Il film rappresenta con grande consapevolezza, rigore e disarmante lucidità, di come il capitalismo del paesaggio sfrutta e cerca di prevedere l’inevitabile evento atmosferico per trarne profitti multiformi. Il sonoro allarmante e la tensione costante del fuori campo ritrae l’essere umano che spettacolarizza la natura quando non la può controllare”.

Il Premio per la Miglior Regia di quest’anno va a Paul-Claude Demers, per Diary of a Father. “Una lettera possibile e impossibile raccontata da un padre che ripercorre la sua storia familiare e il suo vissuto con maestria attraverso il riverbero dei ricordi. Molto efficace l’accostamento del materiale d’archivio con i paesaggi esterni e le scene ricostruite”.

Il Premio come Miglior Montaggio lo vince Enrico Giovannone per A Loving Act dell’italiano Riccardo Bianco. Durante la quarantena una coppia è bloccata in un appartamento a Budapest, il giornalista Riccardo e l’attrice hard Kata filmano così la loro convivenza.

La Giuria del concorso documentari attribuisce, una Menzione Speciale all’iraniano The Shadow Yearning To Fly di Elham Ahmadi, perché rappresenta “un ritratto di una generazione che vuole raggiungere il suo sogno e la sua indipendenza economica all’interno di una società corrotta e misogina che produce quasi solo rabbia e dolore”.

Nella terza e ultima sezione, la Giuria Cortometraggi attribuisce il premio come Miglior Corto ak film Pipsqueak, di Lena Jaworska perché “nonostante volessimo premiare un corto sotto i quindici minuti, alla fine abbiamo talmente amato questo film che ci siamo contraddetti, (…) questo film, scritto e diretto da Lena Jaworska e interpretato da Miłosz Bachonko è una parabola splendida e impertinente, finanche anticlericale”.

Il Premio per la Miglior Regia va ad Andrii Kokura con In Paris No One Thinks About Tomorrow, che “a soli 21 anni si conferma autore consapevole e già maturo, con una precisa idea di cinema e il coraggio di osare nonostante le limitazioni pratiche che gli sono imposte”.

I Premi Miglior Sceneggiatura e Miglior Interpretazione li vince Vox populi, di Svetlana Yancheva. Con grande satira la regista segue la storia di Magdalena, una donna che troverà l’empatia di persone improbabili durante la sua lotta per salvare un maiale in un paese invaso dalla peste suina.

Il Premio per la Miglior Fotografia è stato assegnato a Will Hanke per Beneath a mother’s feet, di Elias Suhail.

Francesco Sossai conquista il Miglior Montaggio per Il compleanno di Enrico, film da lui girato.

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