“Tra le rovine la luce”: a Roma la mostra di Simona Pampallona

L’esposizione approda in esclusiva a Roma venerdì 14 giugno, esposta nelle sale del salone di Contesta Rock Hair.

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“Tra le rovine la luce”. Questo il titolo della mostra fotografica di Simona Pampallona che, prodotta dal Bellaria Film Festival e inaugurata lo scorso 8 maggio nel giorno di apertura della manifestazione, approderà in esclusiva a Roma venerdì 14 giugno (alle ore 18.30) esposta nelle sale del salone di Contesta Rock Hair.

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L’evento, che permetterà di evocare il ruolo rivestito dalla fotografa di scena romana “dietro le quinte” di La Chimera di Alice Rohrwacher, offrirà al pubblico la possibilità di osservare un album “con istantanee dal lavoro di troupe di Costumi, Trucco e Parucco”; nonché di assistere a una speciale proiezione di maggior respiro, volta a rivivere il lavoro fotografico di tutta la filmografia della regista.

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Nata e cresciuta nella Capitale e collaboratrice di lunga data di Alice Rohrwacher, Simona Pampallona è riuscita negli anni a ritagliarsi un ruolo di grande spessore internazionale, come d’altronde dimostrano le proiezioni delle sue foto avvenute al Moma e al Pompidou di Parigi, datate 2021 e 2023. “Tra le rovine la luce” è dunque una sorta di porta di ingresso per provare a comprendere l’importanza di un ruolo in grado di svelarela ricerca della meraviglia che contraddistingue ogni lungometraggio” della Rohrwacher. Un ruolo troppo spesso sottovalutato, eppure decisivo, specie all’interno di un’epoca fondata sull’importanza di un immaginario condiviso.

“Normalmente non si sa quale sia il destino delle foto che vengono scattate”, ci ha raccontato non a caso l’artista, “ma a mio parere esse hanno una grande importanza storica, perché permettono di creare un archivio enorme, di creare il racconto di scene tagliate, del prima e del dopo, di narrare le persone. E penso che tutto ciò abbia un grande valore”.

“Spesso inoltre”, ha continuato, “nelle mie fotografie non si avverte la presenza del fotografo e questo perché io sono presente sui set di Alice fin dal primo giorno e spesso le persone si dimenticano di avere di fronte una macchina fotografica. Questo fa sì che le fotografie siano più spontanee. Negli anni si è ovviamente creata una connessione tra me e Alice e questo è importante perché il lavoro di squadra è essenziale anche per superare le difficoltà che sopraggiungono. Sono contenta che la mostra possa evidenziare il fatto che il film viene costruito da tutti”.
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