Un anno con Salinger, di Philippe Falardeau
Un nuovo racconto del cortocircuito verità/leggenda da parte dell’autore di The Bleeder, ma è soprattutto un ulteriore veicolo di lancio per Margaret Qualley
Margaret Qualley affida al franco-canadese Philippe Falardeau (a cui dobbiamo tra le altre cose l’ottimo The Bleeder di qualche anno fa) il suo tentativo di lancio definitivo sul grande schermo, dopo che gli appassionati di serialità hanno imparato ad amarla tra The Leftlovers e Fosse/Verdon, e il pubblico del cinema si è innamorato del suo personaggio in C’era una volta a… Hollywood. E in effetti Un anno con Salinger è in sostanza interamente poggiato sulle spalle della giovane e luminosa interprete, voce e sguardo narrante dell’ennesima storia di rivelazione umana, affettiva e professionale tra le strade di una New York che è innanzitutto un castello di riferimenti e mitologie culturali e letterari.
Si tratta di materiale su cui una Nora Ephron avrebbe costruito una struttura vertiginosa di rimpalli, ma Falardeau si accontenta di tratteggiare ancora una volta una Grande Mela insieme pulviscolare e spietata (le sequenze nel ristorante del Waldorf…), di certo non inedita, e di accennare istanti sospesi e timidamente sognanti come le conversazioni a distanza con gli immaginari fan mittenti delle lettere a Salinger.
Nel tentativo di cogliere un’atmosfera più che una direzione vera e propria alla parabola di Joanna, Un anno con Salinger dovrebbe essere anche il racconto di come l’autore del Giovane Holden si fosse interessato all’improvviso alla pubblicazione della sua novella Hapworth 16, 1924, uscita originariamente solo sul New Yorker, da parte di una minuscola e sconosciuta casa editrice di provincia: un caso che Rakoff segue di persona ma che il film mantiene in secondo piano, come la figura dello scrittore divinizzato di cui non vediamo mai le reali fattezze, udendone solo la voce per lo più al telefono.
Peccato che, a differenza proprio del precedente The Bleeder, Falardeau non intessi qui alcun discorso sul Mito, sul dietro le quinte della creazione artistica e sul cortocircuito verità/leggenda, limitandosi ad un lavoro di confezione a conti fatti innocuo.
Titolo originale: My Salinger Year
Regia: Philippe Falardeau
Interpreti: Margaret Qualley, Sigourney Weaver, Douglas Booth, Seána Kerslake, Brían F. O’Byrne, Colm Feore
Distribuzione: Academy Two
Durata: 101′
Origine: Canada, Irlanda 2020
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani