Venezia 62: "Ci sono idee per le quali possiamo morire, ma non uccidere". Incontro con Abel Ferrara.

Il regista americano è arrivato al Festival, dove è in concorso con il film “Mary”, il racconto di un'attrice che, ispirata dal ruolo della Maddalena, che ha appena interpretato in un film, decide di non tornare a New York, ma di proseguire il proprio cammino di ricerca spirituale mettendosi in viaggio per Gerusalemme.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Abel Ferrara è nato a New York nel 1951 e si è affermato come regista indipendente di film a basso costo, in cui ha esplorato i quartieri malfamati della sua città e il fondo oscuro dell'animo umano. Nel 1979 è uscito il suo film più celebre, The driller killer; negli anni novanta ha realizzato i suoi film di maggiore successo: The king of New York, Il cattivo tenente e Ultracorpi – L'invasione continua. Nel 1995 è stato premiato al festival di Berlino con The addiction.

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Secondo lei il film di Mel Gibson, La passione di Cristo, ha aperto uno spiraglio alla futura realizzazione di film sulla fede?


Probabilmente si, anche se secondo me Mel Gibson ha fatto più un film sulla passione del dollaro che sulla Passione di Cristo.


 


Tra i personaggi del film, Ted, Mary e Tony quale sente più vicino?


Tra i tre, il personaggio che sento più vicino è Ted, interpretato da Forrest Withaker, il cui percorso esistenziale appare anche più tormentato rispetto agli altri due.


 


Che cosa significa per lei realizzare un film e quale è l'importanza del regista nella sua realizzazione?


Innanzitutto un film non si realizza da soli, ma richiede uno sforzo congiunto, l'apporto di più persone. Per me i film sono come una piramide, si parte da una idea e si va verso il basso, verso la sua base, il regista rappresenta la punta di questa piramide, quindi l'idea da cui si parte per la realizzazione del film.


 


Quale è il suo pensiero riguardo al ruolo della tv che oggi sembra oscillare tra menzogna e sperimentazione?


Penso che bisognerebbe andare oltre lo schermo e la maschera che ci separano dagli altri e dal mondo, essere onesti con se stessi, nel mio film c'è la sequenza della lavanda dei piedi che è uno dei momenti più importanti, infatti è proprio in quel momento che Cristo si spoglia di tutto e sceglie di essere il servitore degli altri, anche Ted a un certo punto non può più nascondersi dietro ad uno scudo, ma deve affrontare la realtà.

Perché la scelta della Basilicata come scenario in cui ambientare parte del film?


La Basilicata ha dei paesaggi bellissimi, ma volevo soprattutto vedere dove Pisolini aveva girato il suo film, Il vangelo secondo Matteo, e il luogo da lui scelto per la sequenza della crocifissione. Però mi chiedo perché film come questo non vengono fatti a Gerusalemme, sarebbe il luogo più adatto a ciò che si racconta.


 


Lei ha citato Pasolini, è uno dei registi che lei apprezza di più?


Pasolini è stato un regista meraviglioso, ma la sua grandezza è legata al fatto che non è stato solo un regista, ma anche un poeta, uno scrittore e un giornalista.


 


Negli USA il suo lavoro è condizionato dai produttori?


Se non si ha libertà non vi è motivo di fare un film, il regista è importante in una produzione, benchè, come ho già detto, alla realizzazione di un film partecipino più persone.  


 


Quale è l'importanza della violenza nei suoi film?


Nei miei la violenza non è priva di significato, sono convinto che ci siano idee per le quali possiamo morire, ma non uccidere

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