VENEZIA 64 – "Sous les bombes" di Philippe Aractingi (Giornate degli autori)
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Questo è il pre-testo del secondo lungometraggio di Philippe Aractingi, regista libanese che, dopo anni di reportages documentari girati ovunque nel mondo e dodici anni trascorsi a Parigi, è tornato nella sua patria per realizzare nel 2005 la sua opera d’esordio per il cinema, Bosta (Bus), musical on the road campione d’incassi in Libano e in altri paesi del mondo arabo. Sous les bombes riprende il discorso del viaggio, ma nel contatto con l’immediato ultimo dopo-guerra libanese. Cinema di finzione in continuo movimento dentro spazi di lacerante verità documentaria e alcune schegge di immagini televisive dei bombardamenti (in particolare all’inizio). Eppure Sous les bombes non traduce quella materia incandescente in testo convincente, rimanendo negli spazi di una narrazione e di un filmare mediocri, nel ricorso a stereotipi non assimilati, a uno sguardo che (pur tra molteplici difficoltà di realizzazione) utilizza il road movie, le sue tappe, e le dinamiche fra i due personaggi, nella maniera più scontata e senza sussulti. Spiace, perché quella rabbia, quella collera dichiarata da Aractingi, che l’hanno spinto a fare il film, non penetra le immagini, si ferma sulla loro soglia. E così anche la scena madre finale, e la nascita di una nuova famiglia trasversale, consegnata al fuori campo, sfuma in un’intensità troppo corretta.