Venezia 81 – Disclaimer. Incontro con Alfonso Cuarón e il cast

Il regista messicano racconta la sua nuova miniserie, presentata fuori concorso al Lido. Insieme a lui, i protagonisti Cate Blanchett e Kevin Kline. Dall’11 ottobre su AppleTv+

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Tra i prodotti più attesi di questa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia c’è sicuramente Disclaimer, ultima fatica di Alfonso Cuarón prodotta da Apple TV+. Il regista, insieme ai due protagonisti premi Oscar, Cate Blanchett e Kevin Kline, ha raccontato la genesi e la realizzazione della miniserie alla conferenza stampa tenutasi presso il Palazzo del Casinò.

Disclaimer è, per Cuarón, la prima vera incursione nel mondo della serialità moderna, e proprio su questo aspetto si è aperta la conferenza: “Ho letto il libro e nella mia testa ho immediatamente visualizzato un film. Ma all’epoca non sapevo come realizzarlo, perché il film che stavo vedendo era troppo lungo, e non riusciva a prendere forma. È stato solo anni più tardi che ho pensato che avrebbe funzionato usando un formato più lungo. Un formato che ammiro perché degli artisti incredibili vi si sono avventurati, da Fassbinder a David Lynch a Kieślowski. Quindi ero intrigato e quello è stato il punto di partenza.”

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Il problema è che il regista si è formato con i film, con il cinema, non con le serie televisive: “Io non so come si diriga una serie TV, e probabilmente ora è troppo tardi per imparare. Quindi abbiamo approcciato questa serie come un film. Non abbiamo mai pensato di fare qualcosa di diverso, stavamo facendo un film. Non avevo però calcolato che per girare un film ci vuole più tempo, e questi episodi erano come 7 film. Quindi è stato un processo molto lungo, e mi dispiace per gli attori, che sono rimasti bloccati nel personaggio per troppo tempo”. Più di un anno, a quanto pare.

Blanchett e Kline, tuttavia, sostengono di essere rimasti subito affascinati dai loro personaggi. Per Kline, interpretare Stephen Brigstocke “è stato insolito, è un personaggio molto diverso da quelli che ho interpretato in altri film. E lavorare con Alfonso è stato intenso, un’esperienza da cui ho imparato molto”. Il suo è un personaggio che, nel corso degli episodi, “cambia, e sono i singoli momenti che permettono a quei cambiamenti di avvenire. È molto incerto, molto esitante, si sente un po’ alienato. Ma anche questo aspetto in seguito cambia. Sta tutto nel cambiamento”. 

Per Blanchett, invece, addentrarsi nell’oscurità della sua Catherine Ravenscroft è stata “la parte più divertente. Abbiamo tutti un lato oscuro, no? Si è soliti pensare che se qualcuno non ti dice tutto, allora ha qualcosa di sinistro da nascondere. Credo che invece quella si chiami privacy. E credo che spesso siamo persone molto private, e non siamo per forza disonesti o facendo cose cattive. Ma abbiamo tutti piccole e grandi cose che vogliamo nascondere agli altri perché le stiamo ancora affrontando noi stessi, non necessariamente perché abbiamo fatto qualcosa di sbagliato”.

Catherine è un personaggio profondamente traumatizzato, ma all’inizio di Disclaimer viene presentata come l’immagine del successo: “è una documentarista, e ha dedicato la sua vita a esporre traumi e ingiustizie nelle vite delle altre persone. Penso che per me la sfida e l’agonia di interpretare un personaggio del genere, è che la crisi avviene appena la conosciamo, quindi non sappiamo nulla di lei. Solo quello che gli altri dicono di lei.” Blanchett stessa si è definita “shockata” dal modo in cui lei stessa era portata, leggendo lo script, a giudicare negativamente un personaggio di cui non sapeva nulla. “Penso che questo sia il potere del giudizio, che Alfonso, come regista, è riuscito a rappresentare così bene”.

Uno dei temi centrali di Disclaimer, poi, riguarda il modo in cui gli altri personaggi vedono loro stessi, contrapposto al modo in cui gli altri, pubblico compreso, li vedono (e li giudicano).
Anche per questo, la serie presenta diversi voice over, ognuno appartenente a un personaggio diverso. Per Cuarón, il voice over è “qualcosa che mi ha intrigato per molto tempo, perché ammiro il voice over nei film quando è usato correttamente. Quando ero giovane ho visto questo film che si chiamava ‘The Man Who Sleeps’ di Georges Perec. E l’intero film era raccontato tramite la seconda persona. Quel film mi ha colpito molto, perché è raro vedere film raccontati in seconda persona. E sono rimasto intrigato dalla seconda persona, ma mi sono anche chiesto ‘che succede se invece di un solo voice over, ce ne fossero altri, in prospettive differenti?’”.

Le prospettive dei personaggi non sono caratterizzate solo dai voice over, ma anche da stili diversi di fotografia. Alla serie hanno infatti lavorato due direttori della fotografia, Emmanuel Lubezki e Bruno Delbonnel: “il DP originale, Lubezki, disse “abbiamo bisogno di un altro DP” perché sarebbe stato molto più interessante avere un forte contrasto tra questi punti di vista. Quindi abbiamo chiamato Bruno Delbonnel perché lo ammiriamo molto come DP e come persona, e hanno lavorato molto bene insieme. Ognuno dei due ha uno stile diverso, ma dovevano comunque mantenere una certa continuità temporale, quindi è stata necessaria molta coordinazione tra i due su questi aspetti. Questa è stata parte dell’idea di enfatizzare i punti di vista, e il potere che ogni voce può avere”.

Dopo la presentazione al Lido, Disclaimer verrà distribuita su Apple TV+ a partire dall’11 ottobre.

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