Venezia 81 – Incontro con Peter Weir, Leone d’Oro alla carriera 2024

La stampa incontra il regista australiano arrivato alla Mostra del Cinema per ritirare il Leone d’Oro alla carriera, e rievoca i set de L’attimo fuggente e Picnic ad Hanging Rock, tra gli altri

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Sembra aver trovato una tranquillità invidiabile Peter Weir dopo il ritiro dal lavoro di regista, come dice alla conferenza stampa: “Leggo, sono un gran lettore. In questo viaggio mi sono messo due libri in valigia… leggo molti libri storici e mi piacciono i dettagli della vita. Mi godo la vita, vivo in un luogo bellissimo a Sydney e penso al mondo che ho vissuto”. Il regista australiano viene festeggiato a Venezia 81 con l’assegnazione del Leone d’Oro alla carriera, voluta fortemente dal direttore Alberto Barbera, e la proiezione del film Master & Commander.

Weir che non è nuovo al Lido – sia L’attimo fuggente che The Truman Show erano stati presentati alla Mostra del cinema – parla della sua esperienza a Venezia: “Semplicemente venendo dall’Australia, anche quando ho fatto film americani, venire alla Mostra mi ricarica come una nuova batteria di creatività. Si rinfresca la mente” e riferendosi al Leone d’Oro alla carriera “questo premio è importante, in questa festival, in questa città”

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Passando in rassegna la sua carriera, al regista viene chiesto a quale suo film sia più legato: “Ognuno ha i propri ricordi. Mi interesso a un film più di un altro. Ho pensato a Fearless in questo periodo… fu un esperienza straordinaria”. Arriva anche il momento di Picnic ad Hanging Rock: “Il romanzo mi è stato portato dal coproduttore… è stato strano. Mi è piaciuto perché non aveva una risposta. Mi ha influenzato la prima guerra mondiale e quegli uomini che spariscono senza lasciale traccia”. 

Durante la 46a edizione della Mostra del Cinema di Venezia del 1989 sotto la direzione di Guglielmo Biraghi L’attimo fuggente venne presentato in anteprima al Lido. Weir riguardo al suo film dice: “Cosa posso dire. Prima di tutto la sceneggiatura era ambientata nell’era Kennedy… volevo riportare la storia ai tempi di Eisenhower perché io avevo la stessa età allo Scott College di Sydney. Volevo parlare di cosa era una scuola come quella. Ho rivissuto la mia gioventù e se fossi stato in quella scuola avrei fatto parte della Dead Poets Society”. Continuando sul film, il regista ha ricordato l’attore Robin Williams: “Potrei dirvi tantissimo ma come scegliere. Era una persona fiduciosa. Lavoravamo insieme e ci incontravamo a parlare della sceneggiatura… Faceva battute e faceva ridere tutti e io gli chiedevo di inibire questa parte della sua personalità per il film. Gli chiedevo di calmarsi, di rilassarsi e di mantenere il suo charme”.

A Weir è stato anche chiesto di dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di regista: “Difficile generalizzare, dipende dalla singola persona. Direi staccatevi dal mondo dell’informazione. Andate in campagna, lavorate su un mercantile. Lasciate che l’immaginazione si sviluppi, non sovraccaricate… siamo vittime delle nostre esperienze. I film hanno un effetto enorme sulla mia immaginazione. Dovendo cominciare oggi non prendete neanche la cinepresa. Scrivete idee, racconti. Fate esercizio con il cervello. Abbiamo dentro di noi un computer straordinario”.

Al termine della conferenza al regista è stato domandato se ci fosse la possibilità di un qualche sequel: “Non veramente. Di Master volevano fare un sequel ma non si trovava il denaro. Spero sempre che non ci siano sequel o remake dei miei film. Un giorno Wim Wenders mi contattò per chiedermi cosa accade al professore dopo”.

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