Venezia 81 – Taxi Monamour: incontro con Ciro De Caro e il cast

Il regista ha presentato il suo film, che partecipa alle Giornate degli Autori di Venezia 81. Con lui anche gli interpreti Rosa Palasciano, Yeva Saie e Valerio Di Benedetto. In sala da oggi

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Il regista e sceneggiatore Ciro De Caro ha presentato alla stampa Taxi Monamour, il suo nuovo film, selezionato a Venezia 81 nella sezione Giornate degli Autori. Oltre a De Caro, erano presenti anche gli attori Rosa Palasciano (anche cosceneggiatrice del lungometraggio), Yeva Saie, Valerio Di Benedetto, i produttori Simone Isola e Michael Fantauzzi, nonché Marco Colombo e Mattia Della Puppa (Adler Entertainment). Il film esce oggi in sala, 4 settembre.

“Questo è un racconto in cui ci sono due solitudini che si incontrano. Ci piaceva l’idea di due persone che arrivavano da due posti diversi del mondo  e poi la vita mette in moto una serie di coincidenze, che portano queste persone ad incontrarsi ad un certo punto. E forse a sfiorarsi, a far nascere qualcosa… oppure niente” ha esordito il regista. “Quello che volevo raccontare è qualcosa che accade ma che forse non accade, perché mi piace un cinema di sottrazioni, di cose che non si dicono, di cose che non si vedono per dare più forza a quello che c’è sotto. E’ un ulteriore passo verso la mia idea di cinema, che è fatta di leggerezza e di cose, appunto, non mostrate.”

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È poi intervenuto il cast a proposito del processo che ha portato i diversi attori a costruire i propri personaggi individualmente e le relazioni tra di loro nell’insieme. “È stato molto facile lavorare sulla chimica perché ci siamo veramente incontrate e sentite sì come attrici, ma come persone prima di tutto. E questo era quello che stavamo cercando con Ciro mentre scrivevamo Taxi Monamour. Un incontro tra due persone che non hanno apparentemente niente in comune, ma hanno sicuramente dei problemi che le portano ad essere profonde e sole. Questa cosa le accomuna e le fa stare bene anche in silenzio. E poi il mio personaggio è un po’ più estroverso, o quantomeno gioca a essere estroverso, semplicemente perché cerca uno spazio per entrare nell’intimità con Christi” ha commentato Rosa Palasciano.

Ha poi proseguito Yeva Saie: “Inizialmente il mio personaggio invece costruisce tantissimi muri attorno a sé ed è secondo me una fortuna enorme che incontri il personaggio di Rosa,  Anna, che spinge così tanto. I muri cominciano a cadere e c’è qualcosa tra di loro che si sente, i muri che Cristi ha costruito qua in Italia per proteggersi, per provare a stare bene, cominciano a crollare perché c’è questa solitudine comune che si sente molto forte e non c’è bisogno di nient’altro”.  

“Ciro sul set ci spinge sempre a togliere, e  quindi abbiamo lavorato sui non detti, sui sospesi, che poi è quello che in qualche modo rende i personaggi più interessanti. Lavorare con Ciro per me è sempre una bella sfida perché io arrivo con le mie paure, lui con le sue sicurezze non così chiare, e poi però troviamo insieme una strada che percorriamo” ha concluso quindi l’attore Valerio Di Benedetto.

A proposito del lavoro svolto in fase di produzione, Simone Isola ha ricordato come è nata la collaborazione con De Caro: “Questo percorso è iniziato anni fa, poco dopo l’uscita di Giulia, perché io e Ciro ci conoscevamo già da molti anni in realtà, però ci supportavamo a distanza. Lui mi ha parlato di questa storia e ci è venuta voglia di provare a lavorarci insieme. In realtà la prima cosa che gli ho detto è che io sarei voluto anche entrare un po’ in punta di piedi in quello che era il suo percorso, perché lui viene da un percorso indipendente e ha spesso seguito anche produttivamente alcuni progetti, e quindi non volevo in qualche modo stravolgere il suo metodo di lavoro, la sua visione. Però poi in realtà abbiamo lavorato molto insieme sul progetto e abbiamo fatto delle scelte anche in sceneggiatura. Diciamo che è un film di Ciro come gli altri a livello visivo, però ha un impianto produttivo più robusto”. 

Marco Colombo ha invece raccontato il ruolo del distributore, Adler, già nei mesi che hanno segnato la produzione di Taxi Monamour: “Rappresenta un film molto importante per noi, perché rafforza ulteriormente la nostra presenza in produzione con un ruolo più attivo. In passato abbiamo fatto parecchie coproduzioni, però sempre con il ruolo più di finanziatori o di distributori. Qui abbiamo invece iniziato ad occuparci anche del lato esecutivo, aspetto che contiamo di approfondire sempre di più nel corso dei prossimi anni”.

In conclusione, il regista Ciro De Caro ha espresso il suo modo di pensare il cinema, che ha cercato quindi di trasmettere attraverso il suo nuovo lungometraggio: “La mia idea era quella di poter rendere lo spettatore qualcuno che è lì in quel momento ad osservare quello che accade. E anche io come regista ero lì ad osservare quello che accadeva. Nel cinema si cerca la perfezione di un momento ripetibile. Quello che interessava a me era trovare la verità di un momento unico. È un lavoro che si pensa dalla scrittura, ma poi arriva grazie alla disponibilità di tutti di mettersi in ascolto, a considerare l’errore come un’intenzione nascosta”.

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