Venezia 81 – Vermiglio. Incontro con Maura Delpero e il cast

Maura Delpero e il cast (tra cui Tommaso Ragno e Martina Scrinzi), presentano Vermiglio. Storia di emancipazione femminile durante la seconda guerra mondiale. In Concorso

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Maura Delpero

La regista e sceneggiatrice Maura Delpero ha presentato alla conferenza stampa di questo pomeriggio Vermiglio, il suo nuovo film in concorso a Venezia 81. Delpero, dopo due documentari (Signori Professori e Nadea e Sveta), ha esordito con un film di finzione nel 2021. Maternal, in concorso al  Locarno Film Festival, le è valso la nomination ai Nastri d’Argento e al David di Donatello come miglior regista esordiente.

Per la prima volta a Lido, la regista si è concessa alla stampa in un incontro moderato da Alessandra de Luca durante il quale sono intervenuti anche gli attori Tommaso Ragno, Roberta Rovelli, Giuseppe De Domenico e Martina Scrinzi.

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Delpero, tra i cinque registi italiani in concorso a questa edizione del Festival del Cinema, ha spiegato come il film nasca da un sogno. La regista ha raccontato di un’apparizione in cui compariva suo padre, poco dopo la sua scomparsa, come un bambino di sei anni. Da lì lo slancio che ha portato a Vermiglio.

“Immaginavo delle persone che conoscevo benissimo, dei luoghi che conoscevo benissimo ma in un momento in cui non li ho conosciuti” racconta Delpero. Il film è ambientato durante l’ultimo anno della seconda guerra mondiale in un piccolo paese della Val di Sole, da cui il film prende il titolo. La location conferisce un clima intimo, con le montagne a schermare il paese, lasciando entrare solo schegge della guerra e permettendo un’analisi sociale di un momento storico di forte cambiamento.

Delpero, incalzata da una giornalista, ammette di ritrovare il tema della maternità come fil rouge delle sue opere. “La maternità è un motore di superamento di una condizione. Per Lucia (interpretata da nel film da Martina Scrinzi) lo è. È un movimento di riappropriazione della propria vita. La gravidanza inizialmente rappresenta un inganno e un dolore ma poi diventa tesoro, spinta verso il futuro e motore di emancipazione e passaggio epocale. Lucia diventa per necessità donna in tempi futuri”.

“Il mio processo creativo avviene in modo incosciente. Mi metto all’ascolto dei movimenti dell’anima che raccontano zone del mio incoscio che sono sepolte e da esplorare, che attraverso la cinematografia riescono a riemergere. Credo di avere dentro di me mia madre, mia nonna e tutte le donne che mi hanno preceduto e che sono parte della mia formazione femminile e che mi fa interrogare nel mio intimo, nella mia posizione all’interno della società e nella mia femminilità.”

Tommaso Ragno

“La cosa più importante è stata farsi rapire dalla voce antica di Maura” – racconta l’attore Tommaso Ragno- “perché il lavoro che abbiamo fatto ha un elemento poetico molto forte”.

Infine, riguardo ad aver girato in un paesino di campagna dichiara: “Anche la forza del luogo ha influenzato il nostro percorso. La montagna può essere un luogo sorprendentemente soffocante e allo stesso tempo fortemente spirituale. Tutto questo è commoventissimo. Essere sopraffatti da una forza così possente come quella della montagna ha creato un abbandono naturale al racconto”.

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